Rivista "IBC" XVI, 2008, 4

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni, leggi e politiche

Un progetto europeo indaga sui numeri e sulle caratteristiche del volontariato nell'ambito dei beni culturali. Per proporre le strategie più efficaci nel gestire una risorsa così vitale.
Si accettano volontari

Valentina Galloni
[IBC]
Margherita Sani
[IBC]

Il patrimonio culturale europeo rappresenta la traccia materiale del nostro passato, della nostra storia e dei cambiamenti della nostra società nel corso dei secoli. Per conservarlo e valorizzarlo sono però necessarie risorse maggiori di quelle che il settore pubblico è in grado di sostenere. In alcuni Paesi europei, più che in altri, questi compiti sono equamente suddivisi tra il settore pubblico e privato; per esempio, in società dove il senso civico è molto forte, spesso sono proprio le persone che operano volontariamente ad assicurare che luoghi, monumenti e oggetti di valore storico e culturale vengano tramandati, intatti e valorizzati, alle generazioni successive. Centinaia di donne e uomini, ogni giorno, donano per libera scelta il loro tempo alla cura del patrimonio culturale, e questa risorsa non è meno importante di quanto viene ottenuto attraverso donazioni tangibili.

I volontari sono attivi in tutti i settori della società e il loro numero è in costante aumento in tutti i Paesi europei. Il loro ruolo non è da considerarsi come semplice sostitutivo di figure professionali retribuite ma, per svariati motivi, assume una connotazione socialmente assai più rilevante. Il volontariato è infatti considerato un importante strumento per la crescita professionale e personale dell'individuo, un mezzo fondamentale di inclusione e integrazione sociale e un potente stimolo per una cittadinanza attiva e responsabile.1 Peraltro, la qualità dell'apporto che il volontariato è in grado di dare al settore dei beni culturali è il risultato di molteplici componenti: accanto alla costanza e alla generosità delle parti, contano anche l'adozione di soluzioni organizzative strutturate e innovative, la chiarezza dei rapporti e soprattutto un forte impegno da parte di tutti gli attori coinvolti. Riflettere su queste componenti è oggi, oltre che un bisogno sempre più avvertito e condiviso, un'opportunità importante per la crescita di una comune cultura nella gestione delle istituzioni culturali.

Per questo, negli ultimi due anni, alcune importanti iniziative - il Workshop dell'European Museum Forum di Bertinoro,2 la III Conferenza nazionale dei musei organizzata dalla sezione Italia dell'International Council of Museums (ICOM),3 il convegno sul volontariato organizzato dal Museo del tessuto di Prato,4 e la conferenza di Torino organizzata dalla Fondazione Fitzcarraldo5 - hanno posto il tema al centro di un interessante dibattito, che ha visto come protagonisti le associazioni di volontariato attive in questo campo e le istituzioni culturali, in particolar modo i musei, in cui i volontari operano.

Le raccomandazioni scaturite dal laboratorio di Bertinoro, e le risoluzioni conclusive di Verona pubblicate in seguito alla conferenza dell'ICOM, hanno fornito un punto di partenza comune per ottenere un'azione coerente nel campo del volontariato per il patrimonio culturale. Nei due documenti ivi prodotti sono stati individuati alcuni punti imprescindibili per ottimizzare il valore e la posizione del volontario nelle istituzioni culturali:

· l'urgenza di un pieno riconoscimento del valore del volontariato da parte dei professionisti del settore;

· l'esigenza di una politica di gestione delle risorse umane, esplicita e integrata, e di una figura di coordinamento;

· l'importanza di una formazione continua;

· la necessità di formalizzare la relazione tra volontari e organizzazione tramite un contratto o un altro documento che definisca i ruoli, i diritti, i doveri, le aspettative e le limitazioni reciproche.

Sebbene la specificità italiana richieda particolare cautela, nuovi stimoli e prospettive possono scaturire dal confronto con la situazione europea. Proprio per comprendere e analizzare la situazione del volontariato nel settore culturale a livello europeo, è nato il progetto "VoCH - Volunteers for Cultural Heritage", entro il quale sono stati realizzati anche il workshop di Bertinoro e la conferenza di Prato. Finanziato dal Programma europeo "Lifelong Learning Grundtvig" per il biennio 2008-2009, il progetto vede la partecipazione di alcune istituzioni europee, tra cui, in ambito italiano: l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC), l'European Centre for Cultural Organisation and Management di Roma (ECCOM) e il Museo del tessuto di Prato. Tutte impegnate in uno studio del volontariato nei beni culturali in ambito europeo e nell'identificazione delle strategie più efficaci per gestirlo. La ricerca, che ha coinvolto sia i Paesi partner del progetto sia altri Paesi europei, ha identificato alcune questioni significative che ci sembra opportuno riportare in questa sede.

· L'importanza di una infrastruttura che supporti il volontariato a livello nazionale, regionale o locale: una infrastruttura (in particolare i centri per il volontariato nazionale o locale), che promuova il riconoscimento del volontariato, fornisca opportunità di formazione e faciliti l'incontro tra domanda e offerta, è essenziale per supportare la crescita e la comprensione delle dinamiche sottese al volontariato. Un'infrastruttura di questo tipo è particolarmente necessaria nei Paesi in cui il fenomeno è ancora in fase iniziale.

· La necessità che all'interno di un'organizzazione il volontariato sia pianificato e supportato: un buon programma di volontariato, infatti, non nasce dal nulla, ma richiede una serie di norme di buona pratica che includono la nomina di un coordinatore, una politica gestionale e procedure strutturate per il reclutamento, l'inserimento, la formazione, il supporto continuo, la supervisione, la gestione delle problematiche, il riconoscimento e la gratificazione dei volontari.

· L'importanza della promozione del valore del volontariato all'interno dell'organizzazione: è necessario che lo staff e gli amministratori delle istituzioni culturali abbiano piena consapevolezza del fatto che il lavoro del volontario ha un valore che va ben oltre lo svolgimento del compito assegnato. I volontari sono infatti promotori ineguagliabili della missione del museo e delle istituzioni culturali, in quanto comunicano passione e impegno al pubblico reale e a quello potenziale. La ricerca ha invece dimostrato che spesso i professionisti si sentono minacciati dalla presenza dei volontari oppure li considerano persone che svolgono solo un semplice lavoro.

· L'utilizzo del volontariato come fattore di inclusione sociale: in alcuni Paesi, i musei e le organizzazioni culturali, spesso supportati dalle agenzie e dalle istituzioni che si occupano del loro coordinamento, sono attivamente impegnati nella ricerca di modalità per promuovere la diversità all'interno della loro forza lavoro volontaria, nel tentativo di includere gruppi tradizionalmente meno attivi in questo settore. La definizione di diversità dipende dalla composizione della forza lavoro: può comprendere persone di giovane età, persone con una modesta provenienza socioeconomica o persone con differenti retroterra etnici, culturali o religiosi (in alcuni casi si tratta di gruppi minoritari da molto tempo presenti nella comunità, in altri casi di gruppi di immigrazione relativamente recente). È auspicabile che una notevole diversità all'interno del volontariato, a tutti i livelli, possa promuovere il dialogo interculturale e diminuire le barriere culturali.

· Il volontariato come possibile sbocco lavorativo: la ricerca ha evidenziato che questo tipo di esperienza è particolarmente rilevante come preparazione alla carriera professionale per le persone di giovane età, in particolare per i laureati. Allo stesso tempo, come è stato notato studiando specifici casi, il volontariato può essere una strada verso il lavoro e la partecipazione per persone che si trovano ai margini della società e utilizzano questa esperienza come un primo passo verso l'inclusione sociale.

· Le differenti motivazioni e i differenti modelli di volontariato: alcune interviste suggeriscono che oggi, più che in passato, le persone tendono a svolgere attività di volontariato per progetti brevi e mirati che suscitano il loro interesse. Lo scopo è trascorrere in modo positivo un certo periodo e svolgere qualche attività senza assumere necessariamente un impegno per il futuro. Molte organizzazioni stanno perciò sviluppando una politica più attiva verso i loro volontari, utilizzando capacità manageriali e progetti per ricavare un mutuo beneficio dall'esperienza.

· Il volontariato on-line: con questo termine non ci si riferisce solo all'incontro tra domanda e offerta realizzato attraverso i siti web e i database, ma anche la tendenza, in aumento, a offrire servizi on-line e a svolgere i propri compiti utilizzando Internet (documentazione, data entry, e tutto quello che può essere fatto a distanza).

· Il volontariato offerto dalle grandi imprese: in alcuni Paesi le grandi imprese "prestano" i loro addetti e orientano il proprio personale a offrire prestazioni volontarie a organizzazioni esterne. Questo sostegno, tuttavia, molto raramente sembra sfociare in una collaborazione strutturata nel lungo periodo con centri di volontariato o, più in generale, con il settore del volontariato.

Obiettivo prioritario del progetto è trasformare gli esiti della ricerca in opportunità formative sia per i volontari sia per i loro coordinatori all'interno delle istituzioni culturali. In Italia, alla formazione dei coordinatori dei volontari saranno dedicate due giornate a Bologna, il 10 marzo e il 7 aprile 2009. Altri corsi di formazione si terranno nel corso del 2009 in Austria e Slovenia. Un'importante conferenza è prevista a Manchester dal 9 al 13 giugno 2009, mentre la conferenza conclusiva del progetto si svolgerà a Prato il 2 ottobre 2009. Nell'autunno 2009 verrà pubblicato anche un manuale rivolto ai musei e alle istituzioni culturali, manuale che toccherà tutti i temi affrontati dal progetto.

Nel corso della ricerca e dei primi eventi il progetto ha riscosso un notevole interesse da parte degli operatori del settore. Uno degli obiettivi a lungo termine è, quindi, quello di stabilire una rete tra le istituzioni interessate al tema del volontariato. Per questo il sito www.amitie.it/voch/ è stato predisposto per raccogliere le informazioni sul progetto (materiali, link ad altri progetti, calendario degli eventi) ma è anche uno strumento di partecipazione attraverso il quale chiunque può contribuire alla ricerca e agli sviluppi futuri del progetto.


I partner del progetto "VoCH"

· Slovenian Museums Association, Lubiana, Slovenia;

· IBC - Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, Italia;

· Amitié srl, Italia;

· Museo del tessuto di Prato, Italia;

· Manchester Museum, Manchester, Regno Unito;

· ECCOM - European Centre for Cultural Organisation and Management, Roma, Italia;

· MUSIS - Association for Supporting Museums and Private Collections in Styria, Graz, Austria;

· EMF - European Museum Forum Trust, Bristol, Regno Unito.


Note

(1) Manifesto for Volunteering in Europe 2006: www.cev.be.

(2) European Museum Forum Workshop 2007, "Volontariato, patrimonio culturale e musei: promuovere la cittadinanza attiva", Bertinoro, 17-21 ottobre 2007: www.ibc.regione.emilia-romagna.it/wcm/ibc/menu/dx/10progettieu/approfondimenti/voch.htm.

(3) III Conferenza nazionale dei musei d'Italia, "Professionisti e volontari per un nuovo modello di gestione dei beni culturali in Italia", Verona, 4 dicembre 2007: www.icom-italia.org. Per approfondimenti si veda anche il resoconto della conferenza pubblicato da Cristina Da Milano e Valentina Galloni su "Aedon. Rivista di arti e diritto on-line", 2007, 3: www.aedon.mulino.it/archivio/2007/3/galloni.htm.

(4) "I volontari nel museo. Esperienze in Europa e in Italia", Prato, 18 gennaio 2008: www.amitie.it/voch/index3.htm.

(5) "La qualità nei musei piemontesi. L'avvio dell'accreditamento dei musei del Piemonte e la qualità nell'organizzazione del volontariato museale", Torino, 1 dicembre 2008: www.fitzcarraldo.it/formaz/2008/standard_musei.htm.

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