Rivista "IBC" XI, 2003, 3

biblioteche e archivi / pubblicazioni

Il "Libro Biscia" di S. Mercuriale di Forlì, vol. VI (aa. 1244-1314), a cura di S. Tagliaferri e B. Gurioli, Forlì, Cassa dei risparmi di Forlì, 2002.
Una Biscia di quattro secoli

Marino Mengozzi
[giornalista]

È finalmente giunta a conclusione, dopo un ventennio di lavoro oneroso e impegnativo, l'edizione integrale della raccolta più ampia e importante di testimonianze di Forlì medievale: il ben noto "Libro Biscia di San Mercuriale" (conservato presso l'Archivio di Stato di Forlì, è così denominato per il disegno di una biscia fatto con inchiostro nero su incisione nella tavola anteriore del grosso volume pergamenaceo), che copre un arco cronologico compreso fra l'894 e il 1314. L'impresa - perché tale è - mette ora a disposizione completa una fonte di molto valore documentale; vale la pena riassumerne i volumi: I, anni 894-1178 (1982); II, anni 1178-1200 (1987); III, anni 1200-1221 (1993); IV, anni 1221-1231 (1994); V, anni 1232-1243 (1999); VI, anni 1244-1314 (2002).

Si tratta di un registro di centinaia di atti notarili relativi alla badia cittadina di San Mercuriale, composto in più tempi e da più mani, dal tardo XIII secolo sino alla fine del secolo seguente. Questo cartulario, notava il Vasina introducendo il primo volume, "ci consente di risalire dalla meglio nota età della signoria degli Ordelaffi ai tempi della rinascita dopo il Mille e alla crescita, soprattutto a partire dal XII secolo, del movimento delle autonomie locali, diffusosi dalla città ai borghi, al contado, in un intreccio assai travagliato di relazioni fra chierici e laici, fra enti religiosi e comune cittadino. L'ottica che ci propone questa fonte nella straordinaria ricchezza e varietà delle sue testimonianze è senza dubbio di natura ecclesiastica, meglio di carattere prevalentemente patrimoniale e giurisdizionale, riguardando il costituirsi e il progressivo accrescersi dei beni terrieri della badia benedettina e insieme l'esercizio, mediante una fitta serie di transazioni - in prevalenza contratti di enfiteusi -, di una signoria fondiaria assai estesa".

È fin troppo facile immaginare quale grande pregio rivesta, soprattutto per gli specialisti e per gli sviluppi delle ricerche storico-medievistiche, la possibilità di leggere a stampa - col corredo di indispensabili indici analitici - fonti tanto antiche quanto preziose, diversamente riservate ai pochi in possesso degli strumenti necessari per decifrare e intendere scritture non di rado ostiche e problematiche (penso all'impresa avviata da Ruggero Benericetti di pubblicare organicamente l'ingente corpus delle pergamene conservate nell'Archivio arcivescovile di Ravenna: un lavoro che in tre volumi ha già messo a stampa tutte le carte del X secolo e che si appresta a editare quelle dell'XI). L'iniziativa editoriale forlivese, ancora una volta sostenuta con intelligenza dalla benemerita Cassa dei risparmi, rende finalmente fruibile un importante segmento del nostro grande patrimonio culturale, cui si deve la maggior parte della memoria storica medievale.

 

Il "Libro Biscia" di S. Mercuriale di Forlì, vol. VI (aa. 1244-1314), a cura di S. Tagliaferri e B. Gurioli, introduzione di A. Vasina e appendice documentaria di G. Rabotti, Forlì, Cassa dei risparmi di Forlì, 2002, 475 p., s.i.p.

 

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