Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / leggi e politiche, pubblicazioni

F. Ulisse, Tutela della cultura e cultura della tutela. Cartografia archeologica e legislazione sui Beni Culturali in Italia e in Europa, Bologna, Ante Quem, 2009.
Tutele a confronto

Maria Pia Guermandi
[IBC]

Nell'overloading informativo nel quale navighiamo sempre più, a rischio di esserne travolti, le boe che ci orientano nei nostri percorsi di ricerca divengono sempre più preziose. È quanto riesce a fare il volume di Francesca Ulisse su Tutela della cultura e cultura della tutela, un commento aggiornato delle legislazioni sui beni culturali in Europa che, pur sinteticamente, riesce a rendere conto, soprattutto attraverso il metodo costante del confronto, delle diverse concezioni ideologiche, culturali, sociali e storiche alla base delle differenti elaborazioni normative che oggi, nel loro insieme, contribuiscono alla salvaguardia del patrimonio culturale europeo.

Strettamente intrecciata all'analisi delle legislazioni di tutela è poi la disamina delle diverse tendenze metodologiche nell'ambito della cartografia archeologica: strumento prioritario di quell'archeologia preventiva che, in epoche di grandi trasformazioni territoriali come questa, diviene forse il terreno privilegiato, e insieme più complesso, della nostra capacità di analisi, salvaguardia e valorizzazione del paesaggio nel quale viviamo. Un paesaggio di cui la cartografia è rappresentazione mai neutrale.

Nella preziosa introduzione, Giovanni Azzena sottolinea appunto, con l'acume che gli è proprio, gli snodi semantici, legislativi e culturali in senso ampio, di termini quali tutela e paesaggio, e ribadisce la necessità, sempre più urgente nel nostro Paese, della costruzione di un linguaggio comune fra tutti coloro che, a diverso titolo e diversa finalità, operano sul territorio affinché la difficile, ma inderogabile attività di pianificazione territoriale divenga non più una prova di forza fra gruppi portatori di esigenze contrapposte, ma un'operazione condivisa.

La lettura comparativa delle legislazioni di tutela di moltissimi Paesi europei consente di evidenziare, in modo molto efficace, le diverse concezioni del patrimonio culturale (e archeologico in particolare) che ne costituiscono il primo motore. Per quanto riguarda l'Italia, questa lettura è un sano esercizio di confronto con altre esperienze, certo più recenti e meno blasonate rispetto a una tradizione come la nostra, che risale cronologicamente e ideologicamente alla Roma papalina di epoca rinascimentale, ma che in compenso hanno saputo risolvere radicalmente l'endiadi natura-cultura arrivando a legiferare su "ambiente culturale" (Svezia) e soprattutto saldandola, in modo operativo, alla pianificazione. In questo senso l'autrice opera una fondamentale partizione fra Paesi dell'area nordeuropea, portatori di una percezione globalizzante di paesaggio e beni culturali, e Paesi mediterranei, per i quali il patrimonio è ancora rappresentato da un insieme, spesso quantitativamente molto rilevante e forse soverchiante, di oggetti e monumenti.

Così, per esempio, la nostra legislazione, anche nel recente Codice, continua a non risolvere un'impostazione da elenco, da parcellizzazione, che mal si coniuga con quella più sistemica del paesaggio culturale. La contrapposizione geografica si ripropone anche attraverso l'analisi delle esperienze di cartografia archeologica: mentre i Paesi del Nord-Europa mirano decisamente all'elaborazione di prodotti integrabili nella pianificazione territoriale, nei Paesi mediterranei, anche per la ricchezza dei dati rilevati, la produzione cartografica appare caratterizzata da una maggiore analiticità e complessità (a scapito, in molti casi, della chiarezza espositiva), ma soprattutto è troppo spesso riservata alle finalità della ricerca accademica.

I Paesi dell'Est europeo, il cui inserimento all'interno dell'insieme di studio rappresenta uno dei motivi di maggiore novità e interesse della ricerca, per taluni aspetti si collocano a metà fra queste due aree. Si tratta di legislazioni recenti (successive al 1989), nelle quali, per evidenti ragioni storiche, al patrimonio culturale viene assegnato un valore centrale nel processo di costruzione di una identità nazionale. In alcuni casi, la possibilità di verificare nel tempo i risultati delle applicazioni dei diversi percorsi legislativi degli altri Paesi europei ha condotto a esiti di grande interesse e innovazione, come nel caso della Romania per quanto riguarda l'ambito dell'archeologia preventiva. Il volume si segnala, infine, per la presenza di un ampio riassunto inglese (ben più di un abstract), che ne potrà senza dubbio allargare la diffusione a un contesto europeo, quale è quello a cui si rivolge.


F. Ulisse, Tutela della cultura e cultura della tutela. Cartografia archeologica e legislazione sui Beni Culturali in Italia e in Europa, Bologna, Ante Quem, 2009, 136 pagine, 14,00 euro.

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