Rivista "IBC" XIX, 2011, 3

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi

C. Mazzotti, Giuseppe Turchi. Un pittore, una marchesa, un carteggio, Villa Verucchio (Rimini), Pier Giorgio Pazzini Editore, 2010.
Il pittore e la marchesa

Orlando Piraccini
[IBC]

L'autrice di questo bel libro è bibliotecaria da sempre e sempre, alla soglia dei suoi novant'anni, cercatrice di memorie perdute. Carla Mazzotti la si può dunque immaginare, leggendo il suo ultimo racconto storico, ancora in servizio effettivo permanente nella savignanese Accademia dei Filopatridi, pratica come pochi nel destreggiarsi fra libri, carte, documenti. Come se, insomma, fosse ancora in campo, con il suo quotidiano impegno e con l'idea guida del lavoro come pubblico servizio e come pubblica utilità. Ci si accorge, infatti, fin dalle prime pagine, che il libro, scaturito certo dalla sua passione innata per la ricerca archivistica e l'indagine storiografica, è tutt'altro che amatoriale, semplice frutto di un passatempo e di un diletto in età di dopolavoro.

Ma la più bella sorpresa è scoprire in Carla Mazzotti estro narrativo unito a brillantezza di scrittura. Così, anche certe impervie fonti archivistiche, o intricati carteggi, diventano pagine davvero attraenti per il lettore di Giuseppe Turchi. Un pittore, una marchesa, un carteggio. È microstoria quella che ci viene narrata in questo libro, ma la vicenda è di per sé seducente. Potrebbe appartenere al modo della fiaba, se non fosse che nulla c'è di immaginario in quel che l'autrice racconta, e tutto trova riscontro nelle carte. Gli attori, come li ha definiti Arturo Menghi Sartorio nella sua presentazione, sono personaggi veri, esistiti per davvero; la vicenda che li riguarda s'innesta in un tempo reale, che risale all'ultimo scorcio del XVIII secolo, e ci introduce in contesti non solo d'ambito locale.

Sulla scena troviamo un personaggio di spicco in campo umanistico e filosofico come l'abate savignanese Giovanni Cristofano Amaduzzi, una marchesa mantovana, Maria Teresa Cristiani in Castiglioni, un notissimo incisore riminese, quel Francesco Rosaspina autore copista di tante belle scene pittoriche. Ma è a un pittore locale, di nome Giuseppe Turchi, che Carla Mazzotti ha affidato la parte del protagonista della storia, dedicandogli un tratteggio particolare. Sconosciuto ai più, finora dimenticato dagli storici e dai critici, l'artista riemerge dal carteggio tra l'abate savignanese e la marchesa mantovana, rinvenuto dalla scrittrice alla Rubiconia Accademia di Savignano: 37 lettere scritte da Maria Teresa all'Amaduzzi tra il 1786 e il 1791, che s'aggiungono alle 62 spedite da Savignano a Mantova, oggi conservate all'Archivio di Stato di quest'ultima città.

Carla Mazzotti s'è imbattuta in Giuseppe Turchi consultando questo carteggio, rimanendone subito attratta. Fin da quando, una prima volta, il nome del pittore savignanese viene accostato al raffaellesco ritratto di Baldassarre Castiglione, che la marchesa avrebbe tanto desiderato avere, almeno in una copia ben fatta, non avendo lei mai conosciuto direttamente il dipinto originale. Qui dunque, introdotto dal buon Amaduzzi, si esibisce il nostro pittore; e, parrebbe, con grande successo, se è vero che in anni successivi sarebbero poi arrivate altre committenze dalla zona d'influenza della Cristiani Castiglioni, sostanzialmente per meriti acquisiti come buon copista. Da parte sua l'Amaduzzi, sempre prodigo di apprezzamenti ed elogi, scrive a un certo punto alla marchesa di vedere il giovane Turchi "incamminarsi a gran passi a dare alla patria un nuovo e vero pregio che prima non aveva, qual è quello di avere prodotto un pittore di merito".

Dal carteggio savignanese-mantovano e da altre fonti, Carla Mazzotti ci riferisce che Giuseppe Turchi morì giovane nel 1799, a soli 39 anni, ma che ebbe modo di mettersi in mostra anche fuori dal paese natìo. Nella sua ricostruzione della vita e della stessa famiglia d'origine, non mancano le informazioni riguardanti la formazione (prima presso Solieri Brancaleoni, a Rimini, poi con un pittore di vaglia come Cristoforo Unterperger) e certi intrecci relazionali del pittore con altri noti personaggi in campo artistico a Bologna, a Roma, a Parma e poi in Romagna. Particolarmente interessante, negli ultimi anni di vita, è il rapporto instauratosi con il prete pittore Stefano Montanari, autore di tanti dipinti sacri nelle chiese tra Savignano, Gatteo e il Cesenate. Sono dunque notizie preziose quelle che filtrano dalla trama del libro di Carla Mazzotti. Ed è facile pensare che sul ritrovato Giuseppe Turchi pittore non mancheranno prossimamente altri significativi spunti d'interesse e nuove rivelazioni.


C. Mazzotti, Giuseppe Turchi. Un pittore, una marchesa, un carteggio, Villa Verucchio (Rimini), Pier Giorgio Pazzini Editore, 2010, 104 pagine, senza indicazione di prezzo.

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