Rivista "IBC" XIX, 2011, 1

biblioteche e archivi / media, progetti e realizzazioni

A dieci anni dall'avvio del progetto, il Sistema bibliotecario di Ateneo fa il punto sulla catalogazione dei libri antichi conservati nelle biblioteche dell'Università di Bologna.
Vetusti e preziosi

Maria Pia Torricelli
[Biblioteca centrale "Gian Paolo Dore" della Facoltà di ingegneria dell'Università di Bologna]

La catalogazione retrospettiva dei volumi antichi posseduti dalle biblioteche dell'Università bolognese si inserisce nel più ampio progetto di recupero catalografico dell'intero patrimonio librario delle biblioteche dell'Alma Mater, promosso e finanziato dal Sistema bibliotecario di Ateneo a partire dalla seconda metà degli anni Novanta. Tra il 2001 e il 2002, a fronte dell'ormai avviata attività di conversione retrospettiva dei cataloghi relativamente al patrimonio librario moderno, il Sistema deliberò l'avvio della catalogazione retrospettiva dei fondi antichi. Nell'ambito dell'Indice per il libro antico e in osservanza del limite cronologico convenzionale adottato dal Servizio bibliotecario nazionale (SBN), obiettivo generale del progetto fu la catalogazione dei volumi monografici editi fino al 1830 posseduti dalle biblioteche dei dipartimenti e delle facoltà dell'Ateneo, al fine di avviare processi di conoscenza, tutela, valorizzazione e digitalizzazione.

L'incarico di realizzare il progetto fu assegnato a un gruppo di lavoro, composto da alcuni bibliotecari dell'Ateneo e da un bibliotecario della Biblioteca Universitaria. La prima attività del gruppo è stata censire i fondi antichi presenti nelle biblioteche dell'Ateneo; il censimento ha rilevato la presenza di un patrimonio librario antico quantitativamente più ingente di quanto non si fosse preventivamente stimato, circa diciottomila volumi, numero che, a un'ulteriore verifica svolta nel corso del 2010, si è ulteriormente incrementato. Il gruppo di lavoro ha collaborato con l'Area dei contratti e degli appalti nelle pratiche connesse alla gara per assegnare a una ditta specializzata i lavori di catalogazione, e in questi anni ha sovrainteso allo svolgimento delle attività e ai controlli di qualità.

La catalogazione è stata realizzata al livello minimo previsto dalla Guida alla catalogazione in SBN del libro antico, con in più la rilevazione del registro, il controllo repertoriale (nei casi di dubbia identificazione dell'edizione o degli autori) e l'indicizzazione dei dati di provenienza degli esemplari. I lavori, iniziati nel 2002, hanno proceduto con una media di duemila catalogazioni e relative collocazioni all'anno. Sul piano gestionale, per garantire la completa sicurezza di oggetti bibliografici a volte molto fragili, ma comunque sempre culturalmente e patrimonialmente importanti, si è deciso di catalogare all'interno delle singole biblioteche. Inoltre, eventuali riproduzioni di parti delle opere per le esigenze della catalogazione sono state effettuate mediante una piccola fotocamera digitale, acquistata dal Sistema bibliotecario appositamente per il progetto.

La decisione di lavorare all'interno delle biblioteche, anziché in una sede esterna, ha consentito di limitare lo stress fisico a cui sono stati sottoposti i volumi, ha garantito ai responsabili dei singoli fondi il costante controllo sia sul patrimonio che sull'andamento dei lavori e ha evitato di incorrere in inevitabili oneri assicurativi. È però facile comprendere come da questa scelta operativa siano derivate alcune criticità, legate all'esigenza di conciliare la presenza e l'orario di lavoro dei catalogatori con la disponibilità di spazio, di postazioni di lavoro in rete e di presenza dei bibliotecari responsabili dei fondi. Problemi che tuttavia si sono risolti positivamente, grazie alla grande disponibilità dimostrata da tutti gli attori coinvolti. Il Sistema ha supportato le biblioteche anche mettendo a disposizione un computer portatile che è stato utilizzato in mancanza di postazioni di lavoro libere.

Alla fine del 2010 è stata completata la catalogazione in outsourcing di diciottomila volumi, ma a oggi, complessivamente, sono state recuperate oltre diciannovemila notizie bibliografiche. Un risultato raggiunto grazie alla flessibilità propria di un progetto di catalogazione in linea, che ha consentito l'integrazione di strategie di recupero tra loro diverse, per garantire costantemente efficienza, efficacia ed economicità. È il caso del fondo della Biblioteca di Ingegneria "Gian Paolo Dore", che, per esempio, non è stato oggetto di recupero autoptico: raccolto il parere positivo della Soprintendenza per i beni librari e documentari, si è proceduto con la riconversione del catalogo a stampa esistente, perché era stato redatto in anni recenti secondo standard aggiornati di catalogazione del libro antico.1 Nella scorsa primavera il fondo "Rivalta" della sezione ravennate della Biblioteca del Dipartimento di archeologia è stato oggetto di studio e catalogazione nell'ambito di una tesi di laurea specialistica.2 Infine, in questi anni, al progetto del Sistema bibliotecario di Ateneo si sono affiancati alcuni interventi di biblioteche che hanno trovato al loro interno le risorse per procedere alla catalogazione di parte o di tutto il loro patrimonio.


Dal censimento iniziale e dal successivo lavoro di catalogazione è emerso che i volumi antichi posseduti dalle biblioteche dell'Ateneo coprono tutti gli ambiti disciplinari e l'intero arco cronologico della stampa di antico regime, ma è ampiamente e prevalentemente documentata l'editoria del Settecento e del primo Ottocento (circa l'80% dell'intero patrimonio). Si tratta di un posseduto distribuito in maniera puntiforme in moltissime delle biblioteche del Sistema bibliotecario: a oggi, sono 35 le biblioteche, di tutti gli ambiti disciplinari, che possiedono volumi antichi. Mentre, dal punto di vista della consistenza, i numeri più rilevanti si hanno nell'area sociale e nell'area umanistica, che coprono circa il 60-65% dell'intero patrimonio.

Esiste una grande disomogeneità nella consistenza dei singoli fondi, che possono contenere da poche unità bibliografiche a oltre cinquemila volumi (come al Dipartimento di scienze giuridiche "Antonio Cicu"). Disomogenee sono risultate anche le vicende costitutive dei diversi fondi. In alcune biblioteche, prevalentemente di ambito scientifico, ritroviamo acquisizioni anche molto vecchie, sette-ottocentesche: è il caso dei fondi antichi delle biblioteche dei dipartimenti di Astronomia, Scienze anatomiche, Matematica, Biologia evoluzionistica sperimentale, Scienze della Terra, e delle biblioteche delle facoltà di Agraria e di Ingegneria. Altri fondi, invece, sono stati originati da donazioni novecentesche: per esempio, il fondo "Supino" della Biblioteca del Dipartimento di arti visive; il fondo "Pellicciotti Storace" presso la Biblioteca biomedica; il già menzionato fondo "Rivalta" presso la sezione ravennate del Dipartimento di archeologia; e molti altri ancora.

Di grandissimo interesse sono le raccolte di volumi antichi costituitesi grazie all'impegno di un docente: ne sono esempio le acquisizioni curate da Guido Horn D'Arturo e da Luigi Dal Pane, confluite rispettivamente nella Biblioteca del Dipartimento di astronomia e nella Biblioteca del Dipartimento di discipline storiche, antropologiche e geografiche; in questi casi la passione verso l'antiquariato si è intrecciata strettamente a quella per la ricerca: i volumi, infatti, vennero acquistati sia per gusto collezionistico e bibliologico, sia per concreti interessi scientifici.

Se dall'osservazione sommaria delle raccolte spostiamo l'attenzione ai singoli volumi, la catalogazione dei dati di esemplare ci consente di individuare nessi tra i libri delle biblioteche accademiche e quelli delle biblioteche cittadine, e non solo. Le note di possesso, siano esse costituite da firme, timbri, stemmi o ex libris, gettano una luce ulteriore sui libri e sui rapporti che li hanno legati a chi li ha posseduti, scritti, donati; quando la catalogazione porta alla luce i "segni" che i lettori hanno lasciato sui libri, questi acquisiscono un valore archivistico che si aggiunge a quello bibliografico e bibliologico. In questo senso la catalogazione in rete apre amplissime possibilità di ricerca: la rilevazione e l'indicizzazione delle provenienze consentono la ricostruzione di antiche librerie.

Sono riemersi, per esempio, reperti di biblioteche di antichi professori dell'Università di Bologna, le cui librerie talvolta erano state donate integralmente agli istituti in cui lavorarono e talaltra erano state oggetto di diaspora. Aprire uno di questi volumi significa imbattersi nella firma o nello stemma gentilizio di intellettuali importanti per la storia dell'Ateneo bolognese e, più in generale, del patrimonio culturale della città: Ulisse Aldrovandi, Giovanni Antonio Magini, Luigi Ferdinando Marsili, Giuseppe Monti, Giosuè Carducci, Pietro Riccardi, Bartolomeo Passarotti. E sono solo i nomi più emblematici.


A dieci anni dall'avvio del progetto sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati: l'incremento delle notizie bibliografiche presenti nel Catalogo on line del Polo bolognese e in quello nazionale, e una migliore e più diffusa accessibilità, sul piano bibliografico, dei fondi librari antichi delle biblioteche accademiche. Ma oltre ai risultati, altri ne sono arrivati, anche imprevisti. In questi anni di lavoro, infatti, al fianco di fondi già ampiamente noti ne sono riemersi altri sinora inaccessibili agli studiosi e completamente non censiti. Sulla base delle catalogazioni curate dal Sistema bibliotecario sono state avviate attività di studio che hanno costruito interessanti percorsi di approfondimento storico-scientifico: ne sono esempi il catalogo a stampa del fondo "Luigi Dal Pane",3 e le mostre allestite in occasione delle ultime edizioni di "Artelibro" da alcune biblioteche dell'Ateneo.4 Infine sono stati realizzati miglioramenti sul piano della tutela nell'ambito delle singole strutture coinvolte, che in occasione dell'intervento di recupero catalografico hanno svolto ricognizioni inventariali, riordini e ricollocazioni dei volumi.

Il progetto, che si prevede di concludere nei prossimi tre anni, ha una propria pagina sul portale del Sistema bibliotecario di Ateneo (www.biblioteche.unibo.it/sba/progetti/catalogazione-antico). Inoltre, sulla base del Catalogo on line del Polo bolognese del Servizio bibliotecario nazionale, per consentire una ricerca più veloce e meno "rumorosa" è stata creata una maschera di interrogazione specifica relativa ai soli volumi antichi delle biblioteche dell'Università (sol.cib.unibo.it/SebinaOpac/Opac?sysb=ANTICO, in fase di sperimentazione).


Note

(1) Il patrimonio librario antico della Biblioteca di Ingegneria, a cura di B. Brunelli, C. Bucchioni, M. P. Torricelli, Bologna, Pitagora, 1992.

(2) M. Cordisco, "Il fondo Rivalta nella Biblioteca del Dipartimento di Archeologia di Ravenna", relatore L. Baldacchini, Università di Bologna, Corso di laurea in Scienze archivistiche, librarie e dell'informazione documentaria, 2008-2009.

(3) Catalogo dei libri e dei periodici antichi della biblioteca del Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università degli Studi di Bologna, a cura di F. Cazzola e G. Fidelio, Roma, Carocci, 2007 (www.dds.unibo.it/DisciplineStoriche/Ricerca/Catalogo_dei_libri_e_dei_periodici_antichi.htm).

(4) Dipartimento di arti visive (edizione 2009); Dipartimento di chimica "Giacomo Ciamician", Dipartimento di discipline storiche, antropologiche e geografiche e Dipartimento di biologia evoluzionistica sperimentale - Orto botanico (edizione 2010).

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