Rivista "IBC" XVII, 2009, 1

biblioteche e archivi / pubblicazioni

La Biblioteca dei Pico nel palazzo ducale di Mirandola. Il catalogo del 1723, a cura di G. Montecchi, Mirandola (Modena), Gruppo Studi Bassa Modenese, 2006.
La biblioteca dei Pico

Cristina Arbizzani
[direttrice della Biblioteca comunale di Mirandola (Modena)]

Pubblicato nel 2006, il volume La Biblioteca dei Pico nel palazzo ducale di Mirandola. Il catalogo del 1723, curato da Giorgio Montecchi, costituisce ancora un vero e proprio caso editoriale, dal momento che ha portato a conoscenza del largo pubblico un prezioso fondo librario del quale non si aveva più notizia: la biblioteca appartenuta alla famiglia Pico di Mirandola. Che si tratti di un vero e proprio "scoop" è dimostrato dal fatto che neppure la biblioteca proprietaria, la Teresiana di Mantova, ne aveva consapevolezza, e che solo all'abile lavoro del Gruppo Studi Bassa Modenese è da attribuire il merito della scoperta.

La prima dispersione della biblioteca avviene nel 1716, quando la "libreria mirandolana" viene trasferita, insieme a mobili e quadri della corte dei Pico, nel palazzo ducale di Mantova, per ordine dell'amministrazione cesarea (gli Estensi erano subentrati ai Pico da qualche anno). Nel 1723 viene redatto un inventario, comprendente anche il nome degli stampatori, di cui un esemplare è conservato fra i manoscritti della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Nel corso del secolo, parte del patrimonio va disperso, e col tempo si perde la memoria della specificità del fondo, trasferito presso l'attuale Accademia Virgiliana per volontà di Maria Teresa d'Austria. Uniti ai fondi librari dell'Accademia e non più individuabili, i libri dei Pico confluiscono nella biblioteca del soppresso Collegio dei Gesuiti di Mantova, da cui poi nascerà l'attuale Teresiana, inaugurata nel 1780.

In base all'inventario del 1723 sono stati analizzati i titoli, e, in mancanza di ex libris, si sono rintracciati numeri di catena derivanti probabilmente da uno spostamento o da un riscontro inventariale, che hanno portato all'individuazione dei libri a stampa e dei manoscritti dei Pico; in alcuni dei volumi a stampa l'individuazione è stata agevolata dalla presenza, sui piatti di copertina, dello stemma della famiglia impresso a caratteri dorati. Nella raccolta sono degne di menzione la Bibliotheca Universalis di Gessner e l'Epitome di Simler, pubblicate a metà del XVI secolo, opere bibliografiche fondamentali e di respiro europeo, che denotano la volontà dei Pico di formare una biblioteca di alto livello. Federico II Pico si interessò soprattutto a opere di carattere politico e storico (Bodin, Machiavelli, Dante, eccetera) e a testi riguardanti l'educazione del principe a corte e in società, a fianco di opere filosofiche che risentivano anche delle correnti culturali d'Oltralpe, perlomeno finché i Pico rimasero alleati della Francia. Quando Federico II Pico si alleò con l'Impero, anche la raccolta libraria risentì dei condizionamenti della censura romana, e accompagnò, incrementata regolarmente, le vicende di Alessandro I e Alessandro II Pico, fino alla dispersione settecentesca.

Dopo il Concilio di Trento, la biblioteca ducale riflette le aspettative culturali della corte e dei numerosi religiosi che la frequentano, in primis i Gesuiti; riflette inoltre l'importanza che le scienze della natura stavano acquisendo fra Sei e Settecento, coniugando filosofia e scienze matematiche. Da segnalare anche numerose opere sulle fortificazioni, e le varie rappresentazioni cartografiche. Consistente risulta anche la raccolta giuridica, che annovera fra i propri titoli opere importanti della tradizione bolognese ed europea. Il catalogo del 1723 viene riportato in fondo al volume, nella trascrizione effettuata da Simonetta Calzolari. L'opera è corredata da tavole che riportano la riproduzione di frontespizi e copertine dei volumi.


La Biblioteca dei Pico nel palazzo ducale di Mirandola. Il catalogo del 1723, a cura di G. Montecchi, Mirandola (Modena), Gruppo Studi Bassa Modenese, 2006, 210 pagine, 20,00 euro.

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