Rivista "IBC" XIX, 2011, 4

Dossier: Storie di Risorgimento - L'Unità d'Italia vista dall'Emilia-Romagna

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I municipi e il nuovo stato: il volto dei palazzi comunali

Stefano Pezzoli
[IBC]
Andrea Zanelli
[IBC]

A otto anni dalla pubblicazione del volume Gli stemmi dei Comuni e delle Province dell'Emilia-Romagna, che uscì in collaborazione con il Consiglio regionale, l'Istituto per i beni culturali, in occasione del 150° dell'Unità, propone nuovamente un testo che raccoglie insieme tutte le entità comunali della regione, ma questa volta nella dimensione architettonica delle sedi comunali, ovvero i palazzi municipali. L'iniziativa è nata da una richiesta dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), a seguito di un'idea proposta da Antonio Gioiellieri di ANCI - Emilia-Romagna, idea sostenuta e sviluppata da Roberto Balzani, professore di Storia contemporanea all'Università di Bologna.

Nel volume I municipi e la nazione,1 pubblicato nella collana "Immagini e documenti - 150° Unità d'Italia" dell'IBC, un ruolo preponderante è affidato al repertorio dei palazzi comunali, composto da 348 schede che illustrano le vicende costruttive e sono inserite nell'ordine alfabetico generale, senza la suddivisione per gli ambiti provinciali, nell'intenzione di polarizzare prevalentemente sulle singole entità comunali. Il catalogo è accompagnato da saggi di Maurizio Ridolfi, professore di Storia contemporanea dell'Università della Tuscia, di Giuliano Gresleri, storico dell'Architettura presso l'Università di Bologna, e dello stesso Balzani.

Ridolfi, in particolare, affronta il tema del municipio luogo della politica e del potere locale, e nondimeno della memoria per la comunità, il tutto abbinato con l'uso della piazza, normalmente in stretto legame con la sede comunale e centro della sociabilità popolare. E sottolinea anche il ruolo del palazzo che, pure nella sua fisicità, soprattutto nel secondo Ottocento, è la manifestazione di sentimenti municipalistici dopo un lungo periodo di privazione della libertà. E poi l'estrinsecazione, nella piazza, del conflitto sociale e della lotta politica, passando per il fascismo, sino alla ritrovata democrazia e alla consacrazione nel municipio delle testimonianze sulla tragedia bellica e sulla lotta resistenziale.

Gresleri circoscrive l'evoluzione storica del tipo architettonico del palazzo municipale, fra Medioevo e Rinascimento, fino all'Unità, quando la nuova necessità di darsi una sede in numerose e anche nuove località porta inevitabilmente all'uso di edifici antichi già adibiti a sedi amministrative o militari, e invece una nuova progettazione è compressa da motivi economici e utilizza prevalentemente tecnici interni o comunque locali; poi si sofferma sulle permanenze e variazioni nell'architettura dei municipi in Emilia-Romagna.

Sul repertorio delle sedi municipali si può precisare che, per motivi di tempo e di risorse, non si è riusciti a operare con una capillare ricerca ad hoc, ma si sono potute utilizzare unicamente fonti edite e informazioni direttamente fornite da tecnici comunali e alcune volte da studiosi locali. La conseguenza è stata un'inevitabile disomogeneità, prodotta da un differente grado di offerta bibliografica. Esclusi i centri maggiori, si è notato come, nell'approfondire la vicenda dell'insediamento edificato, la storiografia locale abbia privilegiato normalmente le emergenze architettoniche religiose e militari, signorili e rurali, lasciando prevalentemente in ombra l'edilizia pubblica.

Tentando adesso un "riassunto" dell'insieme dei palazzi municipali, vediamo una casistica diversificata fra edifici da secoli destinati a questa funzione, sedi di pubblica amministrazione risalenti all'epoca medievale o precedenti l'età moderna, che sono una ventina; una sessantina sono derivati da interventi di reimpiego, soprattutto di castelli, ville e palazzi signorili. Oltre un centinaio quelli costruiti appositamente dal Settecento alla fine dell'Ottocento, e poco più di cinquanta quelli eretti nella prima metà del Novecento. Venticinque sono stati distrutti dalla guerra, molti danneggiati. Una novantina quelli edificati nel secondo Novecento; dopo il 2000 abbiamo le nuove sedi di Formigine, Bologna e Parma.

Al repertorio si aggiunge un portfolio fotografico con immagini di Michele Buda, dedicato alle torri civiche che in tutti i centri più importanti, ma anche in molti di quelli minori, accompagnano dappresso, ma anche a distanza, i palazzi municipali. Questa sezione è introdotta da un commento di Piero Orlandi. Conclude il volume una ponderosa bibliografia, suddivisa per comune, curata da Sara Samorì, dottoressa di ricerca in Storia contemporanea all'Università di Bologna.


Nota

(1) I municipi e la nazione. I palazzi comunali dell'Emilia-Romagna fra patrimonio, storia e società, a cura di S. Pezzoli e A. Zanelli, Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Editrice Compositori, 2011.

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