Rivista "IBC" IX, 2001, 3

Dossier: Messinscena... in video e in linea

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Gli archivi di "Riccione Teatro"

Fabio Bruschi
[Associazione "Riccione Teatro"]

Gli Archivi del teatro contemporaneo di Riccione sono costituiti da tre distinti nuclei: che, entro il 2002, troveranno la loro collocazione definitiva - assieme agli uffici di Rimini Teatro - all'interno della Villa Lodi Fè:

- l'archivio europeo del Living Theater di Julian Beck e Judith Malina (1964-1983), di proprietà dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, in deposito presso il Comune di Riccione; con questi materiali è stata organizzata nel 1998 la mostra "Living with the Living" a cura di Cristina Valenti. L'esposizione, organizzata per moduli e dunque utilizzabile in toto o in parte, è tuttora disponibile;

- l'archivio del premio "Riccione per il Teatro" (1947-1999), con circa 5.000 copioni e altri materiali: manifesti, registrazioni audio di convegni, corrispondenza e note delle giurie, fotografie. Il catalogo dell'archivio è stato pubblicato nel 1990 con il titolo Il destino della scena. La drammaturgia italiana e il Premio Riccione, a cura di Sergio Colomba;1

- la videoteca teatrale (1985-2001), costituita soprattutto dai video che hanno partecipato alla rassegna internazionale "Riccione TTV - Teatro Televisione Video", ideata nel 1985 da Franco Quadri e dedicata ai video, ai film e ai programmi televisivi dedicati alle arti sceniche: teatro, danza, performance, opera, teatro musicale, ecc. Attualmente la videoteca è composta da circa 2.500 opere che di fatto registrano tutte le possibili combinazioni tra i diversi generi della scena e i diversi formati dello schermo: dalla documentazione dell'evento scenico al lavoro "teatrale" direttamente concepito per lo schermo, senza alcun antecedente scenico.

Nell'attuale fase dominata della convergenza dei generi (teatrali e non), dal debordare della performatività in altre aree espressive (in primis le arti visuali) e dalla confluenza dei supporti e dei formati nel digitale, la videoteca di Riccione offre percorsi di lettura particolarmente stimolanti. Un primo percorso può riguardare la "tradizione" del teatro d'arte e ricerca in rapporto al mondo delle immagini in movimento: in Italia questo rapporto manifesta una significativa continuità tra le diverse generazioni teatrali. Si può partire dalla generazione delle "cantine", dell'avanguardia tra la fine degli anni Cinquanta e inizio anni Sessanta, con Carmelo Bene e Leo De Berardinis, passando per gli artisti che debuttano tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta con Gaia Scienza e Studio Azzurro, I Magazzini, Mario Martone e Falso Movimento, per arrivare agli anni Novanta con Masque Teatro, Motus, Teatrino Clandestino, i lavori di Anna de Manincor con l'Impasto, Amadossalto, il Festival di Santarcangelo, ecc.

Sul rapporto teatro/televisione i "pezzi forti" sono costituiti dai lavori di Eduardo De Filippo, a cui "Riccione Teatro" ha dedicato nel 1985 una rassegna monografica e per cui ha coprodotto, assieme al Teatro Ateneo dell'Università di Roma, un documentario in cinque puntate di un'ora l'una, ricavate dalle cinquecento ore di materiale registrato durante le lezioni tenute da Eduardo all'università.

La primissima iniziativa di Riccione Teatro con la direzione artistica di Franco Quadri fu - nel 1984 - la mostra "Il teatro dell'occhio", dedicata al lavoro di pittore, scenografo e costumista di Dario Fo; la mostra conteneva anche diversi lavori televisivi, dal "Mistero buffo" ai Caroselli. Negli anni successivi il festival "TTV" ha presentato altre monografie dedicate ad autori teatrali protagonisti di significative incursioni televisive: dai "Beckett TV" di Samuel Beckett (1989) ai lavori di Harold Pinter, Peter Stein, Peter Sellars (e naturalmente molti altri).

Pur essendo impossibile presentare in poco spazio tutti i capisaldi della videoteca teatrale riccionese bisogna citare almeno la collezione di videodanza, genere che iniziò a frequentare il festival fin dalla seconda edizione del 1986; anche qui, oltre alle "vette", Riccione si è sempre preoccupata di presentare il background produttivo, cioè il processo e non solo il prodotto. Nel settore sopracitato questo ha significato la presentazione di intere serie di programmi, come le cinque edizioni di "Dance for the Camera", coprodotte da BBC2 e dall'Arts Council of England, oltre ad analoghe puntate nella musica contemporanea con "Sound on Film", nella perfomance con "The Expanding Picture", ecc.

Altre volte l'attenzione ai processi ha portato alla presentazione della storia e del profilo di una casa produttrice particolarmente significativa: nel 1997 questo è successo con Rhombus, un'agenzia di Toronto specializzata nel portare sullo schermo programmi a base - soprattutto - di musica e danza (in Italia i loro due film più noti, usciti sul grande schermo, sono i 32 piccoli film su Glenn Gould di François Girard e September Songs: The Music of Kurt Weil di Larry Weinstein). Analogamente, nell'edizione speciale del "TTV" - "TTV@TPO", in programma a Bologna dal 9 al 14 ottobre 2001 - Riccione Teatro e Zimmer Frei presentano le produzioni di Illuminations, la factory di John Wyver (Londra), attiva nelle arti visuali, nelle arti sceniche, nella TV interattiva e nell'organizzazione di siti Internet.

Dunque gli archivi, i festival, le iniziative di approfondimento promosse da Riccione Teatro sono strettamente connesse tra di loro e delineano una vocazione a essere in rete, anzi a promuovere reti sul piano regionale, nazionale e internazionale. Fino a qui possiamo citare al riguardo i progetti "Catalogo collettivo delle videoteche teatrali italiane" e "Terpsychore - Videoteche europee della danza".

Nel primo caso Riccione Teatro, dopo aver censito una trentina di videoteche teatrali presenti sul territorio nazionale, ha proposto all'Ente teatrale italiano - ETI (e successivamente all'Assessorato alla cultura e all'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna) un progetto volto a convogliare in un catalogo collettivo dei dati catalografici ottenuti utilizzando criteri descrittivi omogenei. Fin qui il progetto pilota (attuato sul piano regionale) ha coinvolto soprattutto i centri di Riccione, Reggio Emilia e - nel settore del teatro di figura - Cervia: tuttavia proprio la sua impostazione a rete lo rende adatto ad essere espanso e aggiornato indefinitamente; qualcosa di simile si sta realizzando sul piano europeo con il progetto "Terpsychore".

Con la collaborazione dell'ETI e delle Teche Rai inoltre si sta avviando a conclusione un altro ambizioso progetto, le "Cronache del teatro in TV": la catalogazione dei frammenti di memoria teatrale presenti negli archivi televisivi della RAI. Questo progetto ha fin qui coperto l'arco temporale che va dal 1952 al 1990 e si propone di arrivare fino al 2000, censendo telegiornali, riviste d'informazione, magazine culturali ecc. per arrivare ad avere un panorama il più completo possibile dei filmati e dei video che documentano il teatro contemporaneo (soprattutto italiano) nell'arco di quasi cinquant'anni.

In altri termini Riccione Teatro non si occupa solo di catalogare e rendere accessibili i propri archivi ma si adopera per produrre informazione anche in e per altre sedi; a questo fine - in collaborazione con l'ETI - ha attivato negli ultimi due anni un servizio di informazioni rivolto ai teatri italiani, per rendere disponibili informazioni sulla reperibilità dei video (non solo dei propri) e su tematiche connesse, dal diritto d'autore alla conservazione dei supporti ai collegamenti internazionali.

Eventi, archivi, informazioni sono facce diverse della stessa realtà: la modalità della rete può permettere ad un paese come l'Italia, tradizionalmente debole nelle sue strutture centrali, di "saltare" diverse fasi di sviluppo, a patto che istituti con funzioni nazionali come l'ETI (nel settore teatrale) o la Discoteca di Stato (recentemente incaricata di sovrintendere al costituendo MAV - Museo dell'audiovisivo) vogliano (e possano) mettersi in rete con una periferia che, da quando per l'appunto c'è la rete, non è più tale.

 

Nota

(1) Nel 1997, in occasione del cinquantenario del premio è stato pubblicato il repertorio delle opere vincitrici e segnalate, Premio Riccione per il Teatro 1947/1997, e il volumetto Il Premio Riccione per il Teatro a cura di Fabio Bruschi, sulle origini del Premio Riccione e la cultura in Romagna nel secondo dopoguerra.

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