Rivista "IBC" XV, 2007, 2

biblioteche e archivi / media, progetti e realizzazioni

Forlimpopoli dedica una biblioteca e un portale al culto della cucina domestica.
Invito a Casa Artusi

Vincenzo Bazzocchi
[IBC]
Rino Pensato
[consulente bibliografico di Casa Artusi, Forlimpopoli (Forlì-Cesena)]

Il 23 giugno 2007, nella ristrutturata ex Chiesa dei Servi di Forlimpopoli (Forlì-Cesena), ha aperto al pubblico Casa Artusi, il primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana, un centro polifunzionale strutturato come una grande abitazione in cui sono presenti una cucina (laboratorio), una sala da pranzo, due biblioteche (Biblioteca di Casa Artusi, reale e virtuale, e Biblioteca civica), un salotto e sale (per incontri, mostre tematiche, proiezione dei film di soggetto gastronomico costituenti la consistente videoteca presente nelle raccolte documentarie). “Casa Artusi, la biblioteca in cucina” – questo è il titolo delle linee progettuali definite da un prestigioso comitato scientifico nella primavera del 2003 – riassume perfettamente filosofia e missione del nuovo istituto, la cui natura ha pochi riscontri nell’ambito della documentazione e della divulgazione della cultura gastronomica. Due servizi “chiave” del centro, sotto il profilo strettamente documentario, ma anche in quanto perni e “motori” delle altre attività, sono la biblioteca specializzata e il portale dedicato alla cucina domestica.

La biblioteca gastronomica è parte integrante e fulcro documentario di Casa Artusi. Al tempo stesso, per contenuti e servizi erogati, essa può essere anche considerata come una sezione o area specializzata della Biblioteca comunale di Forlimpopoli, a sua volta intitolata allo stesso Artusi perché nata proprio in virtù di una clausola del suo testamento, ove si stabiliva che tutti i volumi lasciati in eredità al Comune avrebbero dovuto servire come “fondamento e principio alla formazione di una pubblica biblioteca da istituirsi a Forlimpopoli”. La missione della biblioteca specializzata, coerente alle finalità dell’intero complesso, consiste nel raccogliere, conservare e offrire agli utenti documenti su ogni tipo di supporto, concernenti la “cucina domestica italiana”. Eccone in sintesi i nuclei costitutivi:

• una collezione artusiana, comprendente documenti manoscritti e a stampa appartenuti a Pellegrino Artusi, compresa la sua raccolta di libri dell’Ottocento, di pertinenza non gastronomica, nucleo originario dell’attuale Biblioteca civica;

• una Collezione multimediale di gastronomia, che raccoglierà documenti, su ogni tipo di supporto (cartaceo, audiovisuale, digitale), focalizzati intorno alla figura di Pellegrino Artusi e, più ancora, sulla cucina domestica italiana e straniera.

Si è optato per una nozione cronologicamente, geograficamente e concettualmente estensiva di “cucina domestica”, una nozione che prenda in considerazione tutto quanto, prima e dopo Artusi, può in qualche misura essere utilizzato per ricostruire un oggetto tuttora in via di definizione culturale e di ricostruzione storica quale è appunto la cucina familiare o di casa: si spiega così, per esempio, la progressiva acquisizione di ristampe e/o nuove edizioni, della più importante trattatistica, manualistica e varia letteratura gastronomica italiana dal XV secolo a oggi. Per gli stessi motivi sarà oggetto di una certa attenzione anche la produzione sull’argomento nelle principali lingue straniere: trattati, saggi, manuali, riviste, ricettari, libri di casa, romanzi e film interamente dedicati al tema o comunque a esso riconducibili. Sotto questo aspetto assumono una certa importanza, anche per la loro originalità nel panorama delle biblioteche italiane di approfondimento gastronomico, sezioni quali (si tratta, ovviamente, di denominazioni provvisorie):

• “Il romanzo della gastronomia”, raccolta di narrativa, teatro, e poesia legate al cibo e di saggi dedicati alla cucina di grandi personaggi della cultura e dell’arte, anche stranieri;

• “Nuovo Cinema Casa Artusi”, sezione molto ricca dedicata al cibo nel cinema, in Italia e all’estero.

Di notevole interesse, a livello propriamente biblioteconomico, si presenta la classificazione delle opere conservate nella biblioteca, adottata soprattutto per necessità di collocazione. Dopo un’attenta riflessione e una prima esperienza di utilizzo della Classificazione decimale Dewey – che comparirà comunque nelle schede di catalogo, nel rispetto degli standard e delle abitudini consolidate degli utenti delle biblioteche pubbliche – si è deciso di adottare uno schema di classificazione che elabora le categorie adottate dalla banca dati Cultura Gastronomica Italiana, preventivamente dimezzate e orientate a una più sistematica ed estesa espansione (aperta, sul piano teorico, a sempre nuove suddivisioni). Questo schema, visibile nel sito di Casa Artusi (www.pellegrinoartusi.it), è il frutto dell’appassionato lavoro di Antonio Tolo: già nel 2000, infatti, per una più coerente e sistematica ricerca nell’ambito della produzione editoriale italiana antica e moderna (ora denominata “Bibliografia Gastronomica Italiana”) la prima grande banca dati italiana sull’argomento proponeva delle pionieristiche categorie fondate sulla tipologia delle opere, a loro volta innestate su argomenti e lemmi familiari ai cultori di gastronomia (www.culturagastronomicaitaliana.it).

Le chiavi di Casa Artusi. Il portale della cucina domestica – insieme alla collezione, in via di completamento, delle prime 14 edizioni digitalizzate del “libro” artusiano per antonomasia, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene – è forse l’elemento più rilevante della Biblioteca digitale di Casa Artusi. Quest’ultima consentirà agli studiosi, ai ricercatori, ai cultori, semplicemente collegandosi con i siti che ospiteranno le 14 edizioni, di ripercorrere e di ricostruire l’itinerario collazionale seguito da Piero Camporesi per pervenire al testo della famosa edizione Einaudi e, perché no, anche di confrontarvisi criticamente. Il portale è il frutto congiunto del lavoro di Casa Artusi e della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell’Istituto regionale per i beni culturali (polorer.sebina.it/SebinaOsRER/switchMain.do?sysb=CULINARIA).

Un portale, secondo una delle tante definizioni reperibili su internet e in letteratura, è un sito che offre una “porta” di ingresso ad altri siti o ad altre risorse digitali. L’Australian Subject Gateways Forum definisce il subject gateway come “un meccanismo basato sull’uso di internet per accedere a collezioni di risorse selezionate e di alta qualità identificate come appropriate a supportare la ricerca e/o la didattica in una particolare disciplina”. I portali si distinguono in orizzontali, o generalisti, e verticali, ossia tematici. Le chiavi di Casa Artusi risponde sufficientemente a quest’ultima definizione: il suo “tema” (la sua missione) è indicato dal documento culturale costitutivo di Casa Artusi prodotto nel gennaio 2002 dal comitato scientifico incaricato della redazione del progetto, che poneva le basi del primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana.

Come era già avvenuto per la ricerca dei materiali convenzionali (libri, riviste, materiale cartaceo in genere, o materiale librario e non librario – quelle che in altri contesti la biblioteconomia anglosassone chiama old technologies: microformati, microfiche e microfilm, CD-ROM, nastri magnetici, i “vecchi” formati audiovisivi e multimediali) la casa in cui si voleva entrare (ossia il tema della “cucina domestica”) si è rivelata piuttosto ridotta e stretta rispetto alle sue porte d’ingresso (le risorse, le chiavi, il portale stesso). In altri termini, spesso le risorse che nel loro insieme costituivano il portale erano più grandi della casa e le chiavi troppo larghe per aprire la serratura, molto stretta, che consentiva l’accesso.

Indubbiamente è anche questione di risorse (quantità di tempo e di ricercatori) e di metodologie di ricerca: occorre moltiplicare le prime per poter affinare le seconde. Risultati più vicini e adeguati alla missione sono conseguibili e saranno, col tempo, conseguiti. Ma, allo stato attuale, quello che qui viene presentato, è, si perdoni l’apparente contraddizione, qualcosa di meno e qualcosa di più di quel che il nome suggerisce. La cucina domestica italiana si è rivelata un tema di ricerca teoricamente molto vasto, ma, stando ai risultati conseguiti finora, pochissimo documentato a livello di risorse convenzionali ed elettroniche. Per riempirlo di contenuti informativi si è dovuto lavorare, da fabbri, per limare, allargare, rimodellare la sagoma di serrature, chiavi, porte e portali, con uno sforzo di motivazione delle scelte tale, tuttavia, da consentirci di giungere a una conclusione.

Le risorse censite sono riassunte nella tabella riportata qui sotto. Si tratta di risorse generaliste e specialistiche, locali, regionali, nazionali e internazionali, e sono, se ci è consentito il termine, autoesplicative, tanto da esimerci, almeno in questa sede, da ulteriori indicazioni su cosa vi si può cercare e trovare. Basti dire che – direttamente, se pertinenti al tema, o indirettamente, per diverse vie rintracciabili nelle schede informative relative ai link – esse concorrono tutte a formare un mosaico, in cui il disegno centrale è la cucina domestica, ma gli elementi di contorno sono risorse diverse e varie relative a temi e oggetti ai quali la cucina domestica va in ogni modo rapportata.

[Rino Pensato]

 

Le chiavi di Casa Artusi. Il portale della cucina domestica - quadro sintetico delle risorse:

• Cataloghi [collettivi] in Emilia-Romagna

• Cataloghi collettivi nazionali

• Cataloghi collettivi internazionali

• Biblioteche italiane

• Biblioteche internazionali

• Biblioteche straniere

• Collezioni pubbliche italiane di materiali speciali

• Collezioni pubbliche straniere di materiali speciali

• Portali e banche dati italiani

• Portali e banche dati di paesi europei

• Portali e banche dati di paesi extraeuropei

• Banche dati italiane di prodotti

• Opere di consultazione italiane

• Opere di consultazione straniere

• Periodici italiani online

• Periodici stranieri online

 

 

Caratteristiche tecniche di Sebina “Open Search”

L’ambiente digitale offre ormai un’ampia gamma di strumenti per la ricerca e l’accesso a una vasta pluralità di fonti e a differenti tipologie di risorse. Tra queste, annoverate ora nelle più ampie integrating resources, si è venuta affermando la nozione generica di “portale”, con cui attualmente, soprattutto in ambito bibliotecario, si intende porre il focus sull’unicità dell’accesso e sull’integrazione delle risorse digitali (e non) nell’ambito di servizi sempre più orientati alle esigenze degli utenti.

Il portale Le chiavi di Casa Artusi è stato costruito come un’applicazione del modulo “Open Search” del software Sebina Open Library, promosso e prodotto dall’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna e dalla società Data Management. Questo componente costituisce la piattaforma che permette a un’istituzione culturale (biblioteca, mediateca, museo, ecc.) di scegliere, organizzare e rendere disponibili le risorse per rispondere in modo intuitivo e simultaneo alla richiesta di un’informazione organizzata e completa.

Con Sebina “Open Search” si può ricercare: nel catalogo locale e in altri Online Public Access Catalogue (OPAC) regionali, nazionali, internazionali; in sistemi aderenti alla Open Archive Iniziative (OAI); in banche dati, riviste e testi elettronici, ovvero in tutte quelle fonti accessibili in rete e in locale che siano state individuate e configurate. La ricerca e il recupero dei documenti avvengono tramite protocolli standard come Z39.50 e OAI e protocolli proprietari basati su http (fra cui Sebina “OPAC”). In particolare, per i sistemi OAI, Sebina “Open Search” dispone di un proprio sistema per l’harvesting dei metadati, implementando il protocollo PMH.

Per quanto riguarda l’organizzazione dei contenuti, l’istituzione può costruire i propri percorsi di ricerca aggregando le risorse disponibili in base a criteri che rispondono alle diverse esigenze: tematiche, geografiche, di cooperazione, interdisciplinari. È quindi possibile creare il proprio knowledgebase a partire dall’ampia gamma di risorse messe a disposizione da Sebina “Open Search”, individuando i percorsi più significativi da offrire alla propria utenza mediante un processo continuo di arricchimento.

Un ulteriore componente, Sebina “Link”, arricchisce i risultati della ricerca con una serie di servizi correlati al documento individuato (full text, table of content, abstract, estensione della ricerca a motori di ricerca, servizi di document delivery e di inter library loan). Si tratta di un meccanismo di “aggancio” dei servizi al documento, scelto dall’utente, che avviene tramite la risoluzione della sintassi OpenURL generata da “Open Search”, Sebina “OPAC” o da qualsiasi altro source OpenURL. L’istituzione può scegliere le modalità di presentazione e i servizi da proporre, cioè le regole di linking, in funzione dei livelli di fruizione definiti e coerenti con la propria missione.

Infine Sebina “Open Search” è conforme alle raccomandazioni del W3C relative all’accessibilità, rispetta le norme WAI WCAG 1.0 previste per il livello A e garantisce la validazione tecnica (HTML) e dei fogli di stile (CSS).

[Vincenzo Bazzocchi]

 

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