Rivista "IBC" XI, 2003, 4

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Felice Giani dipinti e disegni da collezioni private, a cura di M. Vitali, Faenza, Edit Faenza, 2003.
Felice Giani: dipinti "a cavallo"

Elisabetta Landi
[IBC]

Felice Giani "fu quegli che rianimò il buon gusto della pittura, ritornandola a quel suo fare sciolto e brillante che da qualche secolo aveva perduto [...] ond'è che i di lui dipinti si mostran tutt'anima". Così annotava a metà Ottocento il canonico faentino Girolamo Antonio Tassinari nei "Pochi cenni sui pittori" dedicati all'artista piemontese, a Tommaso Minardi, a Michele Sangiorgi e a Gaspare Mattioli. Inediti prima d'ora, furono rinvenuti da Marcella Vitali tra le carte di Gaetano Ballardini presso la Biblioteca del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza (Ravenna), in versione dattiloscritta dallo stesso ceramologo sulla base di un perduto documento originale. Anonimo, ma attribuito dalla studiosa con certezza al sacerdote ed erudito grazie alle velate indicazioni sull'autore e ai riferimenti all'amicizia documentata con il pittore e ornatista Gaetano Bertolani, collaboratore di Giani.

Un documento prezioso per la biografia del pittore e un'occasione per ripercorrerne la produzione, nel centottantesimo della morte, con una serie di inediti e qualche opera nota, presentati in un'esposizione alla Galleria comunale d'arte del Museo civico "Giuseppe Ugonia" di Brisighella (Ravenna, 1 novembre 2003 - 6 gennaio 2004). Il catalogo dell'esposizione, a cura della stessa Vitali, si avvale di un'introduzione di Andrea Emiliani, un'opportunità ulteriore per fare il punto su Felice Giani nel contesto faentino in relazione al perduto manoscritto, pubblicato per intero. Segue poi la rassegna critica sulle opere, riprodotte a colori. Sono otto i dipinti in mostra, tutti eseguiti a tempera, tecnica prediletta dall'artista nel piccolo formato. Scelti da collezioni private, ribadiscono il fare guizzante e rapinoso e il ritmo agile da grottesca della pittura di Giani: tanto veloce che Napoleone ne consigliava la visione rimanendo seduti "a cavallo".

Al disegno e al progetto è dedicata la serie, più cospicua, dei disegni acquarellati e dei bozzetti: splendida la Canefora, qui presentata per la prima volta come pure la coppia dei fogli acquarellati con episodi dalla Storia di Amore e Psiche, riferibili alla decorazione della Galleria di Palazzo Laderchi, del 1794. Avvenimento importantissimo per la cultura artistica faentina, condizionata dall'impegno dei due artisti nel riportare "le arti belle al gusto dei Greci e dei Romani" che si rifletteva nella locale Scuola di Disegno, dalla quale uscirono Achille Farina, primo diffusore delle decorazioni di Giani, e Giovanni Piancastelli, grande collezionista.

L'importanza del disegno, il "culto" del fare grafico ma soprattutto la novità del linguaggio e la sua portata rispetto al classicismo più ortodosso in quel primo scorcio di secolo, nella Cispadana ed altrove, emergono con chiarezza dal catalogo, dove la Vitali sottolinea in più occasioni il peculiare neoclassicismo del milieu artistico faentino. Conclude la rassegna un capitolo dell'autrice sull' aspetto inedito di un Felice Giani copista delle opere del Louvre, che aggiunge non pochi dati al suo percorso biografico. Un'attività rappresentata in mostra da una serie di incisioni da disegni che il maestro finalizzò alla realizzazione del Musée Français, la riproduzione, voluta dall'imperatore, dei capolavori delle collezioni imperiali in quattro volumi, dati alle stampe dal 1803 al 1809. È chiaro che la partecipazione di Giani all'impresa, insieme a Croze Magnan, Ennio Quirino Visconti, Toussaint David, non fu di poco conto. Tanto che è lecito ipotizzare, induce la Vitali, un primo viaggio a Parigi e una fortuna presso gli ambienti governativi napoleonici già nel primissimo scorcio del secolo; prima dunque del 1803, quando a Giani fu assegnata la decorazione di Malmaison e delle Tuileries, considerata dalla critica la data del suo esordio francese.

 

Felice Giani dipinti e disegni da collezioni private, a cura di M. Vitali, con prefazione di A. Emiliani, Faenza, Edit Faenza, 2003, 134 p., s.i.p.

 

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