Rivista "IBC" VIII, 2000, 4

biblioteche e archivi / convegni e seminari

Cataloghi digitali

Margherita Spinazzola
[IBC]

Organizzato dal Centro di Ateneo per le Biblioteche dell'Università degli studi di Padova e dal Consortium of European Research Libraries (CERL), il 9 novembre si è tenuto a Padova il seminario "Digitalizzazione e recupero catalografico: principi e pratica di progetti italiani e del CERL" (www.cab.unipd.it).

Lotte Hellinga ha introdotto i temi che sarebbero stati affrontati da una decina di relatori e il ruolo che il CERL, con la sua base dati del libro antico HPB, potrà giocare in un quadro di digitalizzazione intesa come arricchimento del record bibliografico. È questo il caso illustrato da Claudia Fabian, della Bayerische Staatsbibliothek, che ha ricordato i massicci recuperi dei cataloghi delle biblioteche tedesche, secondo criteri più attenti all'accesso all'informazione che non alla precisione. Oggi due progetti di ampio respiro e lunga durata mirano rispettivamente alla catalogazione delle edizioni del XVII secolo con la produzione, fra dieci-quindici anni, di duecentosessantacinquemila record bibliografici, ciascuno legato alle immagini scansionate delle parti rilevanti del documento; il XVI secolo è invece protagonista di un archivio che digitalizzerà e arricchirà le informazioni pubblicate nei venticinque volumi del VD16.

Anche Marina Venier ha parlato di catalogazione del XVI e XVII secolo con i progetti della Biblioteca nazionale centrale di Roma e del progetto di gestione marche "MAR.T.E." collegato al progetto "Seicento"; ha inoltre posto il problema del "costo" materiale e scientifico della digitalizzazione, tanto in fase di realizzazione quanto di gestione e conservazione degli archivi. Questo tema è ritornato anche nella comunicazione di Gunilla Jonsson che, dopo l'illustrazione del concetto svedese di "bibliotipo", ha sottolineato che il costo delle operazioni di digitalizzazione è tale da non poterne - né doverne - fare una procedura standard.

Luisa Buson, nel riferire le attività di catalogazione dell'antico e dei progetti di digitalizzazione dell'Università di Padova, ha evidenziato i problemi di scelta che si pongono e la necessità di procedere in maniera coordinata con più istituzioni, per condividere tecnologia, conoscenza e patrimonio bibliografico, ciascuno possibilmente in un proprio campo di elezione quale potrebbe essere, ad esempio, la storia della scienza per l'ateneo patavino. Nella direzione di un lavoro coordinato, che dai grandi censimenti delle edizioni del XVI secolo e delle stampe si avvia oggi alla conversione in banche dati che non intendono rinunciare alla ricchezza delle informazioni raccolte in tanti anni di attività sul territorio, si è inserito l'intervento di Rosaria Campioni; ne sono esempio il progetto "FOLIA" e il catalogo IMAGO, insieme con le iniziative di digitalizzazione sostenute da biblioteche quali l'Archiginnasio di Bologna e la Classense di Ravenna. Rimanendo più strettamente in ambito CERL, chi scrive ha illustrato i risultati della ricerca che ha accompagnato l'estensione a quindici biblioteche emiliano-romagnole dell'accesso alla banca dati HPB, iniziativa segnata da un incoraggiante successo.

Claudia Leoncini ha parlato della digitalizzazione delle immagini collegate ai record delle edizioni italiane del XVI secolo della base dati EDIT 16: al momento contiene la descrizione di millecentosessantotto marche, di cui un migliaio sono legate ad immagini; incomincia adesso anche un processo di digitalizzazione dei frontespizi. Sull'applicazione dei metadati nell'ambito della digitalizzazione delle collezioni e sulle attività del Gruppo di studio nazionale istituito per questo settore dall'Istituto centrale per il catalogo unico, ha riferito Cristina Magliano. Metadati, standard per record bibliografici ed oggetti digitali, sono stati discussi anche da Maurizio Messina, il quale ha illustrato il progetto "Archivio digitale della musica veneta", teso a fornire un modello integrato per la ricerca, la consultazione e l'accesso ai documenti musicali, con un percorso completo da record bibliografico ad eventuale file sonoro digitalizzato corrispondente. La presentazione di Armida Batori del progetto "Tesauro" ha introdotto il tema della cooperazione fra pubblico e privato, in questo caso Biblioteca Angelica di Roma, le Biblioteche nazionali di Roma, Napoli, Marciana di Venezia e Liguori Editore, nell'ambito dell'elaborazione elettronica di materiale antico a stampa del XVII secolo e la possibilità di interazione fra i servizi, anche commerciali, offerti da "Tesauro" e quelli di SBN.

Le lucide conclusioni di Francois Dupuigrenet-Desroussilles hanno indicato che dalla "Babele" di progetti si deve ora pervenire alla "Pentecoste" delle realizzazioni. Le condizioni indispensabili, ricorse in tutti gli interventi, stanno nello sviluppo della cultura tecnica in biblioteca, nel miglioramento della cultura storica, nel contatto con gli studiosi.

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