Rivista "IBC" XII, 2004, 3

territorio e beni architettonici-ambientali / didattica, progetti e realizzazioni

Nella pianura parmense, tra Fontanellato e Fontevivo, un progetto didattico collega e rivitalizza due luoghi simbolici del Medioevo: un castello e un'abbazia.
Medioevo in multivisione

Mario Calidoni
[curatore didattico del progetto "Castello e Abbazia" a Fontanellato e Fontevivo (Parma)]

Il sociologo Marc Augé, analizzando il senso del "luogo" nella società contemporanea, propone l'ormai nota antinomia tra luogo e non luogo. Il luogo, quello detto "antropologico", è simultaneamente principio di senso per coloro che lo abitano e di intelligibilità per colui che lo osserva: i luoghi antropologici sono per loro natura identitari, relazionali, storici. Il non luogo è uno spazio fisico in cui l'attraversamento erratico è l'esatto opposto degli antichi e moderni luoghi dell'incontro.

Parte da questa riflessione la proposta di un progetto che mette in collegamento due luoghi emblematici dell'immaginario del Medioevo, vissuti come identitari per la cultura che rappresentano, storici per le testimonianze che contengono e relazionali per la funzione di centri di aggregazione che svolgono. Nella pianura parmense a nord della Via Emilia il castello di Fontanellato e l'abbazia di Fontevivo sono due simboli attorno ai quali non conviene passare in modo indifferente senza coglierne il senso profondo e il messaggio di civiltà che trasmettono. La Provincia di Parma e i Comuni di Fontanellato e Fontevivo, con un partenariato convinto e integrato, hanno realizzato in questa prospettiva un progetto di turismo culturale e scolastico che appunto si denomina "Castello e Abbazia".

Il turista è invitato a visitare i due luoghi in sequenza per cogliere, come dice l'elegante depliant di presentazione, "la forza dei luoghi capaci di raccontare l'uomo, la sua storia, i suoi sentimenti; come il castello è immagine di potenza, solidità e forza del Medioevo, così l'abbazia è interiorità, luce, spiritualità" di questo periodo storico sempre affascinante. Anche questa proposta si colloca inoltre nella scia delle iniziative che a partire dalla mostra di fine 2003 "Il Medioevo europeo di Jacques Le Goff"1 ha visto vari enti impegnati a coinvolgere tutto il territorio provinciale nella riscoperta del "proprio Medioevo". Un periodo storico qui rappresentato, come è noto, dalla Via Francigena, l'antico cammino, e dalle chiese e dai segni che connotano, dalla pianura alla montagna, tutta la provincia.

Rispetto alla visita e alla fruizione fisica degli spazi labirintici del castello o di quelli lievi e luminosi dell'abbazia, il progetto mette in campo un nuovo valore aggiunto. In spazi sinora segreti del castello e dell'abbazia sono allestiti, come introduzione e accompagnamento alla visita, due programmi in multivisione di Mario Ghiretti, nei quali si ricrea con le immagini il senso e il significato del contesto culturale e ambientale di questi luoghi-simbolo.

Nell'antica sala capitolare dell'abbazia di Fontevivo, recentemente recuperata, si può assistere al programma "Homo viator, le strade raccontano". Centinaia di diapositive proiettate in sincro da 22 macchine guidano il visitatore, con un sobrio testo di accompagnamento, nell'ideale spazio dell'Europa medievale, lungo i cammini del pellegrinaggio e la vicenda delle immagini e delle grandi narrazioni cristiane che culminano appunto nelle cattedrali e nelle abbazie. Muovendosi e percorrendo lo spazio vuoto della sala, compaiono proiettate sui muri grezzi, in una sorta di dialogo continuo, le grandi immagini che paiono emergere dalla concretezza della pietra, stagliate nella severa bellezza che l'arte medievale sa trasmettere. Da qui al percorso in abbazia il passo è breve, ma il contesto che la visione ha creato rende la visita un esercizio capace di penetrare nel genius loci dello spazio costruito.

In ogni castello c'è uno spazio segreto. A Fontanellato questo spazio, oltre che dai sotterranei, è da sempre costituito dal sottotetto, dal quale si ammirano il paese e la campagna circostanti (immaginandosi, tra un merlo e l'altro, sentinelle del territorio da proteggere). Proprio in uno di questi ambienti alti, tra le possenti travature a capriate, è allestito il secondo programma in multivisione. Sei proiettori e alcune "macchine visive" con un gioco di grandi immagini e di osservazioni a sorpresa introducono il visitatore con il programma "Storia e immaginario nel castello". Si parte dalla constatazione che ognuno di noi, adulto o bambino, ha nel proprio immaginario un castello e che il castello diventa un archetipo del nostro inconscio in qualsiasi forma si presenti. Dal nostro immaginario agli ambienti del castello si apre così lo spazio per percorrere il Medioevo degli spalti, la corte del Parmigianino, l'appartamento nobile: l'esperienza del luogo diviene coinvolgente e stimolante per penetrare nel passato non solo di un ambiente ma di uno stile di vita e di pensiero.

Quale è il senso di questa scelta che abbina l'autentico alla forza evocatrice delle immagini? Non certo l'idea sostitutiva che caratterizza buona parte della pubblicistica turistica corrente, nella quale l'apparenza è più forte del luogo stesso; bensì il sapiente uso della polisemia dell'immagine, che dice più di mille parole e che crea un contesto nel quale ogni visitatore colloca sé stesso, la sua conoscenza del tempo e dello spazio, per "capire" un luogo. Umberto Eco afferma che per un museo è sufficiente un'opera, è il contesto che introduce alla sua comprensione. La regia per creare questo contesto è qui affidata alla sensibilità comunicativa di Mario Ghiretti, che ha realizzato programmi di livello qualitativo eccellente per scelta e costruzione della narrazione.

Come si diceva all'inizio questo sforzo degli enti promotori, con il contributo della Fondazione Cariparma, non è solo rivolto al filone del turismo culturale, ma intende rivolgersi anche al turismo scolastico di qualità (non certo quello mordi e fuggi della gita fuori porta). In questa prospettiva sono state coinvolte le scuole del territorio (in particolare l'Istituto comprensivo di Fontanellato e Fontevivo) che nell'aprile 2004 ha prodotto una serie di lavori esposti in una mostra didattica dal titolo "Il Medioevo nel territorio della scuola", e che ha testimoniato il valore dello studio dei luoghi vicini nella formazione e nell'educazione al patrimonio. Da questo impegno nasce un progetto costruito dagli insegnanti e da un gruppo di esperti per il prossimo anno scolastico: l'offerta di una visita guidata per articolare al meglio la scoperta del castello e dell'abbazia attraverso l'esperienza della multivisione e il laboratorio didattico delle tecniche espressive del Medioevo (dall'affresco alla miniatura). Un'ulteriore scommessa per vivere il luogo in modo consapevole e formativo.

Per maggiori informazioni sul progetto "Castello e Abbazia" e per ricevere il depliant illustrativo si possono contattare: l'Ufficio turistico di Fontanellato (telefono: 0521823220; e-mail: [email protected]) e il Servizio turistico di Fontevivo (telefono: 0521611911).


Nota

(1) Si veda in proposito: D. Romagnoli, Il Medioevo secondo Le Goff, "IBC", XI, 2003, 4, pp. 39-40.

 

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