Rivista "IBC" XX, 2012, 3

biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni, pubblicazioni

La biblioteca comunale di Imola pubblica il repertorio dei giornali locali dal Settecento a oggi.
Imola in prima pagina

Raffaella Gaddoni
[Area sistemi dipartimentali e documentali, Università di Bologna]

Leggere la città. I giornali imolesi dal Settecento a oggi, questo è il titolo del repertorio della stampa periodica locale pubblicato dalla Biblioteca comunale di Imola (BIM). Un'opera che, come rileva Angelo Varni nel testo di presentazione, "rende testimonianza dell'intenso fluire di voci pronte al dialogo, alla discussione, al costruttivo dissenso sui più svariati temi che hanno saputo rendere vitale il susseguirsi delle vicende cittadine, dall'affacciarsi del nuovo orizzonte internazionale apertosi con l'arrivo traumatico delle truppe napoleoniche giungendo alle vicende di un oggi tanto mutato, ma che solo con il richiamo a quelle voci riesce a essere compreso nella sua interezza".1 Giornali e periodici, in generale, aprono una finestra sul mondo, portando informazioni al proprio bacino di lettori di riferimento; danno la possibilità alle persone di esprimersi e dimostrare la propria partecipazione alla vita sociale e, in questo caso particolare, raffigurano in modo dettagliato le voci molteplici dei cittadini imolesi.

"Lo spirito de' giornali ecclesiastici", il primo periodico conservato nella Biblioteca comunale di cui si abbia notizia, risale al 1789. Nel momento storico dell'affermazione della libertà di stampa, rappresenta idee contrapposte a tali principi, in linea con lo Stato pontificio, di cui Imola faceva parte. Nella piccola città, caratterizzata dalla "tradizionale dimensione agricola", a poco a poco si inserì il dibattito di idee, evidente sulle colonne dei giornali, che metteva in risalto da un lato le opinioni del ceto dirigente locale, "senza dubbio interprete corretto e, per tanti aspetti, lungimirante del liberalismo risorgimentale",2 dall'altro le visioni del mondo, decisamente contrapposte, dei ceti più emarginati.

A questa seconda voce si riferiscono i numeri unici del 1890 - La poveraglia, La canaglia, La marmaglia, La ciurmaglia, I malfattori, I miserabili - che attestano il punto di vista anarchico, in contrapposizione e in dialettica con la parte socialista di Andrea Costa, fondatore proprio in Imola, de "L'Avanti!... Periodico socialistico settimanale".3 Dai primi decenni postrisorgimentali fino a tempi più recenti, i periodici imolesi continuarono a ben rappresentare l'orientamento politico e il fervore di idee nel contesto sociale del tessuto urbano, accompagnando la città nel cammino verso la modernità". E non mancano, tra questi periodici, le espressioni del mondo delle associazioni e della cooperazione, molto attivo nella zona.

Nella consapevolezza che i periodici siano fonti ineguagliabili per la conoscenza della realtà locale, variegata e ricca di iniziative in tutti i settori di attività - come è stato sottolineato dall'assessore alla cultura del Comune di Imola in occasione della presentazione del volume - la Biblioteca comunale ha dato vita a questo strumento che utilizza tutti i precedenti studi e le analisi della raccolta di periodici locali, nella convinzione che un repertorio su tale tipologia documentaria rappresenti un punto fermo per l'attività di studio e di valorizzazione delle raccolte che fanno parte del patrimonio della città.4


La collezione di periodici imolesi della Biblioteca comunale è la più completa e la più consistente sul territorio e, a buon diritto, si inserisce nel contesto della raccolta di storia locale, di cui costituisce la spina dorsale, come ricorda Rino Pensato nel suo prezioso contributo al volume citando Thompson e Hobbs.5 Il nucleo dei giornali imolesi ha seguito la sorte delle collezioni imolesi e, in qualche caso, ha preceduto la formazione di un nucleo consapevolmente raccolto di materiale di documentazione locale imolese all'interno della biblioteca.

Chiara Sabattani, che si dedica alle collezioni imolesi della BIM, ha ripercorso con attenzione puntuale il percorso di nascita e di crescita della raccolta dei giornali e dei periodici all'interno dell'istituzione, i cui direttori hanno sempre dedicato molta attenzione a questa tipologia documentaria. I periodici imolesi in quanto tali suscitarono interesse già tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, anche a livello nazionale. In particolare Angelo Negri, che personalmente aveva raccolto un primo ventaglio di periodici locali, datati tra il 1842 e il 1894, li mise in mostra alle "Esposizioni riunite" di Milano, con l'intento di avere a disposizione un primo nucleo di documenti per la storia del giornalismo.6 La collezione fu presentata al di fuori delle mura cittadine, a testimoniare la particolare e feconda produzione di periodici nell'Imolese.

La raccolta di Angelo Negri, esposta nel 1894 a Milano, fu acquistata da Giuseppe Alessandretti e da Luigi Zappi e donata alla Biblioteca comunale, come compare negli atti della Giunta municipale del 1901.7 Nel corso del ventesimo secolo l'acquisizione dei periodici locali, insieme a libri, opuscoli e fogli volanti, proseguì in modo continuo e capillare, tanto che alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, per volere del direttore Fausto Mancini, fu creato un magazzino per la collezione imolese nella sua interezza, denominato "Sala 19".8 In quella occasione i periodici imolesi furono inventariati e catalogati, rendendo disponibili le schede sia in un catalogo apposito relativo a documenti locali, sia nel catalogo generale della biblioteca.

E vivo resterà poi, a Imola, l'interesse per le pubblicazioni periodiche locali, come testimonianza del fervore politico e culturale cittadino. All'imolese Giuseppe Mazzini si deve la pubblicazione, su "Movimento Operaio", di un elenco di giornali imolesi tra il 1900 e il 1950; agli anni sessanta risalgono alcune tesi di laurea dell'Università di Bologna, che evidenziano le connessioni tra periodici, cultura e politica locale dall'Unità d'Italia allo scoppio della prima guerra mondiale.9

Alla fine degli anni Ottanta risale una relazione per una sessione di "Studi Romagnoli" sui numeri unici locali di matrice anarchica; nel corso del tempo sono stati pubblicati altri contributi dedicati ai periodici imolesi.10 Nel 1991 uno studio sulla produzione tipografica ottocentesca curato dalla Biblioteca comunale, prevalentemente condotto sulle sue raccolte, ha dedicato una parte consistente all'illustrazione dei periodici imolesi; al 2001, infine, risale una ricognizione su periodici e numeri unici tra il 1842 e il 1943.11


L'attenzione prestata dagli istituti culturali imolesi alla raccolta dei periodici è testimoniata anche dalla continua cura per la loro conservazione e valorizzazione, tanto che negli anni Ottanta essi furono oggetto di una campagna di riproduzione su microfilm, con la collaborazione e il sostegno della Regione Emilia-Romagna, tramite un progetto dell'Istituto per i beni culturali per il censimento dei periodici locali. Le raccolte di periodici e giornali della biblioteca sono state integrate, per quanto possibile, con l'acquisizione di quanto era disponibile sul territorio e sono state oggetto di una catalogazione informatizzata completa.

Le riflessioni sulla gestione della collezione locale, affrontate dalla Biblioteca comunale insieme allo studioso Rino Pensato, hanno portato al rinnovamento e alla riorganizzazione di tutti i documenti che presentano una connessione locale con Imola. Sotto la sorveglianza di Pensato la produzione periodica imolese è stata scandagliata per garantirne la gestione e la conservazione, e anche per realizzare lo strumento ora pubblicato: non a caso, all'interno del volume, trova posto un suo contributo, volto a evidenziare da un punto di vista concettuale quale sia la natura dei periodici di interesse locale.12

Il libro, dopo l'introduzione storica di Chiara Sabattani, presenta il catalogo dei periodici conservati in biblioteca, frutto della meticolosa e attenta attività di catalogazione da lei coordinata e realizzata con Elena Del Drago e Alessio Mazzini. Le schede sono state costruite cercando di facilitarne al massimo la leggibilità. La descrizione di ogni testata è corredata da una "storia del periodico", in grado di evidenziare la sua correlazione con la città. Nel caso di cambio di denominazione, il titolo più recente presenta la storia completa, tranne due casi in cui, per la complessità dell'evoluzione del periodico, si è preferito predisporre due schede differenziate e due ricostruzioni storiche.

Il catalogo è corredato da 7 diversi indici per facilitarne la consultazione: alfabetico, con i dati di collocazione non presenti nelle schede di catalogo; tematico, con una suddivisione in 15 categorie; per anno di inizio di pubblicazione; per anno di presenza, relativo agli esemplari posseduti dalla biblioteca; dei responsabili; dei tipografi e degli editori; degli enti produttori. La ricchezza degli apparati garantisce una pluralità di accessi molto ampia. In chiusura si trova un'appendice dedicata ai numeri unici che contraddistinguono la collezione imolese. Solo alcuni di questi hanno trovato posto nel catalogo, quelli che sono usciti con una certa ripetitività, riconoscibilità, coerenza grafica e di contenuti; mentre in appendice sono citati tutti, anche quelli usciti in modo del tutto estemporaneo.

Su alcuni numeri unici di fine Ottocento scrivevano anche imolesi non destinati a essere famosi, come Adamo Mancini; anch'essi, tuttavia, testimoniano la coerenza con gli ideali professati, la vivacità del dibattito politico tra socialisti e anarchici di quel tempo.13 Lo spirito battagliero caratteristico delle forze democratiche e socialiste di Imola, come si è detto, è evidente nelle pagine dei periodici locali.

I giornali, i periodici, i numeri unici sono in grado aprire le porte a nuove possibilità di conoscenza sulla vita sociale, economica, politica, culturale del territorio in cui si producono e la pubblicazione oggetto di questo contributo ha il pregio "di far scorrere sotto gli occhi del lettore una sorta di nastro interpretativo della storia imolese, dove le successive generazioni hanno sempre saputo costruire il loro domani dando il giusto insostituibile rilievo all'informazione sui differenti aspetti della realtà, non meno che al dibattito delle idee".14

All'attento lettore viene offerto un aiuto concreto per una possibile ricostruzione della storia della città, a partire dalla rappresentazione della realtà sulle pagine dei giornali. Il contributo della Biblioteca comunale per la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio è fondamentale e continuerà a essere importante, se sarà in grado di adeguarsi al continuo rinnovamento dei periodici, mutevoli nella forma, nel supporto, nelle modalità di diffusione.


Note

(1) Leggere la città. I giornali imolesi dal Settecento a oggi, a cura di C. Sabattani con la collaborazione di A. Mazzini, Imola (Bologna), Biblioteca comunale di Imola, 2012, p. 14.

(2) Ibidem, p. 11.

(3) Ibidem, p. 12; R. Gaddoni, Note in margine ad alcuni numeri unici anarchici conservati nella Biblioteca comunale di Imola, "Studi Romagnoli", 1987, 38, pp. 142-150.

(4) Nella seconda parte degli anni Ottanta furono avviate attività di controllo e studio della collezione locale di periodici, per volontà della direttrice Grazia-Vittoria Gurrieri e dell'assessore alla cultura Marco Pelliconi. Sulla base di ricognizioni specifiche e accurate, furono preparate le prime schede relative ai periodici e ai numeri unici imolese, nel contesto di un progetto, mai portato a termine, per la creazione di un centro di documentazione storico-locale.

(5) R. Pensato, La natura dei periodici di interesse locale, in Leggere la città, cit., p. 19.

(6) Socialista costiano, ufficiale dello Stato civile del Comune di Imola dal 1894 al 1924, acuto e attento osservatore della realtà imolese, Angelo Negri fu autore del volume: Il Comune d'Imola: dalla Costituzione del regno alla fine del secolo XIX. 1859-1900. Notizie storiche e statistiche, Imola (Bologna), Cooperativa tipografica editrice Paolo Galeati, 1907.

(7) Leggere la città, cit., p. 27.

(8) Ibidem, p. 29.

(9) G. Mazzini, Cinquant'anni di giornalismo imolese (1901-1950), "Movimento Operaio", 2, 1950, 9-10; Leggere la città, cit., p. 30; G. Barbieri, I giornali a Imola dal 1891 al 1900, relatore U. Marcelli, Università di Bologna, 1963-1964; A. Grandi, I giornali a Imola dal 1901 al 1914, relatore U. Marcelli, Università di Bologna, 1964-1965; M. G. Pizzinat, I giornali a Imola nel periodo postunitario: 1861-1890, relatore U. Marcelli, Università di Bologna, 1963-1964.

(10) R. Gaddoni, Note in margine ad alcuni numeri unici anarchici conservati nella Biblioteca comunale di Imola, cit.; T. Marabini, L'Alba del Sorgiamo, "Sorgiamo! Giornale per l'anarchia!", 1998, 2, p. 5; N. Galassi, Il "momento", primi vagiti del "Sabato sera" che verrà, in Idem, Sapere chi siamo davvero, Imola (Bologna), Angelini Editore, 2010.

(11) Un tipografo di provincia. Paolo Galeati e l'arte della stampa tra Otto e Novecento, a cura di M. Baruzzi, R. Campioni, V. Martinoli, Imola (Bologna), Editrice cooperativa A. Marabini, 1991; S. Sangiorgi, La primavera del giornalismo imolese 1840-1900. Storia di fatti e vicende dal vivo, Imola (Bologna), Associazione Giuseppe Scarabelli, 1999; Idem, Primavera due: il giornalismo imolese si consolida. Periodo 1900-1943, Imola (Bologna), Associazione Giuseppe Scarabelli, 2001.

(12) R. Pensato, La natura dei periodici di interesse locale, cit., pp. 17-21.

(13) R. Gaddoni, Note in margine ad alcuni numeri unici anarchici conservati nella Biblioteca comunale di Imola, cit., pp. 142-150.

(14) Leggere la città, cit., p. 14.

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