Rivista "IBC" XIII, 2005, 2

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / convegni e seminari, mostre e rassegne, pubblicazioni

Il Farinelli a Bologna. Mostra storico documentaria in occasione del 300° anniversario della nascita di Carlo Broschi detto il Farinelli, a cura di L. Verdi, Bologna, Museo Internazionale e biblioteca della musica di Bologna, 2005; Il fantasma del Farinelli. Centro Studi Farinelli (1998-2003), a cura di L. Verdi, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2005.
Omaggio a Farinelli

Elisabetta Landi
[IBC]

Sono il "Farinelli e gli evirati cantori" i protagonisti del convegno organizzato dal Centro studi Farinelli di Bologna, in occasione del trecentesimo anniversario della nascita del celebre cantante. L'incontro, svoltosi il 5 e il 6 aprile 2005 nell'aula magna della Biblioteca universitaria di Bologna, collaboratrice dell'iniziativa, si è avvalso del patrocinio dell'Istituto regionale per i beni artistici e culturali e del Comune di Bologna, con i contributi della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione Cassa di risparmio in Bologna. Musica e storia si sono avvicendate nelle relazioni di studiosi e di esperti di settore a livello internazionale. Un omaggio doveroso a Farinelli, al secolo Carlo Broschi, nato ad Andria, in Puglia, nel 1705 e morto nel 1782 a Bologna, dopo un soggiorno ventennale, visto che qui era giunto nel 1761.

Cittadino onorario bolognese, il celeberrimo castrato viveva con una brillante corte di artisti, coltivando i rapporti con le case regnanti e con la cultura europea. Un principe, nella Bologna del tempo. Così lo ritrasse Corrado Giaquinto nel dipinto fastoso già in sala Bossi e ora al Museo civico musicale (1755). Alle sue spalle i reali di Spagna, suoi mecenati ed estimatori: Ferdinando VI di Borbone e Barbara di Braganza, l'infelice e bruttissima sovrana, disprezzata dalla corte ma influente "sorella spirituale" del Farinelli, del quale condivise genialità e amarezze. Insignito dell'Ordine di Calatrava, il più alto concesso dalla corona, Farinelli influenzò la politica spagnola, dopo avere impresso una personale impronta alla vita culturale di quegli anni. Contribuendo prima, da quel genio poliedrico che era, alla ridefinizione del corso del Tago; poi riorganizzando i teatri del Buen Retiro e di Aranjuez, dei quali fu direttore. Un direttore assoluto, che decideva di cantanti e musicisti, metteva in scena allestimenti complessi e apparati sontuosi, incidendo, con le sue composizioni, sulla vita musicale spagnola. E su quella artistica, in quanto disegnatore e collezionista. Ma fu, proprio per questo, un ospite ingombrante, al punto che nel 1759, con l'ascesa al trono di Carlo III, gli toccò lasciare Madrid su invito del nuovo sovrano.

Così, dopo aver soggiornato un paio d'anni prima a Parma e poi a Napoli, arrivò nella città pontificia, dove abitò prima in un palazzo in via Santa Margherita e in seguito nella villa di via Lame. Un edificio fastoso, già al numero 228 (oggi via Zanardi 30), che andrà incontro a un lento degrado prima di essere adattato a sede di uno zuccherificio e poi abbattuto nel 1949. Una perdita irreparabile, evocata dalla dedica al Farinelli del parco circostante. Difficile valutare la perdita del patrimonio artistico straordinario e dell'archivio musicale qui conservati. Furono centotrenta i quadri della sua collezione, enumerati dall'inventario della raccolta: ritratti di papi e imperatori, paesaggi e prospettive, alcune bolognesi acquistate nell'ultimo periodo che si aggiungevano alle tele dell'Amigoni e Salvator Rosa, del Ribera, di Mattia Preti, di Giaquinto e dei pittori spagnoli. E in molte opere, come scrisse il Lanzi che ne visitò la collezione, "quel musico era ritratto sempre, ora in una ora in altra corte, in atto di essere accolto, applaudito e premiato da' Sovrani d'Europa". Ma non è tutto. Perché la villa diventò ben presto meta di pellegrinaggio, per regnanti e uomini di cultura. Da Giuseppe II a Burney, da Mozart a Casanova.

Del resto, Farinelli trattava da pari con gli ingegni di quegli anni. Metastasio, per esempio, che chiamava affettuosamente il Broschi suo "gemello amatissimo e adorabile", come si legge nel carteggio donato alla Biblioteca universitaria nel 1840 dalla pronipote del cantante, la contessa Maria Carlotta Pisani Tadolini. Un fondo archivistico prezioso, presentato al convegno da Sabine Radermacher, nel quale si conservano le prime stampe della produzione librettistica del Metastasio, accompagnate da amichevoli lettere di dedica. Una miniera, per ricostruire i travagli professionali del celebre poeta, presentata unitamente ad altri materiali nella mostra documentaria di corredo al convegno (dal 6 aprile al 18 maggio), già proposta nel 2001 a palazzo Marescalchi Dall'Armi, sede della Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici. Qui si ripercorre la vicenda straordinaria di Farinelli attraverso riproduzioni di carte d'archivio, corrispondenze, dipinti sparsi in tutto il mondo e spesso di rara reperibilità, con un'ipotesi di ricostruzione ideale degli interni della villa del famoso castrato. Il più celebre di tutti i tempi, come lo definirono le fonti, benché, purtroppo, una "voce perduta".

Curatore dell'esposizione, allestita da Roberto Sernicola e Jenny Servino, il professor Luigi Verdi, promotore dell'incontro di studi; consulenti storici Francesca Boris, Maria Pia Jacoboni, Vincenzo Lucchese e Carlo Vitali. Patrick Barbier, presidente del Centro studi Farinelli, ha coordinato invece la prima giornata del convegno insieme a Sandro Cappelletto, mentre a Francesca Boris dell'Archivio di Stato era affidata la moderazione della seduta del 6 aprile. I lavori, introdotti da una densa e appassionata relazione del rettore del Reale collegio di Spagna, Josè Guillermo Garcia Valdecasas, presentavano inediti documentari (Boris, Catarinella) e precisazioni sulla vita madrilena ed europea del celebre castrato (Morales, Torrione, Mc Geary, Valente); altri interventi ricostruivano possibili letture per gli anni bolognesi (Calore, Landi) e saggi inediti di cantanti-pittori (Lucchese). Faceva seguito una tavola rotonda presieduta da Lorenzo Bianconi a introduzione di un concerto di sopranisti realizzato in collaborazione con l'Associazione clavicembalistica bolognese. Una cerniera tra le due parti del convegno, dedicato, nella giornata del 6, alla vocalità dei castrati nell'Europa del XVIII secolo (Barbier, Pagano, Lucarelli, Gizzi, Chiarelli) e alla musica strumentale settecentesca (Jacoboni).

Ha corredato l'iniziativa la pubblicazione del catalogo della mostra; un denso strumento di studio che si affianca alla raccolta monografica Il fantasma del Farinelli, rassegna a cura di Luigi Verdi.

 

Il Farinelli a Bologna. Mostra storico documentaria in occasione del 300° anniversario della nascita di Carlo Broschi detto il Farinelli, a cura di L. Verdi, Bologna, Museo Internazionale e biblioteca della musica di Bologna, 2005, 86 p., s.i.p.; Il fantasma del Farinelli. Centro Studi Farinelli (1998-2003), a cura di L. Verdi, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2005, 119 p., _ 20,00.

 

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