Rivista "IBC" XXI, 2013, 2

biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi

R. Dondarini,  La XIII porta, Argelato (Bologna), Minerva Edizioni, 2011.
La tredicesima porta di Bologna

Ivan Orsini
[IBC]

Il romanzo La XIII porta rappresenta un felice esito del connubio tra verità storica e finzione narrativa. L'autore, docente di Storia medievale e di Didattica della storia all'Università di Bologna, ha voluto raccontare, nelle forme e con le suggestioni che il genere sa offrire, vicende bolognesi della seconda metà del Quattrocento.

La scoperta, presso l'Archivio segreto Vaticano, dell'originale di un manoscritto fatto redigere dal cardinale Anglic Grimoard de Grisac (fratello di papa Urbano V, vicario e legato apostolico di buona parte dell'Italia centrale) ha rappresentato un successo tanto cercato quanto inatteso per lo studioso, che fino ad allora aveva dovuto servirsi di una copia, piena di inesattezze. Il manoscritto, nelle intenzioni del cardinale, doveva restituire un'immagine il più possibile nitida di Bologna e del suo contado, da consegnare al suo successore. Tra le altre cose, gettava luce sulle ragioni della muratura di una porta cittadina, quasi trascurata dalla storia: si tratta della cosiddetta tredicesima porta, ubicata in corrispondenza del Pratello, e di cui ora rimangono tenui tracce.

Il nostro autore parte da queste premesse per un percorso di ricreazione della storia "dal di dentro", facendo parlare luoghi, fatti e persone. Mentre per i luoghi e i fatti la penna poteva procedere senza particolari intoppi, la questione delle persone da mettere in scena era più complessa. Tuttavia, il ricorso a personaggi inventati ma verosimili, calati in un contesto ricostruito con sobria sapienza, da un lato ha permesso allo scrittore di coniugare fantasia e ricostruzioni precise, dall'altro lato consente al lettore di seguire gli stessi percorsi urbani affrontati dai due protagonisti: il giovane Diego, studente andaluso giunto a Bologna nel 1498 a studiare diritto e intenzionato a capire che fine avesse fatto più di cinquant'anni addietro il nonno Andrés, e il vecchio servitore Ramón, che ha accompagnato nonno e nipote dalla Spagna all'Italia, a distanza di più di mezzo secolo l'uno dall'altro.

Non è un caso se i protagonisti sono due forestieri: due individui che, prima di tutto, vanno alla scoperta di una città. O meglio, Diego va alla scoperta, Ramón va invece alla riscoperta, e così può registrare analogie ma anche variazioni rispetto al precedente viaggio, compiuto decenni prima, in un'altra età della propria esistenza e pertanto con altri occhi. È affascinante percorrere le strade e i vicoli del centro storico attraverso i dettagliatissimi rimandi alla toponomastica cittadini offerti dal racconto.

Si può dire che il romanzo sia un omaggio a Bologna, e al contempo una seria riflessione sulle trasformazioni a cui va incontro questa come una qualsiasi città, trasformazioni che testimoniano della sua natura di organismo vivo, complesso e sempre mutevole. L'effetto straniante che si ingenera nel lettore sorge dalle passeggiate (che talora si trasformano in corse a perdifiato) lungo strade e vicoli i cui nomi sono, per i bolognesi, fin troppo familiari, ma che sono investiti di una luce imprevista, catturano un'attenzione nuova nel momento stesso in cui li si colloca in un'altra epoca, con tutte le conseguenze che ciò comporta: inediti scorci, altri colori, odori, sapori...


R. Dondarini, La XIII porta, Argelato (Bologna), Minerva Edizioni, 2011, 191 pagine, 17,00 euro.

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