Rivista "IBC" XXI, 2013, 4

Dossier: Missione restauro

musei e beni culturali, dossier /

Un impegno a continuare

Antonella Salvi
[IBC]

Dedicare il dossier della rivista "IBC" al restauro significa, in primo luogo e ancora una volta, mettere in evidenza una delle attività centrali dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna sin dalla sua istituzione nei primi anni Settanta. Un'operatività costante, articolata in piani di intervento annuali previsti e normati da una legislazione regionale che di fatto ha affidato all'IBC, fra gli altri, il compito di promuovere, progettare, coordinare e finanziare azioni di conservazione preventiva, di restauro e di manutenzione del patrimonio culturale presente sul territorio.1

Ne è derivato un impegno scandito di norma attraverso una ventina di interventi realizzati per anno e selezionati attentamente tra le emergenze conservative dei beni nei musei della regione: un esercizio decennale sul campo, costantemente rivolto all'innovazione tecnologica, alla definizione di moderne metodologie e alla conservazione preventiva, e rafforzato dallo scambio e dal confronto nell'ambito di manifestazioni di settore nazionali e internazionali. Un esercizio che, nel tempo, ha creato e diffuso una pratica e una cultura della conservazione del patrimonio, all'interno dell'Istituto e da esso al territorio.

Questo dossier è anche l'opportunità per raccontare alcuni dei progetti più recenti, per dare risalto alla varietà tipologica che compone lo straordinario patrimonio museale della regione, e per evidenziare la differente complessità di intervento che ogni restauro presuppone. Qui, piuttosto che le tradizionali tipologie di opere, si è preferito presentare i manufatti più singolari. Un'esemplificazione più completa era già stata offerta con la pubblicazione Oggetti di restauro. La pratica della conservazione, intesa a documentare le ragioni e le caratteristiche del recupero conservativo nel rispetto della specificità di ogni singolo oggetto e del contesto in cui è conservato.2

Per ognuno di questi oggetti c'è un lavoro mirato di progettazione, affidamento, coordinamento, di relazioni e collaborazione con le soprintendenze di competenza, con le amministrazioni locali, le direzioni museali, le accademie di belle arti, le università, gli istituti di ricerca. Per ognuno di questi oggetti, a seconda della varietà tipologica e materica del bene, occorre il coinvolgimento di competenze specifiche: restauratori, collaboratori al restauro, artigiani, esperti e specialisti di vario ordine, grafici, traduttori. Per ognuno di essi, infine, a conclusione dell'intervento di restauro, nasce l'esigenza di un evento di presentazione pubblica e di partecipazione della collettività locale, nel sempre più vivo convincimento che il valore complessivo di un progetto di restauro va ben oltre al valore economico investito e a quello che scaturisce dalla recuperata integrità conservativa dell'opera.

Se il valore e l'efficacia di un'azione conservativa sono strettamente legati alla capacità di trasmettere ai cittadini la consapevolezza che il patrimonio appartiene a loro, i cantieri-scuola condotti dall'IBC assumono un rilievo particolare, proprio perché chiamano i giovani studenti delle università e delle accademie a "mettere le mani" concretamente sui beni culturali. Strutturati in fasi operative, in turni di partecipazione e spesso in regime di permanenza presso il comune ospitante, i cantieri-scuola rappresentano sempre un'importante esperienza formativa e conservativa insieme. Un'occasione per sperimentare, inoltre, inedite forme di collaborazione, anche economica, tra le varie istituzioni coinvolte, da quella museale titolare del bene, al comune di riferimento, fino a soggetti privati.

Tutto questo lavoro ha consentito di sedimentare, all'interno dell'IBC, un altro patrimonio, altrettanto prezioso, fatto di esperienze, di relazioni, di competenze, di ricerche, di collaborazioni, di pubblicazioni, di video, di contributi scientifici destinati a seminari e convegni, di mostre itineranti, di repertori. Di questo patrimonio fa parte anche la Banca Dati dei Restauri, frutto di un costante e preciso lavoro di organizzazione dei materiali, che documenta oltre quattrocento interventi operativi e progetti di conservazione preventiva, promossi e finanziati dall'IBC a favore delle istituzioni museali regionali nell'ultimo ventennio.3

Dedicare un dossier a questo tema è l'occasione, infine, per riflettere sulle difficoltà economiche di questi tempi, difficoltà che, se in generale sono gravose per il settore della cultura, lo diventano in modo particolare per il restauro. Se ci si ferma di fronte a questaimpasse, il rischio che si assottigli il filo a cui è legata la possibilità di provvedere alla salvaguardia del patrimonio diventa alto. Il restauro è un'operazione onerosa, non vi è dubbio, eppure i tempi sembrano fortemente invocare, oltre a un maggiore rispetto delle risorse pubbliche, nuove soluzioni gestionali che tengano conto anche della modificata fisionomia amministrativa territoriale, e nuove strategie che prevedano motivazioni incentivanti, anche sotto il profilo fiscale, per riunire forze e risorse fra le diverse componenti pubbliche e private del tessuto economico e sociale.

L'impegno, e insieme la sfida, consiste dunque nel produrre nuovi modelli e nuovi progetti di conservazione, insistendo su nuovi assi di collaborazione. Occorre insomma continuare a investire sugli istituti culturali e sul loro patrimonio, sulle competenze, sul lavoro giovanile, sulla creatività e sull'innovazione, ma è altrettanto necessaria una revisione dell'attuale sistema normativo, per aggiornarne la gestione e allineare le soluzioni anche fiscali agli standard europei, e per dare vita a progetti ad ampia partecipazione.


Note

(1) Si vedano in proposito: la legge regionale 29-1995 "Riordinamento dell'Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna"; la legge regionale 18-2000 "Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali"; la delibera di Giunta n. 309-2003 "Approvazione standard e obiettivi di qualità per biblioteche, archivi storici e musei ai sensi dell'art. 10 della LR 18-2000", in attuazione del Decreto legislativo 112-1998 "Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei"; che affida all'IBC il compito di incentivare e favorire l'iter del riconoscimento dei musei di qualità nella regione.

(2Oggetti di restauro. La pratica della conservazione, a cura di A. Salvi, Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010.

(3) In relazione ai progetti di conservazione preventiva si vedano: il "Progetto MUSA. Rete regionale intermuseale per la gestione a distanza della conservazione dei beni artistici", rete sostenuta dall'IBC per un decennio a favore dei musei della regione e sviluppata in collaborazione con il CNR-ISAC di Bologna (di veda anche il volume: Oggetti nel tempo. Principi e tecniche di conservazione preventivi, Bologna, IBC-CLUEB, 2007); i progetti di schedatura conservativa di collezioni museali (attualmente ne è in corso uno presso la Galleria "Ricci Oddi" di Piacenza).


Il settore dell'IBC che si occupa di Conservazione e restauro dei beni culturali fa parte del Servizio musei e beni culturali (responsabile: Laura Carlini Fanfogna), è coordinato da Antonella Salvi ed è composto da Lidia Bortolotti, Marta Cuoghi Costantini, Fiamma Lenzi, Beatrice Orsini, Iolanda Silvestri.

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