Rivista "IBC" X, 2002, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni

Un primo bilancio del programma comunitario per il patrimonio culturale, le arti applicate, la letteratura e la traduzione
Cultura 2000

Francesca Bucchini
[Regione Emilia-Romagna, Ufficio di Bruxelles]

Il programma comunitario CULTURA 2000 è l'unico strumento di finanziamento dell'Unione europea (UE) finalizzato alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio culturale, delle arti applicate, della letteratura e delle traduzioni. È un programma pluriennale che riunisce i precedenti programmi settoriali (RAFFAELLO, CALEIDOSCOPIO, ARIANNA). Per accedere a questi contributi comunitari, la Commissione europea pubblica ogni anno un bando di gara.

La ricerca svolta dalla Regione Emilia-Romagna sulla "La partecipazione degli enti dislocati sul territorio emiliano-romagnolo al Programma Cultura 2000 - Risultati dell'anno 2000" rappresenta uno strumento per valutare il grado di utilizzo dei finanziamenti comunitari nel settore culturale e per aumentare l'efficacia delle future proposte progettuali del nostro territorio.

Nel 2000, sono stati complessivamente 10 i progetti selezionati ai quali hanno partecipato enti presenti sul territorio emiliano-romagnolo. I progetti regionali occupano un'ottima posizione sia rispetto alla partecipazione nazionale (rappresentano infatti il 12 % dei progetti italiani), sia rispetto ai progetti europei (circa il 5%). Nei progetti emiliano-romagnoli sono coinvolti in egual numero enti pubblici e privati ma, a differenza dei dati europei e nazionali, non risulta la partecipazione diretta di enti locali e dell'ente regionale.

Secondo la Commissione europea la partecipazione regionale ai progetti culturali è stata di grande qualità. Nell'80% dei casi, i partecipanti emiliano-romagnoli hanno aderito a progetti di grande entità finanziaria, in modo conforme all'orientamento della Commissione di finanziare pochi progetti di grandi dimensioni. Inoltre, nel 70% dei casi, è stata l'unico partner italiano, rispondendo meglio al criterio di transnazionalità, cooperazione e scambio di esperienze con gli altri paesi europei.

Nel 2000, nessun ente del nostro territorio ha partecipato come capofila, cioè responsabile amministrativo-finanziario e coordinatore di progetto, e non ha preso parte a progetti di cooperazione pluriennale volti alla creazione di reti europee.

Per quanto riguarda il bando 2001, una prima analisi dei risultati, da poco resi disponibili, mostra alcuni elementi di continuità e di cambiamento. Da una parte, la presenza italiana e regionale è rimasta costante; dall'altra, la Regione ha ottenuto il co-finanziamento comunitario di un progetto che ha presentato in qualità di capofila.

A partire dal 2002, la Commissione europea indica un unico settore tematico prioritario da promuovere nell'arco dell'anno, ad eccezione del settore delle traduzioni: il 2002 è dedicato a progetti sulle arti visive. Nel 2003 saranno promosse le arti applicate, mentre il 2004, ultimo anno del programma, sarà consacrato a progetti relativi al patrimonio culturale.

La programmazione pluriennale dei settori, unita al requisito per i partner di contribuire al finanziamento di almeno il 5% del bilancio totale, consente di limitare il numero di richieste e permette agli operatori culturali europei di avere più tempo per elaborare delle proposte di qualità.

È interessante rilevare che il programma CULTURA 2000 è destinato ad evolvere. Gli sviluppi futuri saranno conseguenza della valutazione dell'attuale programma in corso da parte della Commissione europea e di una serie di consultazioni tra la Commissione, gli operatori culturali, le Regioni e gli enti locali europei.

L'intero sistema dei finanziamenti culturali dell'UE sarà anche soggetto allo sviluppo delle politiche culturali europee. Attualmente, nonostante i Trattati dell'Unione riconoscano alla cultura un ruolo importante (art. 151 del Trattato), i programmi dedicati al sostegno di progetti culturali dispongono di risorse esigue (167 MEUR per 5 anni) e risentono del vuoto di coordinamento tra la programmazione comunitaria e le politiche nazionali.

L'attuale presidenza spagnola dell'UE ha portato alla ribalta la possibilità di integrare nel quadro comunitario le politiche culturali europee, che per il momento rientrano soltanto nella cooperazione tra Stati Membri. Si apre quindi una prospettiva interessante per gli attori impegnati in progetti nel settore culturale con la possibilità di disporre di ulteriori forme di co-finanziamento e per tutti i cittadini europei che, grazie al diffondersi dei progetti comunitari, godranno di un migliore accesso alle attività culturali.

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