Rivista "IBC" XIII, 2005, 2

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Nicolò dell'Abate, storie dipinte nella pittura del Cinquecento tra Modena e Fontainebleau, a cura di S. Béguyn e F. Piccini, Cinisello Balsamo (Milano), Silvana Editoriale, 2005.
Con gli occhi di Nicolò

Stefano Luppi
[storico dell'arte, collaboratore della Biblioteca civica "Poletti" di Modena]

Dal 20 marzo al 19 giugno è stata aperta, al Foro boario di Modena, l'esposizione "Nicolò dell'Abate, storie dipinte nella pittura del Cinquecento tra Modena e Fontainebleau", che ha fatto il punto sulle vicende dell'artista modenese e della situazione artistica italiana e francese in cui si trovò ad operare. Il poderoso volume che accompagna la mostra - curato dalla "decana" di Nicolò, Sylvie Béguin, e da Francesca Piccinini, responsabile del museo civico organizzatore - è composto da 551 pagine e oltre 400 immagini ed è edito da Silvana Editoriale.

Va detto subito che è molto più di un catalogo, comprendendo la schedatura di opere poi non confluite nell'esposizione, è una monografia sul "nostro Nicolino" modenese che resterà negli anni come punto fondamentale per gli studi ulteriori. I molti saggisti - Vera Fortunati, Nicholas Turner, Bert W. Meijer, Marzia Faietti, Claudia Cremonini, Giorgia Mancini, Daniela Ferriani, Angelo Mazza, Diego Cuoghi, Wanda Bergamini, Sonia Cavicchioli, Elisabetta Fadda, Ilaria Bianchi, Loredana Chines, Marie Noelle Baudouin Matuszek - hanno sviscerato in maniera approfondita ogni aspetto della vita artistica del modenese nato nel 1509 (o 1512) e morto in Francia nel 1571, all'apice della carriera.

Seguendo la struttura della mostra - che intorno ai dipinti del maestro raduna molti altri quadri degli artisti notissimi del suo tempo, come Correggio, Parmigianino, Pordenone, e dell'area artistica locale, emiliana e francese - il testo analizza in maniera molto didattica la Modena di inizio Cinquecento, i maestri con cui Nicolò si forma, Filippo da Verona e Gian Gherardo delle Catene, e dedica un ulteriore articolo ai rapporti molto stretti con lo scultore Antonio Begarelli. Le assonanze tra quest'ultimo e il pittore sono evidenti, ad esempio, confrontando la crocifissione di Bomporto del primo con il dipinto di medesimo soggetto, proveniente da Stoccolma, del pittore. Il periodo bolognese, quello maggiore per la freschezza e narratività dei fregi dei palazzi nobiliari Torfanini e Poggi, è indagato a fondo prestando attenzione ai committenti, alle opere documentate e perdute, ai confronti con l'antico e con le fonti letterarie come l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, l'Orlando innamorato del Boiardo, le Storie di Tarquinio e l'Eneide di Virgilio, così importanti nella sua pittura.

Dopo Bologna, il maestro viene chiamato da Primaticcio a Fontainebleau per lavorare nel palazzo del re di Francia, a Parigi al servizi di ricchi mecenati e in altre aree come Chantilly e Meudon: i contributi in questo senso sono forse meno dilatati anche perché gran parte della produzione d'oltralpe di Nicolò è scomparsa o ci è nota solo attraverso disegni, stampe o documenti. Ampi sono invece la sezione dedicata proprio al disegno, legato alla cultura nordica e alla grafica, e gli apparati con le approfondite ricerche d'archivio e il contributo sulla tecnica di Nicolò, autore di pitture murali e non di affreschi veri e propri. A fianco del catalogo è stato inoltre prodotto un volume didattico rivolto ai ragazzi delle scuole: Con gli occhi di Nicolò, favole, sogni e suggestioni di un pittore del Cinquecento, con testi di Luana Ponzoni e progetto grafico di Enzo Pancaldi.

 

Nicolò dell'Abate, storie dipinte nella pittura del Cinquecento tra Modena e Fontainebleau, a cura di S. Béguin e F. Piccini, Cinisello Balsamo (Milano), Silvana Editoriale, 2005, 551 p., _ 40,00.

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