Rivista "IBC" XIV, 2006, 4

Dossier: Una rete di cataloghi - La catalogazione informatizzata nei musei

musei e beni culturali, dossier /

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Giovanni Battista Pesce
[IBC]

Regno: Animalia; Tipo: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Primates; Famiglia: Hominidae; Genere: Homo; Specie: Sapiens. E la sottospecie? Nel caso del "genere umano" la questione offrirebbe facili quanto fantasiose risposte. Le pulsioni per classificare in modo ordinato questo nostro mondo si sono manifestate nella cultura umana offrendo diversi risultati nel campo della fede, della filosofia, della politica e così pure nella scienza. In quest'ultimo campo le pulsioni d'ordine trovarono nello svedese Carl von Linné (Råshult, 1707 - Uppsala, 1778) la sintesi di una concreta, razionale e condivisa proposta nella sua opera: Systema naturae, sive regna tria naturae systematice proposita per classes, ordines, genera et species (1735).

Questa proposta d'ordine facilitò il dialogo nel mondo della scienza e contribuì, non poco, all'evoluzione del "sentire" delle altre proposte "d'ordine" delle verità rivelate dalle fedi o presunte dai governanti. Il fecondo rapporto tra un interesse analitico e uno sintetico che nutre le curiosità e le ansie del "chi siamo e dove andiamo", dell'evoluzione dal big bang a non si sa cosa, è racchiuso nella "schedatura" dei "beni naturali". Carlo Linneo, così venne chiamato lo svedese in Italia, utilizzò criteri tassonomici basati, nel caso delle piante, su differenze tra le parti sessuali e, nel caso degli animali, su caratteristiche anatomiche interne. Oggi la classificazione si fonda ancora sulla nomenclatura binomiale di Linneo, arricchita di criteri moderni, quali rapporti evolutivi e caratteristiche genetiche, biochimiche e morfologiche dei diversi organismi.

Grazie all'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (ICCD) anche nel campo dei "beni naturali" le varie tipologie del patrimonio culturale hanno trovato uno strumento per essere ordinate. Nella seconda metà degli anni Ottanta, in seguito alla poderosa opera di classificazione posta in essere in occasione del IX centenario della fondazione dell'Alma Mater Studiorum di Bologna anche nei musei di scienza e storia naturale, l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) promosse un confronto tra i musei regionali di scienza e storia naturale, determinando la costituzione di un organismo di coordinamento e una scheda condivisa di catalogazione. Da subito tale azione fu avviata informando l'ICCD e proponendo un'azione comune. Sortì la proposta regionale che fu base, sino a oggi e con uno specifico prodotto informatico, per i progetti di catalogazione finanziati dall'IBC a favore dei musei.

L'oggi sta concludendosi e il domani è finalmente rappresentato da una scheda prodotta e condivisa a livello nazionale dal Ministero per i beni e le attività culturali (con l'ICCD), dalle Regioni (quelle storicamente impegnate in questo campo: Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e Sicilia), dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), dall'Ente per le nuove tecnologie l'energia e l'ambiente (ENEA) e dall'Associazione nazionale dei musei scientifici (ANMS). I tracciati delle schede per i beni botanici, zoologici, mineralogici, metrologici e planetologici sono stati presentati il 23 giugno 2006 presso l'Aula Magna del Rettorato dell'Università di Firenze. A tale obiettivo ora si presentano due ulteriori passi. Uno strettamente legato alle schede realizzate e relativo al licenziamento delle connesse normative e vocabolari: questi, già definiti, sono in fase di perfezionamento a seguito di prime tarature e saranno a breve presentate rendendo di fatto operative le relative schede. L'altro passo è quello che riguarda i beni paleontologici.

Solo completando questa dotazione si giungerebbe a offrire ai musei di scienza e storia naturale una batteria condivisa di schede che completerebbe l'ordinamento del patrimonio naturalistico in essi conservato, studiato e promosso a vantaggio di "esperti del mestiere" e "profani". L'IBC si sta adoperando affinché si sviluppi anche per la scheda sui beni paleontologici un gruppo di lavoro analogo a quello che ha prodotto le schede presentate a Firenze: un'esperienza positiva sia per quanto riguarda le competenze formali degli enti chiamati alla definizione degli standard catalografici, sia per l'informale cooperare tra le diverse realtà coinvolte.

A proposito di completezza e di omogeneità dello strumento catalografico credo debbano essere affrontati altri due aspetti. L'uno relativo alla restituzione pubblica del lavoro di schedatura che, favorita dalla cultura che caratterizza il mondo scientifico e dalla tipologia dei beni conservati, dovrebbe offrire l'opportunità di accesso a tutti tramite Internet. L'altro aspetto da affrontare riguarda il carattere e il grado d'impegno delle contribuzioni che la nostra Regione mette a disposizione. Si ritiene che limitare l'interesse dell'amministrazione alla diffusione massima di un precatalogo che permetta di sapere, per ogni bene, dove sia conservato e se abbia particolare tutela, non sia riduttivo. Questo permetterebbe lo sviluppo della ricerca e delle conoscenze, sostenute per altre vie e non impropriamente dalla "catalogazione".

 

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