Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3

musei e beni culturali / pubblicazioni

Le lacrime delle ninfe. Tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, a cura di B. Orsini, Bologna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Editrice Compositori, 2010.
Gocce d'ambra

Maria Luigia Pagliani
[Istituto nazionale di studi verdiani, Parma]

Il giovane Fetonte, ottenuto dal padre, il Sole, il permesso di guidare il suo carro, perde il controllo dei cavalli. Giove è costretto ad abbatterlo con un fulmine. Fetonte cade nell'Eridano e le Eliadi, sue sorelle, in segno di lutto, si trasformano in pioppi: le loro lacrime divengono gocce d'ambra. Questo è il mito antico sull'origine dell'ambra, mito ricordato nel titolo del volume curato da Beatrice Orsini per la collana "Emilia-Romagna Musei e Territorio - Dossier" dell'Istituto regionale per i beni culturali. Il libro presenta un repertorio dei principali oggetti d'ambra conservati nei musei e nelle collezioni emiliano-romagnoli.

Il repertorio è strutturato in due parti: la prima comprende i musei ove i manufatti d'ambra sono numericamente consistenti e tipologicamente più significativi; nella seconda sono segnalati musei e raccolte di grande importanza, dove però le ambre sono meno numerose. Per ogni museo e collezione è presente una scheda generale riassuntiva, che richiama la provenienza, la cronologia e la tipologia dei manufatti realizzati a partire dalla preziosa resina. L'introduzione è seguita dalle schede dei materiali più importanti.

Nettamente prevalente è la presenza dei musei archeologici, a testimoniare la diffusione dell'ambra nel mondo antico. Ritenuta una sostanza particolarmente preziosa (Plinio, per esempio, ne sottolinea il prezzo altissimo, superiore anche a quello di alcuni schiavi in buona salute), viene utilizzata per anelli, monili, vaghi di collana, finiture di pregio. La sua fortuna prosegue nei secoli successivi. L'ambra conserva la sua caratteristica di materiale pregiato, destinato a oggetti di lusso, il cui possesso denota prestigio e ricchezza, come testimoniano gli stipi, i cofanetti e le piccole sculture conservate presso la Galleria Estense di Modena.

Il catalogo, che si presenta come un primo importante strumento d'indagine per chi voglia conoscere gli oggetti in ambra presenti sul territorio regionale e come un veicolo di promozione per una tipologia di oggetti meno nota al grande pubblico, è preceduto da saggi introduttivi che collocano l'uso di questo materiale in un contesto storico e culturale più ampio. La curatrice si sofferma sulla natura e sulla diffusione dell'ambra presso gli antichi, che ne conoscevano anche il valore terapeutico e la utilizzavano per curare, fra l'altro, affezioni allo stomaco, alla gola e come antidolorifico. Elisabetta Landi tratteggia invece l'importanza del mito di Fetonte e delle Eliadi nell'iconografia, dall'Umanesimo al Neoclassicismo. Il mito, infatti, è stato fonte di ispirazione di pittori, scultori e letterati per oltre quattrocento anni.

Il volume si conclude con un'utile appendice che raccoglie le fonti greche e latine (presentate anche in traduzione) e la bibliografia generale, alle quali si poteva forse aggiungere un corredo di indici analitici per facilitare ulteriormente la consultazione. I musei e gli istituti culturali che custodiscono i materiali hanno concretamente collaborato alla realizzazione di questa opera, che si avvale dei contributi di Fede Berti, Florence Caillaud, Manuela Catarsi, Federica Cavani, Silvia Chicchi, Anna Dore, Nicola Bianca Fabry, Gianluigi Felice, Paola Goretti, Roberto Macellari, Monica Miari, Cetty Muscolino, Paola Palmiotto, Lara Taccini e Patrizia Von Eles.


Le lacrime delle ninfe. Tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, a cura di B. Orsini, Bologna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Editrice Compositori, 2010, 288 pagine, 28,00 euro.

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