Rivista "IBC" XIII, 2005, 2

biblioteche e archivi / pubblicazioni

Una bibliografia di quasi 8.000 schede raccoglie e ordina quanto si è scritto del grande patrimonio di esperienze realizzato in Italia dal sistema della cooperazione.
I titoli della cooperazione

Ugo Bellocchi
[storico]
Antonella Campagna
[IBC]

Un'imprenditoria aperta a classi sociali che ne erano escluse, un'imprenditoria come esperienza di partecipazione democratica, emancipazione, responsabilità, un'imprenditoria in evoluzione che allarga il proprio raggio per rispondere ai bisogni collettivi che nel corso del tempo si manifestano nella società. Questo e altro è stata ed è la cooperazione, che oggi copre quasi tutti i settori produttivi, dal consumo all'agroalimentare, dai servizi al credito, fino alle costruzioni. Ma il mondo cooperativo è stato in grado di raccontarsi, di trasferire sulla carta un patrimonio così ricco di esperienze? E che cosa è stato scritto sulla cooperazione?

Per dare una prima risposta a queste domande, e offrire a quanti si interessano di cooperazione un indispensabile strumento di lavoro, ha preso forma l'impegnativo progetto per la realizzazione di una bibliografia italiana della cooperazione, che oggi trova il suo compimento nel volume Bibliografia italiana della cooperazione, di Ugo Bellocchi, a cura del Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l'economia sociale e della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC [Bologna, Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna - Pàtron Editore, 2005 ("ERBA", 58)].

Il Centro ha fra i suoi principali scopi statutari quello di conservare e rendere fruibile il patrimonio documentario cooperativo e di promuovere la conoscenza e lo sviluppo della cooperazione, e partecipa attivamente all'organizzazione bibliotecaria nazionale grazie alla convenzione con l'Istituto per i beni culturali. La Soprintendenza, da parte sua, è da tempo impegnata nella produzione di strumenti bibliografici e catalografici, anche tematici, spesso ospitati nella sua collana "ERBA - Emilia Romagna Biblioteche Archivi".

Da tali sinergie, e a partire da un cospicuo nucleo di notizie bibliografiche frutto di un ampio lavoro di censimento svolto da Ugo Bellocchi, autore di questa pubblicazione, nel corso dei suoi lunghi e appassionati studi, ha preso avvio il progetto, che si è poi arricchito con ulteriori notizie individuate tramite ricerche effettuate su fonti diverse, nonché con le registrazioni relative ai materiali di argomento strettamente cooperativo contenute nel catalogo della biblioteca del Centro. Il risultato sono le oltre 6.000 pubblicazioni, qui presentate per argomento, tra le quali figurano manuali, trattati, raccolte legislative e resoconti storici di carattere generale sulla materia cooperativa, pubblicazioni promosse o riguardanti singole società, nonché una consistente mole di "materiale grigio" (atti di congressi, seminari, convegni, relazioni, ecc.) posseduti dal Centro di documentazione sulla cooperazione e difficilmente reperibili presso altre biblioteche.

Una bibliografia di tutto ciò che è stato pubblicato in lingua italiana sul tema "cooperazione" ampia, dunque, ma non certo esaustiva, piuttosto un primo tentativo di censimento sistematico delle informazioni, con il proposito di costruire un quadro che progressivamente abbracci l'intero territorio nazionale. A questo scopo, il lavoro bibliografico, oltre che in questo volume, sarà riversato anche in una banca dati che verrà continuamente aggiornata e sarà consultabile sul sito internet del Centro di documentazione (www.cooperazione.net). Pubblichiamo qui di seguito l'intervento del professor Ugo Bellocchi, che introduce il volume.

[Antonella Campagna]

 

Lo scorrere del tempo, che muta quotidianamente la società, ha modificato anche la cooperazione. Alle società di mutuo soccorso e alle cooperative di produzione e lavoro che sono le prime realtà associative della seconda metà dell'Ottocento, si aggiungono ben presto le cooperative di consumo, tanto che Mariano Mariani, nella sua esemplare opera su Il fatto cooperativo nell'evoluzione sociale pubblicata nel 1906, può esattamente affermare che i consumatori, associandosi nell'impresa collettiva, sono in grado di usufruire di tutti i perfezionamenti più arditi della tecnica e della meccanica, realizzando aziende che possono eguagliare in forza e abilità produttiva le imprese speculative più avanzate e perfette.

Gli auspicati obiettivi sociali ed economici fondamentali di allora sono in gran parte raggiunti: nel giro di un secolo il proletariato è riuscito a superare il "complesso di inferiorità" che lo aveva caratterizzato per lungo tempo, tanto è vero che la concezione cooperativa, possibilmente indipendente dai partiti politici e dai governi, risplende "come un faro nella tempesta del nostro tragico periodo storico".

Anche nella seconda metà del Novecento i princìpi e le idealità dell'autentica cooperazione hanno ispirato molte aziende, che via via si sono modificate o costituite, ma, ovviamente, i nuovi tempi hanno imposto la formazione di imponenti complessi cooperativi, dotati degli strumenti che consentano di competere con i contrapposti enti capitalistici. In questo quadro, purtroppo inevitabilmente la figura del singolo cooperatore è venuta appiattendosi, tuttavia i vantaggi economici che sono derivati al socio hanno confermato la validità del sistema cooperativo.

La realizzazione di tanti successi è dovuta in gran parte agli apostoli che in passato seminarono idee e scritti tra la povera gente. È doveroso ricordarne alcuni: Ugo Rabbeno, Luigi Luzzatti, Camillo Prampolini, Luigi Buffoli, Antonio Vergnanini, Antonio Bizzozero, Leone Wollemborg, Bernard Lavergne, Alberto Basevi, Vahan Totomianz.

È proprio del Totomianz, un militante cooperatore che ha percorso tutte le strade del mondo, l'osservazione che si legge in una lettera inviata da Sofia ad Alberto Basevi nel settembre 1950: la letteratura cooperativa era stata "negletta". Tale affermazione in parte mi trova consenziente, in parte no. Se per letteratura si intendono gli scritti che nell'ambito culturale raggiungono anche valori estetici, sono assolutamente d'accordo con l'illustre studioso di origine armena. Per contro, se per letteratura s'intende "l'espressione della società", il complesso delle opere che trattano una materia o un argomento particolare (come registra il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia), ritengo che l'opinione del Totomianz non sia accettabile.

Nel corso del lavoro compiuto per redigere la presente Bibliografia, ho constatato che la cooperazione non è stata affatto trascurata dai politici e dagli studiosi. È avvenuto, cioè, che mentre la cooperazione realizzava opere imponenti che giganteggiano nella storia, centinaia e migliaia di volumi e di opuscoli ne illustravano la natura e lo svolgimento. La mia ricerca, nei limiti propri di ogni bibliografia, testimonia che la cultura ha assicurato ai princìpi e alle idealità della cooperazione un trono letterario cui inchinarsi. È lecito e doveroso formulare l'augurio che ciò possa proseguire in futuro.

[Ugo Bellocchi]

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