Rivista "IBC" XVII, 2009, 1

musei e beni culturali / mostre e rassegne

"Early Paintings from Cento and Bologna", New York, Istituto italiano di cultura, 2 febbraio - 2 marzo 2009; "Il giovane Guercino tra Cento e Bologna", Bologna, Accademia di belle arti, 21 marzo - 30 aprile 2009.
Il giovane Guercino

Elisabetta Landi
[IBC]

È arrivata da oltreoceano la mostra "Il giovane Guercino tra Cento e Bologna", titolo italiano della kermesse "Early Paintings from Cento and Bologna" dedicata a Guercino dall'Istituto italiano di cultura di New York tra il 2 febbraio e il 2 marzo 2009. Sono una trentina le opere dell'esposizione, riproposte anche a Bologna dal 21 marzo al 30 aprile nell'Aula Magna dell'Accademia di belle arti. Curatori della manifestazione - organizzata dal Comune di Bologna e dal Comune di Cento (Ferrara), in collaborazione con Bologna Incoming e con il Consorzio Albergatori - sono Fausto Gozzi e Milena Naldi, ma nel comitato figurano Denis Mahon, massimo esperto del Guercino, Daniele Benati, Keith Christiansen, Andrea Emiliani, Luigi Ficacci, Renato Miracco, Eugenio Riccomini e David Stone.

Sono opere straordinarie, tele e affreschi provenienti in maggior parte da Cento, che testimoniano del primo percorso del pittore. Un percorso, forse, per certi aspetti meno noto, ma che a noi emiliani dovrebbe stare particolarmente a cuore. Perché è proprio nelle opere giovanili che l'artista esprime quell'appassionato naturalismo che gli deriva dall'esempio dei Carracci, dimostrandosi fin da subito all'altezza della sua fama. Si comincia con una novità assoluta, la Madonna della Ghiara (1600-1605), prima opera sicura del Barbieri, ora conservata in una collezione privata. Quando la dipinse sulla parete esterna della casa dei suoi genitori, Francesco era un adolescente. Si era trovato tra le mani una stampa che riproduceva un'immagine devozionale, nota all'epoca come la "Madonna di Reggio", e aveva pensato bene di raffigurarla sulla sua abitazione, forse per proteggere la sua famiglia. Ma quella sacra icona fece molto di più, perché proprio grazie a quel ragazzo, così sensibile e dotato, si radicò nel sentimento religioso dei centesi.

Guercino aveva un animo devoto, e fin da giovane gli piaceva, nella città natale, rifugiarsi nella chiesa dei Cappuccini e sedersi, in silenzio, a osservare una grande pala. La Sacra Famiglia con San Francesco, dipinta da Ludovico Carracci nel 1591, fu la sua scuola, e gli insegnò parecchio. Lo colpivano gli sbattimenti di luce, il pulviscolo sospeso, e soprattutto lo affascinava la naturalezza con cui Carracci ritraeva le cose; persino gli affetti, tanto veri da ricordargli il carattere della sua gente. Ne tenne conto in alcuni dei quadri più affascinanti che si ammirano in mostra: la Madonna del Passero, tenerissima, o la Madonna che offre un bocciolo di rosa al Bambino, "affresco portatile" proveniente da Roma e oggi a Bologna, nelle raccolte della Fondazione Cassa di risparmio: un'immagine dolcissima, dalle sottigliezze atmosferiche ed emotive tipiche dei primi lavori del pittore, dove non mancano gli echi della pittura veneziana, altro ingrediente fondamentale della sua formazione, collaudato nel 1619 con una seducente Sibilla.

Ma ciò che più colpisce il visitatore sono i paesaggi, tema privilegiato nella prima produzione. I modelli sono ancora i Carracci, ma questa volta è Annibale che fornisce l'esempio con le sue opere più veritiere: la Pesca in valle ora al Louvre o il Paesaggio fluviale di Washington, ben lontane dal sogno edenico del paesaggio classico. Così è l'osservazione pronta e a tratti anche arguta che caratterizza il centese, e la capacità di guardarsi intorno e di cogliere il palpito della vita. Lo si vede, alla mostra, negli affreschi dei fregi della casa Panini (1615), ora alla Pinacoteca civica di Cento, fonti di ispirazione per le decorazioni di tante ville del bolognese: la palude dove si acquatta il Cacciatore che spara alle anatre, i campi della bassa valle del Reno raffigurati con vivacità nella Mietitura e nella Battitura del grano, o il corso fluviale disseccato in prossimità di Renazzo, riconoscibile nella Fiera sul Reno Vecchio (1618), un quadro formidabile dei Musei Vaticani, già attribuito a un "bambocciante" (un fiammingo? un romano?), e invece opera del Guercino. Quel pittore fin da giovane così autentico, vero protagonista del nostro Seicento.

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