Rivista "IBC" XV, 2007, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni, pubblicazioni, storie e personaggi

Il pittore Francesco Verlicchi dona la propria biblioteca alla comunità di Fusignano. E con essa tramanda la sua storia e la sua passione per l'arte.
Libri e pennelli

Rosaria Campioni
[IBC]

Il volume Francesco Verlicchi. Biblioteca d'artista. I libri e la pittura, pubblicato a cura di Orlando Piraccini e Paolo Trioschi nella collana "Immagini e documenti" dell'IBC (Bologna, CLUEB, 2006), rende conto dell'esposizione allestita nella Biblioteca Classense di Ravenna dal 7 dicembre 2006 al 6 gennaio 2007, e già presentata nell'inverno precedente al Museo "San Rocco" di Fusignano (Ravenna) in occasione dei novant'anni di Francesco Verlicchi. La mostra di dipinti (in cui i libri hanno sempre un ruolo fondamentale) ha reso omaggio all'artista che di recente ha donato alla biblioteca di Fusignano la sua straordinaria raccolta libraria: migliaia di monografie, cataloghi, manuali, opuscoli d'arte. Una vera e propria "biblioteca d'autore", supporto e strumento funzionale al lavoro creativo del pittore nel corso della sua attività e fedele registro dei diversi interessi coltivati lungo il suo percorso di formazione. Riprendiamo qui la pagina di presentazione del volume, scritta dalla Soprintendente per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna.

 

"Una raccolta di libri, anche quando non costituisce una grande biblioteca, è sempre il ritratto del suo proprietario" come osserva Ezio Raimondi, presidente dell'Istituto per i beni culturali, che aggiunge: "Piccolo o grande che sia, un collezionista è sempre il narratore di sé stesso". Ed è per questo che quando si disperdono le biblioteche, si smembrano i fondi librari, si va inesorabilmente verso lo sgretolamento di mondi vivi, con inevitabili perdite di identità, che è arduo poi ricostruire perfino virtualmente.

Francesco Verlicchi, con un gesto di sempre più rara nobiltà d'animo, ha inteso assicurare una conservazione integra della sua biblioteca - ossia del suo ritratto - destinandola al paese natale, e senz'altro il suo generoso dono andrà a incidere profondamente sulla fisionomia e sulla crescita della Comunale di Fusignano, come acutamente evidenzia il responsabile Giuseppe Bellosi nel suo contributo sulla scorta delle sagge leggi di Ranganathan, ben note alla comunità bibliotecaria.

Ricordo che nella rassegna fotografica apparsa nell'ultimo fascicolo del 2004 di "IBC", tesa a illustrare alcuni studi di artisti emiliano-romagnoli - Francesco Bocchini, Dino Boschi, Pirro Cuniberti, Norma Mascellani, Dante Mazza, Giulio Ruffini e Francesco Verlicchi - la cifra distintiva della stanza ravennate di Verlicchi era costituita proprio dalla intensa presenza libraria.1 In particolare osservando la straordinaria fotografia di Bruno Ferri (riportata pure in questo volume subito dopo la nota introduttiva di Carlo Polgrossi) che ritrae il pittore pensoso seduto tra la tavolozza e il cavalletto con una tela non ancora compiutamente dipinta, si resta colpiti, più che dai tubetti di colori in primo piano, dalla pervasività dei libri "vissuti" che sbucano da ogni parte. L'immagine fotografica, anche a un primo sguardo, comunica efficacemente che i libri sono gli inseparabili compagni di vita dell'artista fusignanese, che è solito infatti inserirli nelle sue composizioni insieme alle maschere, ai drappi e ai nastri colorati.

Le principali caratteristiche della cospicua biblioteca d'arte (circa quattromila volumi), iniziata a seguito dello stimolante viaggio a Parigi sullo scorcio degli anni Cinquanta del XX secolo e incrementata con costante passione, sono delineate dallo stesso Verlicchi con l'icastico giudizio: "Guarda i fauve e gli espressionisti, tenendo presente il tonalismo morandiano e la tradizione romagnola". L'affermazione, rivelatrice delle predilezioni del maestro per alcune espressioni artistiche, è stata pronunciata in occasione della conversazione con Linda Kniffitz, la quale si sofferma in questo catalogo sul nesso fra libro e pittura con particolare riguardo al duplice impiego da parte dell'artista dei libri: come repertorio e come oggetto. Orlando Piraccini, che da anni con singolare curiosità esplora gli "archivi" degli artisti romagnoli contemporanei, offre una conferma del dialogo stretto di Verlicchi con la sua raccolta libraria, compulsata sia come fonte di studio della pittura antica (fondamentale pure per l'insegnamento del disegno dal vero all'Istituto d'arte per il mosaico di Ravenna) sia come oggetto privilegiato, per la sua specificità fisica ed evocativa, nella composizione delle sue varie nature morte.

Le mostre allestite a Fusignano, presso il Museo civico "San Rocco", e a Ravenna, nella prestigiosa Biblioteca Classense, rappresentano un doveroso omaggio alla magnanimità del maestro Francesco Verlicchi che ha voluto rendere pubblica la sua raccolta formata con competente passione. Non vi è dubbio che lo studio e la valorizzazione di tale fondo esigevano come atto propedeutico la catalogazione on-line, nell'ambito del polo SBN della rete di Romagna, che è stata opportunamente intrapresa dalla Biblioteca di Fusignano al fine di assicurare la più ampia conoscenza per i lettori che si potranno recare a consultare i libri d'arte nella sala appositamente dedicata.

Nella mostra, oltre ai dipinti provenienti soprattutto da collezioni private, figurano altresì 24 caricature che fanno parte di una serie donata in passato al Comune di Fusignano, sulla quale si riportano i contributi di Alfredo Belletti (l'instancabile cultore di memorie fusignanesi, in quegli anni responsabile della Biblioteca, è ritratto in alcune caricature affettuosamente ironiche) e Antonio Savioli, già editi nel 1985 in occasione della presentazione della prima donazione.

Non dubito che le comunità di Fusignano e di Ravenna, in cui Verlicchi ha operato e può contare numerosi allievi, troveranno anche in futuro nuove opportunità per valorizzare il notevole patrimonio artistico e librario che il maestro ha voluto con lungimiranza e alto senso civile consegnare nel suo complesso per la pubblica fruizione, a testimonianza del suo amore per la migliore tradizione romagnola.

 

Nota

(1) Si veda in proposito: Nello studio dell'artista, "IBC", XII, 2004, 4, p. 3.

 

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