Rivista "IBC" XVI, 2008, 1

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni, storie e personaggi

Aeropittura futurista. Angelo Caviglioni e gli altri protagonisti, a cura di B. Buscaroli, Bologna, Bononia University Press, 2007.
Caviglioni il futurista

Mirko Nottoli
[collaboratore delle Collezioni d'arte e di storia della Fondazione Cassa di risparmio in Bologna]

Forse non tutti sanno che Angelo Caviglioni - il pittore futurista che conobbe Marinetti nel 1913 a Londra, a cui fu legato da profonda stima e affetto - è nato e morto a Bologna e durante gli anni d'oro del movimento prese parte alle più importanti rassegne e manifestazioni d'arte, tra cui tutte le biennali dal 1926 al 1942 e le quadriennali romane del '35 e del '39. Forse non tutti sanno che mentre per tanti artisti il Futurismo fu una specie di ventata che li investì solo per qualche anno, Caviglioni fu "pittore futurista a vita" che dipinse da futurista fino al 1977, quando il Futurismo aveva esaurito già la prima, la seconda e anche la terza fase, e solo perché il 1977 fu l'anno in cui la morte lo colse novantenne, altrimenti avrebbe continuato chissà per quanto ancora. Forse non tutti sanno che la prima opera compiutamente futurista vista a Bologna fu di Caviglioni e si chiamava Le luci e i trams di Bologna. Forse non tutti sanno che per Marinetti Bologna era la città più antifuturista d'Italia e che Caviglioni fu il principale animatore del movimento in città, insieme a Tato, a Sabattini, a Cinti, ad Alberti e che la città, tradizionalmente mai generosa con le avanguardie, lo ripagò con un precoce e premeditato oblio, al punto che Caviglioni nel 1971 fece un quadro con su scritto "ai critici mafiosi merda". Se lo appese al collo, si fece fotografare, ne fece una cartolina e la spedì a chi di dovere.

Forse non tutti lo sanno. Ecco perché la Fondazione Cassa di risparmio in Bologna, che nel 2002 ha ricevuto in donazione gran parte dell'opera pittorica dell'artista, ha deciso di dedicare a questo singolare e dimenticato personaggio la sua prima vera antologica, in occasione dei trent'anni dalla sua morte (Casa Saraceni, 16 novembre 2007 - 20 gennaio 2008). Senza la presunzione di presentare un genio incompreso ma per far conoscere una vicenda umana e artistica che merita di essere nota, perché è un pezzo di storia del nostro Paese che si intreccia con la storia dell'unico grande movimento d'avanguardia italiano, perché è soprattutto una vicenda personale esemplare per coerenza, dedizione e onestà. L'immagine scelta a simbolo della mostra, più che mai emblematica, è una foto tra le più note e riprodotte di tutto il Futurismo, scattata a Bologna nel 1922: Marinetti con bombetta, Tato che fa una boccaccia, e il nostro Caviglioni, serio, composto, mite, non come qualcuno di passaggio ma come prim'attore attivo e consapevole. A riprova della stima che legò Caviglioni e Marinetti, nella piccola monografia edita dal gruppo futurista "Marconi" nel 1942, è il padre indiscusso del movimento a "collaudare" l'artista, definendolo "stupefacente aeropittore non inferiore ai grandi aeropittori".

L'aeropittura nasce nel 1929, con un Manifesto seguito da una mostra. Caviglioni vi aderisce per naturale predisposizione. Da qui la decisione di allestire una mostra nella mostra, una sorta di sezione introduttiva con un'opera per ciascuno degli interpreti di questa declinazione del secondo futurismo, quando, come scrive la curatrice, Beatrice Buscaroli, "a quasi vent'anni dalla proclamazione del Manifesto di fondazione, la macchina di Marinetti prese le ali". Ecco dunque le vedute vorticose e spericolate nelle sperimentazione ardite dei capolavori di Crali, Tato, delle Site, d'Anna, Dottori, Bruschetti, Fillia, Rosso, Ambrosi, Bonetti, Barbara, Di Bosso, Prampolini, provenienti da importanti musei e istituzioni italiani, pubblici e privati.

Opere suggestive, di grande impatto scenico, geniali nelle composizioni e nelle invenzioni formali, che al di là dell'aspetto superficialmente ludico nascondono ben altri significati e valori. La conquista del cielo, infatti, da materiale si fa presto spirituale: l'aereo, la macchina, le meraviglie del progresso magnificate per sé stesse si scoprono tramiti per avvicinarsi a Dio. Poco tempo dopo il Manifesto dell'aeropittura compare, come sua naturale evoluzione, il Manifesto dell'arte sacra futurista. La mostra, che nel Museo della sanità presentava anche una selezione di documenti, articoli, carteggi e fotografie giunti alla Fondazione a corredo della donazione, è stata completata da un catalogo, futurista nella grafica ed esauriente nei contenuti, e da un video appositamente realizzato: in attesa delle celebrazioni del 2009 per il centenario della nascita del movimento, la Fondazione Cassa di risparmio in Bologna non vuole trovarsi impreparata.


Aeropittura futurista. Angelo Caviglioni e gli altri protagonisti, a cura di B. Buscaroli, Bologna, Bononia University Press, 2007, 300 pagine, 35,00 euro.

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