Rivista "IBC" XVIII, 2010, 4

Dossier: Sono vecchie queste regioni? - Dalla politica di Augusto all'Italia della Costituzione

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /

Molti più di quaranta

Valeria Cicala
[IBC]
Vittorio Ferorelli
[IBC]

In occasione della XII edizione di "Antico/Presente. Festival del Mondo Antico", svoltasi a Rimini dal 25 al 27 giugno 2010, l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna ha proposto un incontro intitolato "Sono vecchie queste regioni? Dalla politica augustea alla Costituzione" (antico.comune.rimini.it). Ci sembrava opportuno proporre all'attenzione del pubblico il significato attuale del concetto di regione, riflettere sulle radici antiche di questa parola e sulle circostanze in cui le fu attribuito un significato che può, in parte, coincidere con quello che poi ha assunto.

Nella nostra penisola si comincia a parlare di regioni in un tempo assai remoto, tra il 28 e il 18 avanti Cristo, quando Ottaviano, il futuro Augusto, oltre alle province dell'impero si trovò impegnato a riorganizzare un'Italia straziata da lunghi anni di guerre civili. Un articolo scritto nel 1978 sul "Resto del Carlino" dal professor Giancarlo Susini per ricordare Gianfranco Tibiletti, un altro antichista che aveva dedicato molti studi al tema delle regioni, ci ha suggerito il titolo dell'iniziativa e ci ha ulteriormente stimolato a realizzare questo confronto (l'articolo è riprodotto nelle pagine successive del dossier). Così, insieme a quella di Guido Fanti, primo presidente della Regione Emilia-Romagna, si può qui ritrovare la voce di due studiosi impegnati nell'ambito dell'antichistica e dell'archeologia, Claudio Zaccaria dell'Università di Trieste e Jacopo Ortalli dell'Università di Ferrara, e quella di Angelo Varni, professore di storia contemporanea all'Università di Bologna.

L'idea di regione - elaborata più compiutamente nel 1948, nell'ambito della Costituzione, per essere attuata solo nel 1970 - affonda le sue radici moderne nell'Unità d'Italia, ma è un elemento istituzionale che nel nostro Paese cerca faticosamente di affermarsi muovendosi tra due concetti, regionalizzazione e regionalismo, felicemente illustrati da Lucio Gambi nel suo saggio su Le "regioni" italiane come problema storico.1 Le due espressioni si applicano bene anche al progetto augusteo; come sostiene anche l'antichista Umberto Laffi, la costruzione di Augusto è un omaggio al regionalismo. Le regiones hanno una mera funzione inventariale, sono entità destinate a finalità statistiche, strettamente connesse all'esigenza di censire la popolazione: per farlo, si accorpano gli individui per aree geografiche e per etnie, per affinità culturali e linguistiche.2 Siamo quindi di fronte al riconoscimento di un'identità che precede sia i processi di uniformità istituzionale, sia un'organizzazione decentralizzata, ma che è funzionale ai poteri dello Stato, nell'ambito dei quali si definisce la regionalizzazione.

I contributi dei quattro relatori tracciano un quadro efficace della dimensione antica, come pure delle istanze e delle problematiche che ancora accompagnano l'istituzione. Dalla diversità degli approcci e dall'analisi delle vicende politiche attuali, proprio soffermandoci su questa regione che fu l'octava, poi l'Aemilia e ora l'Emilia-Romagna, si compone ancora con forza un quadro riconoscibile dei profili territoriali e culturali. E si legge, in lontananza, quel paesaggio fisico e umano che Plinio il Vecchio descriveva nella sua Naturalis Historia qualche tempo prima d'essere asfissiato e travolto dal magma che distrusse Pompei. Nell'economia di questo dossier, altrettanto evocative e capaci di fissare la storia della regione sono le tavole acquerellate di Sergio Tisselli, realizzate per illustrare il fascicolo Nove passi nella storia. L'Emilia-Romagna si racconta, che è stato presentato al termine dell'incontro riminese.3 Quella pubblicazione è stata il frutto di un progetto ideato e curato da funzionari provenienti da diversi settori della Regione, ed era destinata al sito web della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo (www.emilianoromagnolinelmondo.it). L'obiettivo iniziale era proporre la storia di questa parte di Italia per brevi schede e foto on line. Poi, approfittando del quarantesimo anniversario della creazione delle regioni (lanostrastoria.regione.emilia-romagna.it), si è pensato di comporre una vera e propria sintesi storica, intrecciandola ad alcune immagini evocative, affidate alla mano di un eccellente illustratore e fumettista. Nove passi nella storia perché nove sono le province e nove gli episodi-chiave scelti per incardinare il racconto: un modo diverso per ricordare, per dare memoria, mentre si lavora per una regione e per un paese che deve riscoprire la sua Unità.


Note

(1) L. Gambi, Le "regioni" italiane come problema storico, "Quaderni Storici", XII, 1977, 34, pp. 275-298 (ripubblicato in versione elettronica sul sito dell'IBC: Parliamo di.../Lucio Gambi: un catalogo multimediale, a cura di M. P. Guermandi e G. Tonet, www.ibc.regione.emilia-romagna.it/wcm/ibc/menu/dx/07parliamo/storico/gambi.htm).

(2) U. Laffi, Colonie e municipi nello Stato romano, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007.

(3) Nove passi nella storia. L'Emilia-Romagna si racconta, a cura di V. Cicala, V. Ferorelli, G. Pietrantonio, illustrazioni di S. Tisselli, Bologna, Regione Emilia-Romagna, 2009.

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