Rivista "IBC" X, 2002, 3
territorio e beni architettonici-ambientali / progetti e realizzazioni
La pianura dell'Emilia-Romagna ha subìto nel tempo profonde trasformazioni ad opera dell'uomo. La prima evidente modifica del paesaggio di pianura avvenne ad opera dei Romani attraverso la centuriazione, il disboscamento e l'avvio all'uso agricolo del territorio, la regimazione dei corsi d'acqua e la bonifica delle paludi. Nei secoli successivi, fino ai giorni nostri, tutta la pianura è stata progressivamente conquistata da un'agricoltura sempre più intensiva e da insediamenti urbani e infrastrutture viarie sempre più invadenti.
Il paesaggio che si presenta oggi ai nostri occhi risulta, pertanto, fortemente modificato dall'uomo, con le popolazioni animali e vegetali isolate e confinate in ambienti naturali sempre più piccoli. Si calcola che circa il ventisei per cento delle specie vegetali siano scomparse solo negli ultimi cento anni dal patrimonio naturale della pianura dell'Emilia-Romagna. Ma la perdita di biodiversità è un fenomeno che interessa tutta l'Europa: per contrastarlo l'Unione Europea (UE) ha emanato apposite direttive che impegnano tutti gli stati membri ad adottare misure per la tutela del patrimonio naturale, anche attraverso l'individuazione di reti ecologiche, che dovrebbero essere considerate come quadri di riferimento per la gestione sostenibile del territorio a cui tutti i piani territoriali dovrebbero sottostare.
Le reti ecologiche sono il sistema degli spazi naturali e seminaturali (nodi) e degli elementi del territorio che ne assicurano la connessione consentendo la diffusione delle specie selvatiche (corridoi ecologici). Un po' come le società umane abitano città e paesi e si spostano lungo strade e ferrovie, in modo analogo piante ed animali vanno ad occupare i loro habitat muovendosi e propagandosi lungo siepi, filari, corsi d'acqua ed altri elementi di connessione, mentre sono ostacolate dalla presenza di barriere come aree ad agricoltura intensiva, infrastrutture viarie e centri urbani.
Il progetto "ECOnet", finanziato dalla UE nell'ambito dei progetti "LIFE Ambiente" per una durata di quattro anni, mette a confronto le esperienze progettuali di alcune regioni europee al fine di elaborare un'unica metodologia per la realizzazione della rete ecologica e la sua integrazione nella pianificazione e nell'uso attuale e futuro del territorio. Le regioni a confronto sono l'Emilia-Romagna e l'Abruzzo per l'Italia, la Contea del Cheshire per il Regno Unito e la Provincia di Gelderland per l'Olanda.
I partecipanti al progetto si sono posti i seguenti obiettivi:
- approfondire le conoscenze per contrastare la scomparsa, la frammentazione e l'isolamento degli habitat naturali;
- integrare le reti ecologiche nella pianificazione e nella gestione del territorio;
- condividere il metodo e i risultati nell'ambito dell'Unione Europea;
- contribuire al disegno generale dello sviluppo sostenibile.
In particolare la Regione Emilia-Romagna, per mezzo dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, insieme alle Province di Modena e Bologna, si pone i seguenti obiettivi:
- verificare la funzionalità ecologica esistente;
- individuare i nodi e i corridoi ecologici da rafforzare o da creare;
- sviluppare a tal fine forme di collaborazione con i soggetti territoriali interessati;
- influenzare ed aggiornare le scelte di pianificazione;
- evidenziare gli impatti negativi delle infrastrutture sulla rete ecologica, per rimuovere o mitigare gli effetti degli ostacoli alla diffusione delle specie;
- divulgare le esperienze fatte e diffonderne i risultati.
Il gruppo Emilia-Romagna del progetto "ECOnet" ha già prodotto alcuni risultati, sui quali è impostato lo sviluppo delle altre azioni previste e attualmente in corso.
Le Province di Bologna e di Modena hanno elaborato per il territorio di pianura i piani di rete ecologica, destinati ad essere acquisiti dai rispettivi strumenti di pianificazione (Piano territoriale di coordinamento provinciale e Piano d'azione dell'Agenda 21 Locale). Il disegno di rete ecologica proposto dalle Province a partire dall'individuazione dei nodi e dei corridoi presenti sul territorio e di alcune ipotesi di potenziamento, è stato sottoposto ad un'analisi, costituita dal modello matematico LARCH, che consente di verificare l'efficacia della rete, descritta con l'ausilio di sistemi GIS (Sistemi informativi territoriali), in termini di connettività potenziale. Il LARCH, elaborato e sviluppato dall'istituto di ricerca olandese Alterra, si basa sull'individuazione di alcune specie animali particolarmente rappresentative (specie "target"), di cui sono note le caratteristiche ecologiche, in termini di requisiti ambientali, capacità di diffusione e dimensioni della popolazione minima vitale e sulla disponibilità di una carta di uso del suolo sufficientemente dettagliata.
L'applicazione del modello ha evidenziato che la situazione attuale non è in grado di garantire la sopravvivenza di molte delle specie considerate. Il modello è stato applicato ad alcuni scenari ottenibili dalla realizzazione delle previsioni dei piani provinciali, evidenziando che i miglioramenti apportati avrebbero una certa efficacia nei confronti di alcuni animali come il tritone crestato, il saltimpalo e la cutrettola. Tuttavia altre specie particolarmente significative, come il tarabuso e altri aironi di palude, richiederebbero una maggiore estensione e coesione di habitat, che continua ad essere troppo frammentato. È emerso, comunque, che il reticolo idrografico costituisce l'elemento principale per la connessione del territorio e che particolare cura dovrebbe essere posta per la sua gestione. Allo scopo di progettare interventi mirati sono in corso approfondimenti dell'analisi LARCH su una scala più dettagliata.
All'analisi dell'Istituto Alterra sono stati affiancati altri tipi di indagini del territorio utilizzando il GIS, con due obiettivi principali:
1) valutare la frammentazione dovuta alla presenza di infrastrutture e di insediamenti tramite l'utilizzo di alcuni indici messi a punto dall'Università dell'Aquila;
2) individuare attraverso il confronto con carte storiche le modificazioni del paesaggio che hanno prodotto cambiamenti significativi in alcuni elementi delle reti ecologiche.
La base conoscitiva è stata arricchita con la costituzione di due banche dati floro-faunistiche (una per ciascuna delle province considerate), in parte georeferenziate.
Il successo del progetto "ECOnet", e più in generale il successo nella realizzazione delle reti ecologiche, dipende dalla collaborazione volontaria di numerosi soggetti come i Comuni, le Province, gli agricoltori, i consorzi di bonifica, le associazioni ambientaliste e di volontariato, gli enti e gli organismi attivi nella gestione del territorio. A tal fine è in corso di sperimentazione il coinvolgimento più diretto di alcuni dei soggetti interessati, allo scopo di promuovere e coadiuvare la creazione di parti della rete ecologica, con due azioni in ambiti specifici della gestione del territorio.
Nel primo caso ci si avvale della collaborazione del CIRF, il Centro italiano per la riqualificazione fluviale, che svilupperà, insieme ai consorzi di bonifica e ad altri enti di gestione dei corsi d'acqua, alcuni schemi di riqualificazione di canali e fiumi, con il duplice obiettivo di rendere disponibili progetti realizzabili e di accrescere il livello di coinvolgimento e di competenza degli enti coinvolti.
Nel secondo caso è stato scelto un nodo della rete ecologica. Si tratta dell'area di Manzolino-Tivoli, a cavallo dei Comuni di San Giovanni in Persiceto (Bologna) e Castelfranco Emilia (Modena), dove la presenza di un Sito di importanza comunitaria (SIC), di un'oasi faunistica, di alcuni bacini per l'allevamento ittico in esercizio e di altri in via di dismissione, di aree agricole e di altri elementi di interesse, rendono la situazione particolarmente idonea alla sperimentazione di un piano di potenziamento e di gestione integrata.
Recentemente è stato pubblicato l'opuscolo Conoscere e realizzare le reti ecologiche, che contiene un'introduzione di tipo divulgativo al concetto di rete ecologica e del suo significato in ambito padano, oltre ad alcune indicazioni pratiche rivolte ai principali soggetti chiamati a collaborare alla realizzazione delle reti ecologiche (enti locali, associazioni di categoria, professionisti, associazioni ambientaliste, ecc.). Il 10 ottobre 2002 si terrà un seminario organizzato dalla Provincia di Modena sullo stato di avanzamento del progetto e per tutti coloro che sono interessati. I risultati del progetto "ECOnet", saranno il riferimento per quanti hanno responsabilità di gestione del territorio per la realizzazione concreta della rete ecologica.
I partner del progetto
Commissione Europea
Regno Unito
Cheshire County Council
English Nature
University of Salford
Liverpool John Moores University
North West Water Limited
Vale Royal Borough Council
University of Reading
Environment Agency
Sustainability North West
Italia
Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna
Provincia di Bologna
Provincia di Modena
Regione Abruzzo
Università de L'Aquila
Olanda
Province of Gelderland
Alterra, Green World Research Institut
Wageningen University
Per saperne di più:
www.lifeeconet.com
Regione Emilia-Romagna
Istituto per i beni artistici, culturali e naturali
Servizio beni architettonici e ambientali
Via S. Stefano, 28 - 40124 Bologna
e-mail: [email protected]
Provincia di Bologna
Servizio pianificazione paesistica
Strada Maggiore, 80 - 40125 Bologna
e-mail: [email protected]
Provincia di Modena
Settore difesa del suolo e tutela dell'ambiente
Via Barozzi, 340 - 41100 Modena
e-mail: [email protected]
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