Rivista "IBC" XV, 2007, 3

Dossier: Biblioteche e archivi di ente locale: il censimento 2004

biblioteche e archivi, dossier /

Per una programmazione su misura

Rosaria Campioni
[IBC]

L'esigenza di una rilevazione puntuale sul territorio emiliano-romagnolo delle strutture e dei servizi delle biblioteche e degli archivi storici di ente locale, avvertita da tempo, si trasforma nel 2003 in necessità improrogabile a seguito dell'approvazione della Direttiva regionale sugli standard e gli obiettivi di qualità ai sensi dell'articolo 10 della Legge regionale 18/2000 "Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali" che assegnava all'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) non solo il compito di elaborare, in collaborazione con i soggetti interessati, "gli standard di servizio e di professionalità degli addetti", ma anche la loro verifica ai fini della "concessione di contributi".

La valutazione dei servizi, intesa come valido supporto alle scelte della programmazione culturale, non poteva prescindere dalla conoscenza analitica degli istituti rilevata con criteri uniformi. Se l'ultimo censimento regionale dedicato alle biblioteche di ente locale si riferiva al 1996, quello relativo agli archivi storici risaliva addirittura alla fine degli anni Settanta. D'altro canto occorreva altresì tener presenti i profondi cambiamenti che hanno caratterizzato gli istituti culturali in questi ultimi decenni e lo sviluppo delle discipline archivistiche e soprattutto biblioteconomiche, che tendono a spostare l'accento dal ruolo di conservazione a quello di servizi per l'utenza. In un simile contesto l'attività di censimento si fa più complessa: non può limitarsi alla rilevazione di dati anagrafici e quantitativi tesi a produrre asettiche statistiche, ma deve fornire anche gli elementi per valutare la qualità, l'efficienza e l'efficacia dei servizi.

Sono stati quindi elaborati due modelli di scheda dettagliata, uno per le biblioteche e l'altro per gli archivi - condivisi con gli uffici alla cultura delle Province - per svolgere un censimento su tutto il territorio e costituire una solida base per la misurazione dei servizi e per un monitoraggio permanente. Entrambe le schede, oltre ai dati anagrafici e sui patrimoni, hanno rivolto una particolare attenzione alle informazioni sui servizi e alle voci utili per verificare il rispetto degli standard previsti dalla Direttiva regionale. Per fare sì che la prima rilevazione generale, coerente con la nuova normativa, fosse la più omogenea e completa possibile, la Soprintendenza per i beni librari e documentari ha deciso di impiegare alcuni censitori, appositamente formati, che hanno compilato la scheda presso i diversi istituti con l'aiuto dei responsabili. La ricognizione, condotta su 466 biblioteche e su 349 archivi storici di ente locale, fotografa la situazione al dicembre 2004 e rappresenta la base di riferimento per la costituzione di due banche dati che si intende implementare in maniera organica con cadenza annuale. Gli articoli di questo dossier riportano i risultati principali, con una prima analisi su scala regionale e provinciale.

Per quanto concerne il settore bibliotecario, rispetto ai censimenti precedenti, si può rilevare un generale miglioramento delle sedi,1 un consolidamento della partecipazione alla rete del Servizio bibliotecario nazionale (SBN), una crescita delle sezioni per ragazzi e dei servizi multimediali. Il settore archivistico presenta non poche criticità e sconta il ritardo con cui in tale ambito si fa strada la "cultura del servizio". Si possono tuttavia registrare alcuni segnali positivi: incremento di inventari e altri strumenti di corredo, aumento delle domande di intervento nell'ambito dei piani annuali - a cui ha corrisposto un maggior impegno regionale e di alcune Province - e sperimentazione di nuove forme organizzative fondate sulla cooperazione tra diversi archivi di una medesima zona per far fronte in particolare all'annosa mancanza di archivisti. Nonostante l'indubbia differenza tra i due settori, anche in termini di servizio all'utenza, non si può tacere che il problema del personale qualificato costituisca la vera sfida da affrontare e da presidiare da parte delle amministrazioni locali che intendano mettere a disposizione dei cittadini servizi di qualità.

È in corso l'aggiornamento dei dati relativi al 2005 e al 2006, che sarà completato entro la fine di quest'anno grazie alla collaborazione diretta dei vari istituti e delle Province. È essenziale che la misurazione e il monitoraggio rientrino nell'attività ordinaria degli istituti come strumenti di autovalutazione e bussole per un percorso di progressivo miglioramento. Le basi informative con i dati di tre anni permetteranno di operare raffronti sia trasversali (per esempio: per Comuni con il medesimo numero di abitanti...), sia su singoli istituti, per valutare gli auspicabili processi di sviluppo o l'insorgere di criticità, contestualizzandole correttamente per individuare le soluzioni migliori in una logica di sistema.

I sistemi informativi, bibliotecario e archivistico, potranno consentire una programmazione più consapevole e favorire azioni sinergiche di riequilibrio. L'attività valutativa è un processo necessario ma complesso che deve tener conto di diversi fattori che travalicano il settore culturale e i confini regionali. Forse con sistemi informativi attendibili, anche su scala nazionale, la cultura potrebbe recuperare una diversa visibilità e uno spazio maggiore come strumento di crescita della persona e trovare un riconoscimento più tangibile ai vari livelli di governo.

 

Nota

(1) Si veda in proposito il dossier Cantieri culturali. Nuovi spazi per biblioteche e archivi, a cura di L. d'Alfonso, "IBC", XIII, 2005, 1, pp. 57-80.

 

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