Rivista "IBC" XX, 2012, 2

territorio e beni architettonici-ambientali / itinerari, pubblicazioni, storie e personaggi

P. Roncarati, R. Marcucci, Filippo de Pisis, botanico flâneur. Un giovane tra erbe, ville, poesia. Ricostruita la collezione giovanile di erbe secche, Firenze, Olschki, 2012.
De Pisis tra le piante

Alessandro Alessandrini
[IBC]

Filippo De Pisis è noto come artista e come pittore in particolare. Meno nota è la sua passione giovanile per la botanica, che si concretizzò nella realizzazione di un erbario in piena regola, con tutto ciò che caratterizza una collezione ordinata di campioni. Questa raccolta, poi, è stata donata dallo stesso futuro artista a un'istituzione scientifica, nelle mani di uno dei più grandi studiosi della flora italiana che in quel tempo operava a Padova: Augusto Béguinot. De Pisis - ma sarebbe più corretto chiamarlo "Luigi Filippo Tibertelli De Pisis", così come nell'intestazione delle etichette a stampa della sua raccolta - era quindi consapevole del destino che andrebbe riservato alle raccolte di piante essiccate: prima o poi, dovrebbero essere conferite a un istituto botanico o a un museo di storia naturale.

Che esistesse un erbario di De Pisis, era cosa nota; anzi, al tempo, la donazione fu resa pubblica anche nei quotidiani; ma è stato grazie al lavoro appassionato di Paola Roncarati, già insegnante di Lettere e studiosa della figura e delle opere di De Pisis, e di Rossella Marcucci, curatrice del Museo botanico - Erbario dell'Università di Padova, che questa raccolta è stata identificata e analizzata.

Il lavoro delle autrici, tuttavia, è andato oltre, spingendosi fino a visitare i luoghi che videro il giovane artista cercare piante; è stato un viaggio appassionante e questa passione traspare dagli scritti che con poche e ben scelte parole restituiscono l'atmosfera e lo straniamento di chi cammina esplorando e cercando. Una ricerca dei luoghi che diviene anche ricerca di persone, testimonianze, documenti. Quei campioni d'erbario diventano l'occasione per ricostruire non tanto e non solo cronologie e geografie, ma anche percorsi interiori e mutamenti d'animo.

Alcune immagini dei campioni di erbario corredano il volume e danno conto della cura con cui Tibertelli De Pisis operava. Sicuramente, dietro a questa corretta modalità, c'era l'insegnamento di qualcuno che aveva fornito l'impostazione e anche la disponibilità di testi adatti per il riconoscimento. Il volume, per quanto ricco di informazioni e suggestioni, non fornisce una risposta diretta; è possibile tuttavia individuare nella madre, Giuseppina Donini (di Longara, nella campagna bolognese), la figura decisiva che incoraggiò la passione per erbe e fiori del suo estroso figliolo. Della madre di De Pisis, nel libro, compare un ritratto nel parco della villa di famiglia. Ma compare anche il suo maestro gesuita, citato in un gustoso autoritratto in terza persona del cercatore d'erbe sulle mura di Ferrara, dove le coppie di innamorati lo osservano più incuriosite che infastidite.

Più tardi, nella biografia del giovane De Pisis, compaiono anche alcuni tra i più bei nomi della botanica italiana del tempo; tutti grandi scienziati e anche attivi esploratori; oltre al già citato Augusto Béguinot, che per qualche anno lavorò a Ferrara e tra gli altri pubblicò diversi lavori sull'ambiente vegetale dei litorali, anche Andrea Saccardo, pure di ambiente padovano, e Caro Massalongo, veronese di nascita e all'epoca prefetto dell'Orto botanico ferrarese. Ma un altro aspetto va notato: il giovane De Pisis visitò, per le sue raccolte, i luoghi classici da cui provenivano campioni di botanici ferraresi e bolognesi. Di sicuro egli era aggiornato sulla letteratura di quegli anni.

La seconda parte del volume è tutta centrata sulla geografia delle sue esplorazioni; con parole efficaci viene colto il rapporto tra peregrinazioni esteriori e stati d'animo, essendo la scoperta un'esperienza razionale ma anche un'emozione estetica che confina con la creazione artistica. Qui ricorrono molti nomi di luoghi, ognuno dei quali, con le sue diverse caratteristiche, suscita una sua speciale ricchezza di sensazioni e moti interiori: la città di Ferrara e le sue mura, la pianura ricca di acque del Ferrarese o quella più alta e asciutta del Bolognese, i litorali che a quel tempo rappresentavano la natura nella sua primigenia potenza, i colli di Bologna con alcuni luoghi classici come l'Osservanza o l'Eremo di Ronzano, e poi la via della Futa verso Firenze. E, infine, i Colli Euganei, insieme domestici e selvatici.

Il volume è quindi il risultato di due dimensioni che solo in apparenza sono distanti o addirittura contrapposte: quella letterario-artistica e quella razionale-scientifica. L'osservazione attenta dei particolari, la ricerca della diversità delle forme, aiutano la mente a formarsi e a trovare punti di contatto e di armonia che poi possono diventare modo di vedere e di trasfigurare. L'occhio dell'artista vede il mondo da un punto di vista particolare e originale, e saper cogliere differenze e sfumature fornisce nuove parole per il linguaggio, che poi prende forma e colore nelle tele del pittore. La natura, anche in questo, è fonte inesauribile di ispirazione.


P. Roncarati, R. Marcucci, Filippo de Pisis, botanico flâneur. Un giovane tra erbe, ville, poesia. Ricostruita la collezione giovanile di erbe secche, Firenze, Olschki, 2012, 208 pagine, 28,00 euro.

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