Rivista "IBC" VIII, 2000, 3

musei e beni culturali / media, mostre e rassegne

Gruppo di famiglia in una "homepage"

Simona Marani
[laureata in Lettere moderne]

La struttura del teatro cosiddetto all'italiana, configurato cioè come un alveare di palchetti disposti su ordini sovrapposti, nasce a Bologna nel 1699, anno in cui fu portato a termine il Teatro della Sala, che rappresenta il modello di questa tipologia. All'epoca erano già attivi in Emilia i Bibiena, straordinaria famiglia di architetti e scenografi la cui fama, tra la fine del secolo XVII e l'inizio del successivo, si allargò fino a farne i più richiesti e i meglio pagati costruttori di teatri, macchine e scene in molte città d'Italia e nelle più sfarzose corti d'Europa. Al prototipo del Teatro della Sala i Bibiena applicarono ulteriori innovazioni, introducendo la planimetria a campana e i palchi d'angolo aperti direttamente sul proscenio, come nel Teatro Comunale di Bologna e nel Teatro Farnese di Parma, due fra le loro più importanti e famose realizzazioni.

"I Bibiena, una famiglia europea" è il titolo della mostra che a settembre ha aperto i battenti alla Pinacoteca nazionale di Bologna. Dei dieci artisti che compongono la famiglia saranno qui rappresentati soprattutto quelli che, trovandosi al servizio dei Farnese a Parma, furono più frequentemente impegnati nella nostra regione: Ferdinando, Francesco, Giuseppe, Antonio, Carlo e Giovanni. Un prologo dell'avvenimento si era avuto nel 1997 con l'esposizione "Insegnare l'illusione. Ferdinando Bibiena e la didattica dell'architettura vera e finta", ospitata nel foyer Respighi del Teatro comunale di Bologna in occasione della ristampa anastatica di due volumi dei Bibiena sul disegno architettonico e prospettico (Direzioni a'Giovani Studenti nel Disegno dell'Architettura Civile e Direzioni della Prospettiva Teorica Corrispondenti a quella dell'Architettura).

Proprio dalla mostra sui Bibiena vogliamo prendere spunto per dare inizio ad un piccolo esperimento multimediale. Ci siamo chiesti se i disparati contributi proposti su Internet consentano di tracciare un percorso tematico capace di rendere ad appassionati e curiosi il background generale in cui un evento si inquadra. Una sorta di test casalingo, per verificare a modo nostro, per divertimento e curiosità, la qualità delle risorse presenti in rete, e l'eventualità che possano integrare o addirittura sostituire altre fonti di informazione.

Muoviamo perciò il primo passo dalla home page del progetto "Bibiena" all'URL www.dds.unibo.it/bibiena. Qui si trova elencato il repertorio della vasta produzione bibienesca suddivisa in tre sezioni (opere edite o manoscritte; interventi architettonici e di restauro; lavori teatrali scenografati) nonché un'amplissima bibliografia sui Bibiena e i diversi aspetti del loro tempo (biografie, saggi, opere generali di consultazione, cataloghi di precedenti esposizioni) corredata, quando possibile, dalla reperibilità dei volumi all'interno del polo interbibliotecario bolognese; al momento di scrivere questo articolo sono in preparazione le pagine propriamente dedicate al piano espositivo e ad una serie di itinerari sui luoghi di maggior interesse.

Brevi note biografiche dei Bibiena si possono leggere direttamente sul sito delle biblioteche e archivi del Comune di Parma all'indirizzo http://servernt.biblcom.unipr.it/dm/967.htm. Qualche immagine riferita a loro scenografie, con possibilità d'ingrandimento a tutto schermo, è invece pubblicata su Artcyclopedia.com.1 Possiamo inoltre confrontare le prospettive ad angolo, che hanno reso famosi i Bibiena, con la scenograficità dell'architettura barocca in genere: una galleria di foto con dettagli architettonici di monumenti del XVI secolo si trova sul sito educational curato dal professor C.W. Westfall dell'Università della Virginia.2

L'attività dei Bibiena si inquadra complessivamente fra la rivoluzione copernicana e l'Illuminismo, due matrici di pensiero che modificarono profondamente il rapporto tra uomo e natura affermando il metodo scientifico basato sull'osservazione e la sperimentazione; con lo stesso Copernico, Galileo, Keplero, Bacon, Cartesio, Newton sono solo alcuni tra i più noti promotori di questo passaggio. All'URL www.cronologia.it/mondo41.htm l'ipertesto Nascita della coscienza moderna, realizzato da alunni e docenti del Liceo scientifico Piero della Francesca di Arezzo, ripercorre in modo abbastanza esauriente queste tappe fondamentali nella storia della scienza in quattro sezioni ricche di approfondimenti su temi, eventi e personaggi, concentrandosi soprattutto sul Seicento.3

Oltre a segnare una tappa fondamentale nella storia dell'architettura l'avvento del teatro all'italiana ebbe ripercussioni decisive sul modo di assistere allo spettacolo: nell'intimità dei palchetti, infatti, era consentito distrarsi, chiacchierare, giocare a carte, ricevere ospiti, intessere trame amorose o d'affari. Per via di questa fondamentale funzione sociale i palchi costituivano il biglietto da visita dei loro proprietari, a cui spettava arredarli secondo gusti ed esigenze peculiari. Tanto che possedere un palco a teatro divenne ben presto un autentico status symbol, un lusso a cui nobili e ricchi borghesi non potevano rinunciare.

Proprio la borghesia arricchitasi coi traffici commerciali costituiva, al tempo dei Bibiena, la parte più numerosa del pubblico teatrale. Ad essa si rivolgeva il melodramma, recita in musica di argomento sostanzialmente amoroso, comunque leggero, che furoreggiò fra XVII e XIX secolo: le sue caratteristiche di orecchiabilità e immediatezza, infatti, interpretavano perfettamente la necessità di andare a teatro soprattutto per mettersi in vetrina. Per questo genere di rappresentazione i Bibiena realizzarono un gran numero di scenografie.

Come il teatro ad alveare anche il melodramma nasce in Italia. Questo genere annovera fra i suoi padri fondatori Pietro Metastasio, i cui testi si possono leggere on line o scaricare all'URL www.liberliber.it/biblioteca/m/metastasio. Esistono inoltre banche dati telematiche che, digitato nell'apposita stringa di ricerca il cognome di un compositore (Monteverdi, Donizetti, ecc.), rintracciano informazioni sulle sue composizioni, note biografiche e files midi delle arie più celebri da ascoltare.4 All'indirizzo www.opera.it/Storia/Storia.html troviamo invece La pazza storia dell'opera. Viaggio semiserio nel mondo dell'opera di Andrea Lai, che comprende per il momento quattordici puntate da Monteverdi a Mozart.5

Una serie di appuntamenti recenti testimoniano il diffuso interesse di questi ultimi tempi per l'età barocca: per esempio l'esposizione "I Trionfi del Barocco. Architettura in Europa (1600-1750)", tenutasi nel 1999 a Torino nella palazzina di Stupinigi.6 A Bologna, nella sala Farnese del palazzo comunale, avrà luogo fra ottobre e novembre 2000 il secondo ciclo di conferenze su "Palazzo e Città", una rassegna dedicata all'evoluzione del giardino urbano dal Viridarium tardomedievale al giardino pubblico odierno, passando attraverso il cinquecentesco Orto dei Semplici voluto dal grande naturalista Ulisse Aldrovandi, il giardino barocco di città, il giardino dipinto tra Barocco e Neoclassicismo, il giardino urbano neoclassico (informazioni all'URL www.iperbole.bologna.it/frame5.htm). L'argomento si collega indirettamente al nostro tema di partenza, poiché pergolati, esedre e gazebi dalle forme fantasiose costituiscono un motivo ricorrente nelle scenografie dei Bibiena, ispirati dagli splendidi giardini delle dimore barocche, veri gioielli di progettazione digradanti a terrazze e disseminati di labirinti, fontane, sculture, boschetti, grottini, anfratti ed altre stupefacenti creazioni.

Ma i giardini, nell'età dei Bibiena, costituivano spesso anche il luogo deputato alle sontuose feste che scandivano la vita mondana dei ceti abbienti, il cui scopo principale e dichiarato era quello di meravigliare gli ospiti. Imprevedibili giochi d'acqua, artifici pirotecnici e marchingegni meccanici simili a quelli usati in teatro venivano usualmente approntati in quelle occasioni per creare gli effetti più sorprendenti. E dietro le quinte di una festa barocca è ambientata una pellicola la cui uscita in Italia si annuncia per l'autunno 2000: Vatel, che prende il titolo dal nome del protagonista, un esperto organizzatore di ricevimenti ingaggiato dal Re Sole, interpretato nella finzione da Gerard Depardieu. Anticipazioni sul film sono disponibili sui siti Web dedicati al cinema.7

Non poteva mancare, in chiusura, un riferimento ai libri. All'ampia bibliografia riportata sulla home page del progetto "Bibiena" già citata, si aggiungono naturalmente quelli da acquistare on line con carta di credito: gli indirizzi giusti per cimentarsi col commercio elettronico sono www.alice.it e www.zivago.com, che nei loro cataloghi virtuali inseriscono un certo numero di opere correlate ai temi trattati.8

Note

(1) Opere di Ferdinando Bibiena alla pagina: www.artcyclopedia.com/artists/bibiena_ferdinando_galli.html. Di Francesco Bibiena: www.artcyclopedia.com/artists/bibiena_francesco_galli.html. Di Giuseppe Bibiena: www.artcyclopedia.com/artists/bibiena_giuseppe_galli.html.

(2) Ci riferiamo in particolare alle pagine: www.lib.virginia.edu/dic/colls/thumbs2www/arh102/html/thirteen e www.lib.virginia.edu/dic/colls/thumbs2www/arh102/html/fourteen.

(3) Sul sito di Cronologia.it segnaliamo anche le pagine che riguardano in particolare Galileo Galilei (www.cronologia.it/storia/biografie/galilei.htm), Illuminismo e rivoluzione francese (www.cronologia.it/storia/a1788a.htm), Voltaire e Rousseau (www.cronologia.it/mondo40m.htm), mentre alla figura di Isaac Newton è dedicata una produzione inglese ricca di collegamenti a risorse correlate: www.newton.org.uk.

(4) Per esempio www.aria-database.com e www.karadar.it/Default.htm.

(5) Segnaliamo inoltre una breve storia del melodramma ottocentesco realizzata da alunni dell'Istituto ITCC Carlo Levi di Roma alla pagina www.carlolevi.rdn.it/9495stor.htm, un contributo incentrato sul repertorio di Bellini e Donizetti a cura di Massimo Mila all'URL www.rodoni.ch/proscenio/cartellone/AnnaBolena/mila.html, un articolo di Riccardo Domenichini intitolato Il melodramma o le virtù della convenzione sul sito di Fortepiano.it, rivista di musica e cultura in genere che conta numerosi redattori bolognesi (www.fortepiano.it/005/fpmat004.htm).

(6) Home page all'indirizzo www.cesil.com/0999/malait.htm. Sono terminate da pochi mesi, inoltre, la mostra romana "L'Idea del Bello. Viaggio per Roma nel Seicento" (www.comune.roma.it/cultura/italiano/attivita/2000/mostre/bellori/index.htm) e l'esposizione "Francesco Borromini. Struttura e Metamorfosi",passata da Roma a Vienna (www.borromini.at/i/index.html).

(7) Per esempio: www.cinematografo.it/dati/scheda.asp?sch=36771 e www.35mm.it/films/film.xtml?idFilm=2517.

(8) Fra i volumi a carattere generale ricordiamo tra gli altri: A.L. Angoulvent, Il barocco, Bologna, il Mulino, 1996; D. Aricò, Scienza, teatro e spiritualità barocca, Bologna, CLUEB, 1996; J.A. Maravall, La cultura del barocco, Bologna, il Mulino, 1999. E su argomenti specifici: La scenografia barocca, Bologna, CLUEB, 1982; Due secoli di progetto scenico: dalla prospettiva alla scenografia, Milano, L'Airone, 1999; F. Angelini, Il teatro barocco, Bari, Laterza, 1993; E. Orozco Diaz, Teatro e teatralità del barocco. Saggio di introduzione al tema, Como, Ibis, 1995; R.K. Peter, Non c'è mai stata tanta musica, Milano, Ponte alle Grazie, 1998; M. Mosser - G. Teyssot, L' architettura dei giardini d'Occidente. Dal Rinascimento al Novecento, Milano, Electa, 1999.

ERRATA CORRIGE

L'articolo contiene una serie di informazioni inesatte, che qui rettifichiamo ed integriamo.

La nascita della tipologia di teatro cosiddetto "all'italiana" - dove lo spazio destinato al pubblico è sfruttato verticalmente e suddiviso in palchetti, intesi come cellule autonome - è per convenzione attribuita al Chenda (allievo di Aleotti), che l'avrebbe elaborata per il Teatro della Sala di Bologna nel 1639. Modello che sarebbe stato ulteriormente perfezionato nel 1641 da Andrea Seghizzi per il Teatro Formagliari (siamo sempre a Bologna) con l'adozione di palchetti digradanti. Questo assetto verrà ripreso da Ferdinando Bibiena per il Teatro Ducale di Mantova (andato distrutto), da Francesco Bibiena nel Teatro Filarmonico di Verona e da altri architetti emiliani e bibieneschi ancora sul finire del Settecento, come ci ricorda Deanna Lenzi.

Il monumentale Teatro Farnese di Parma, realizzato nella sala d'arme della Pilotta per volere del duca Ranuccio Farnese nel 1618 (ma sarà inaugurato soltanto dieci anni dopo), è opera di Giovanni Battista Aleotti. La sala presenta un ampio spazio per l'orchestra, destinato agli intermezzi spettacolari, racchiusa da cavea lignea a gradoni disposti ad U e sormontati da un doppio ordine di logge. La planimetria della sala teatrale a campana fu adottata da Antonio Bibiena per il Teatro Comunale di Bologna, cui il Senato bolognese aveva dato incarico della progettazione nel 1755.

Per ulteriori approfondimenti sui teatri emiliano-romagnoli si vedano i saggi e le schede nella pubblicazione dell'IBC Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna (a cura di Lidia Bortolotti, Bologna, Grafis, 1995): qui, in particolare per maggiori ragguagli sull'evoluzione della sala teatrale, si veda il saggio di Alessandra Frabetti Storia del teatro all'italiana e suoi rapporti con l'Emilia-Romagna.

Ci scusiamo con i lettori per le inesattezze. L'articolo in questione voleva essere un esperimento di ricerca informativa attraverso l'uso di Internet: tra i risultati dell'esperimento va dunque messa in conto e ribadita l'esigenza di cautela di fronte alla mole di dati e di suggestioni offerta dalla rete.

(1) Opere di Ferdinando Bibiena alla pagina:www.artcyclopedia.com/artists/bibiena_ferdinando_galli.html.Di Francesco Bibiena: www.artcyclopedia.com/artists/bibiena_francesco_galli.html.Di Giuseppe Bibiena: www.artcyclopedia.com/artists/bibiena_giuseppe_galli.html.(2) Ci riferiamo in particolare alle pagine: www.lib.virginia.edu/dic/colls/thumbs2www/arh102/html/thirteen e www.lib.virginia.edu/dic/colls/thumbs2www/arh102/html/fourteen.(3) Sul sito di Cronologia.it segnaliamo anche le pagine che riguardano in particolare Galileo Galilei (www.cronologia.it/storia/biografie/galilei.htm), Illuminismo e rivoluzione francese (www.cronologia.it/storia/a1788a.htm), Voltaire e Rousseau (www.cronologia.it/mondo40m.htm), mentre alla figura di Isaac Newton è dedicata una produzione inglese ricca di collegamenti a risorse correlate: www.newton.org.uk.(4) Per esempio www.aria-database.com e www.karadar.it/Default.htm.(5) Segnaliamo inoltre una breve storia del melodramma ottocentesco realizzata da alunni dell'Istituto ITCC Carlo Levi di Roma alla pagina www.carlolevi.rdn.it/9495stor.htm, un contributo incentrato sul repertorio di Bellini e Donizetti a cura di Massimo Mila all'URL www.rodoni.ch/proscenio/cartellone/AnnaBolena/mila.html, un articolo di Riccardo Domenichini intitolato Il melodramma o le virtù della convenzione sul sito di Fortepiano.it, rivista di musica e cultura in genere che conta numerosi redattori bolognesi (www.fortepiano.it/005/fpmat004.htm).(6) Home page all'indirizzo www.cesil.com/0999/malait.htm. Sono terminate da pochi mesi, inoltre, la mostra romana "L'Idea del Bello. Viaggio per Roma nel Seicento" (www.comune.roma.it/cultura/italiano/attivita/2000/mostre/bellori/index.htm) e l'esposizione "Francesco Borromini. Struttura e Metamorfosi", passata da Roma a Vienna (www.borromini.at/i/index.html).(7) Per esempio: www.cinematografo.it/dati/scheda.asp?sch=36771 e www.35mm.it/films/film.xtml?idFilm=2517.(8) Fra i volumi a carattere generale ricordiamo tra gli altri: A.L. Angoulvent, Il barocco, Bologna, il Mulino, 1996; D. Aricò, Scienza, teatro e spiritualità barocca, Bologna, CLUEB, 1996; J.A. Maravall, La cultura del barocco, Bologna, il Mulino, 1999. E su argomenti specifici: La scenografia barocca, Bologna, CLUEB, 1982; Due secoli di progetto scenico: dalla prospettiva alla scenografia, Milano, L'Airone, 1999; F. Angelini, Il teatro barocco, Bari, Laterza, 1993; E. Orozco Diaz, Teatro e teatralità del barocco. Saggio di introduzione al tema, Como, Ibis, 1995; R.K. Peter, Non c'è mai stata tanta musica, Milano, Ponte alle Grazie, 1998; M. Mosser - G. Teyssot, L' architettura dei giardini d'Occidente. Dal Rinascimento al Novecento, Milano, Electa, 1999.

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