Rivista "IBC" XXIV, 2016, 2

biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni

Le antiche carte festeggiano

Enrico Spinelli
[Direttore Biblioteca Ariostea e Archivio Storico, Comune di Ferrara]

2006-2016: il primo decennale dell'Archivio Storico Comunale di Ferrara, nella nuova sede di via Giuoco del pallone

È giovedì 9 giugno 2016. Nell’atmosfera silenziosa e tranquilla che le antiche carte ispirano, mentre su Ferrara – città in costante e vigile colloquio con le acque del Po – si abbatte una torrenziale pioggia, un manipolo di archivisti, di studiosi e di sostenitori si riunisce per un’occasione di festa: il primo decennale di attività pubblica dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara segna, infatti, un incoraggiante traguardo, offre occasione per un bilancio culturale, stimola la formulazione di nuovi progetti per il prossimo decennio. Sono rappresentate le istituzioni territoriali, con la Soprintendenza Archivistica per l’Emilia-Romagna e con l’Istituto per i beni culturali, artistici e naturali regionale; nonostante il diluvio in atto sulla città, prendono parte alla festa anche colleghi dei comuni del ferrarese, con i quali da anni corre stretta intesa per il buon funzionamento delle biblioteche e degli archivi del territorio. Con quelli, infatti, l’istituto del capoluogo ha costruito il SIA.Fe, cioè un portale informativo che raggruppa organicamente tutta l’offerta di documentazione, proiettandola in rete.

L’edificio di via Giuoco del pallone n. 8, un tempo ospitante la Scuola media “Garibaldi”, appare ancora fresco della ristrutturazione che ne ha fatto la moderna sede ove custodire l’Archivio del Comune, nonché tanti fondi privati che, in un arco di tempo plurisecolare, hanno preso forma in città documentandone le vicende delle più cospicue e rappresentative famiglie, dal tardo Medioevo all’età contemporanea. Nel 2005 l’edificio, terminati i lavori avviati a novembre 2003, iniziò ad accogliere la documentazione proveniente dall’antica sede di Piazza municipale; a maggio del 2006 aprì quindi le porte al pubblico, inaugurando una nuova stagione di attività, dando così attuazione concreta a un progetto dell’amministrazione locale che su quell’opera impegnò risorse per circa 2.300.000 euro. La superficie dei depositi disposti su tre piani è di 820 metri quadrati; la capienza degli speciali armadi scorrevoli “compatti” è di 6170 metri lineari; l’area degli uffici è di 120 mq.; la sala per le mostre e le conferenze è di 55 mq. L’edificio è adeguato sotto il profilo impiantistico: la sicurezza antincendio e antintrusione, il servizio di pronta reperibilità notturna e festiva, la climatizzazione interna, i collegamenti di rete, l’accessibilità ai disabili sono tutti presenti e attivi nella struttura, garantendone la rispondenza ai requisiti di una moderna e sicura sede di conservazione.

Dalla primavera del 2006 a quella del 2016 il tempo è, in effetti, volato nell’incalzare degli impegni organizzativi e gestionali, dei progetti, delle attività di valorizzazione e di promozione, nella costruzione di una nuova rete di collaborazioni con altri istituti culturali. Il servizio al pubblico, con la disponibilità di una luminosa e moderna Sala di studio (100 mq con 20 posti a sedere), si avvia con un orario dapprima limitato e poi sempre più largo, fino alle odierne 31 ore settimanali, con accessibilità all’istituto nella mattina e in alcuni pomeriggi.

Il patrimonio documentario, composto prevalentemente da documentazione dell’ente e da alcuni preziosi antichi fondi privati (Estense Tassoni, Muzzarelli-Brusantini, Romei etc.), nel 2008 consegue il risultato più significativo, recuperando la sezione comunale antica che, a metà Novecento, era stata depositata presso l’Archivio di Stato di Ferrara, creando un’incongrua disseminazione documentaria. La ricomposta unità dell’Archivio comunale, conseguita attraverso il ricongiungimento nella sede di via Giuoco del pallone anche di altre sezioni variamente disseminate in città (come, ad esempio, il cosiddetto “Fondo Ragioneria”, 1801-1900), oltre a ristabilire il presupposto essenziale per ogni corretta gestione archivistica, innesca subito un processo di valorizzazione delle fonti che trova riscontro nella progressione dei dati di servizio: si passa così dalle 426 iniziali presenze in Sala di studio, per la consultazione di 946 unità archivistiche, alle 859 del 2007 per la consultazione di 1645 unità; l’avanzamento è costante e nel 2008 le presenze salgono a 1328 per 2442 unità consultate, consolidandosi nel 2009 su quota 1359 per 2071 unità e attestandosi nel 2010 a 1477 presenze per 2022 unità consultate, fino a giungere nel 2011 a quota 1496 per 2811 unità. Gli utenti iscritti, nel frattempo erano passati dagli iniziali 156 del 2006 ai 346 del 2011, con una piena disponibilità di servizi collaterali, come ad esempio quello della Biblioteca d’istituto, una raccolta specialistica di oltre 5400 titoli (Storia e fonti locali, Archivistica, Paleografia, Diplomatica etc.) che – inserita nel Polo ferrarese provinciale UFE SBN – nel 2011 registra 91 iscritti, con 157 prestiti annui e 417 consultazioni in sede. In quell’anno prendono anche slancio le attività didatticheche – con il coinvolgimento delle scuole cittadine – portano a 591 le partecipazioni nonché la promozione culturale che coinvolge 258 utenti. Il picco si coglie nel 2014, allorquando la Sala di studio annota 2018 presenze, movimentando 2467 unità archivistiche, mentre la Biblioteca d’istituto, con 324 iscritti al prestito, raggiunge quota 378 operazioni e 513 consultazioni in sede. Il 2016, anno del decennale, raccoglie dunque una tendenza crescente di pubblico e di servizi connessi alla Sala di studio, dove il ricercatore – accanto ai tradizionali strumenti di corredo, agli inventari e alle guide, ai repertori e ai regesti – dispone anche di utile strumentazione di supporto alla ricerca, come ad esempio il lettore-stampatore di microfilm e postazioni internet.

Nel decennio è stata fatta la semina e il primo raccolto ne rappresenta evidentemente il frutto. Accanto alla fondamentale ricomposizione del Fondo comunale, portata a termine nel 2008, con la sua documentazione finalmente unitaria a rappresentare la storia istituzionale dell’ente locale dal XV al XX secolo, prende avvio una serie di acquisizioni di fondi privati che contribuiscono a costruire il profilo culturale dell’istituto: nel 2007 l’antica famiglia Saracco Riminaldi vi deposita l’archivio con documenti che vanno dal 1361 al 1964, ben ordinati e dotati d’inventario; nel 2008 fa sèguito la Camera del Lavoro (CGIL) con un interessante fondo documentario ricco di 207 buste per 70 metri lineari, documentanti l’attività del sindacato dal 1945 al ’98, anche attraverso una raccolta fotografica di 10.000 immagini, dotato altresì di una cospicua raccolta libraria specialistica (Storia del movimento operaio, Storia contemporanea, economico-sociale etc.). La biblioteca professionale dello storico ferrarese Werther Angelini sopraggiunge quindi a potenziare i supporti bibliografici, utili ad accompagnare le fonti d’archivio nel cammino interpretativo della storiografia contemporanea. Tra il 2009 e il 2013 approda in Archivio, come sua funzionale aggregazione, il Centro Etnografico Ferrarese, un’istituzione culturale del Comune attiva per tutta la seconda metà del Novecento, ricchissima di fonti demoetnoantropologiche, con raccolte di documenti sonori e visivi, di collezioni fotografiche, di una cospicua biblioteca specialistica di 5.700 volumi ed opuscoli. Il Centro subito si integra nelle attività archivistiche più tradizionali con un’indovinata attività di promozione culturale (cicli di conferenze pubbliche, mostre documentarie etc.) che diversifica la platea di pubblico dell’istituto di via Giuoco del pallone, amplificandone dunque significativamente gli interessi culturali.

L’Archivio partecipa sempre di più alla vita culturale della città, attraendo a sé l’attenzione e la fiducia di chi vi guarda nella sua proficua azione all’interno del cosiddetto “Polo delle carte”, cioè nell’area del centro storico di Ferrara (compresa nel perimetro delle vieScienze, Giuoco del pallone e Paradiso), dove sono presenti e anche tendono sempre più a concentrasi diverse istituzioni pubbliche, antiche e moderne, come la Biblioteca Ariostea nella monumentale sede di Palazzo Paradiso, il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi, l’Istituto di Studi Rinascimentali e il Centro Studi dedicato a Giorgio Bassani nella vicina e di fresco restaurata Casa Minerbi, come infine la nascente Biblioteca per ragazzi, in costruzione nella contigua Casa Niccolini, dove saranno ospitate le future attività didattiche a favore della popolazione scolastica che, proprio nell’Archivio Storico hanno trovato un fertile terreno progettuale e di fruttuosa esecuzione. La partecipazione dell’istituto a progetti didattici è, infatti, una delle più apprezzate e solide attività che ne vede riconosciuto il merito anche in sede regionale, attraverso una sistematica e premiata partecipazione agli appuntamenti annuali de “Io amo i beni culturali”.

L’apprezzamento e la crescente fiducia con cui oggi si guarda all’Archivio Storico Comunale hanno di recente fatto segnare nuove acquisizioni, di grande risalto: la prima, risalente al 2013, riguarda l’archivio personale di Michelangelo Antonioni che, acquistato nel 1998 dal Comune di Ferrara e di proprietà della Civiche Gallerie di Arte Moderna, trova oggi accoglienza nella sede di via Giuoco del pallone ove è stata condotta una complessa azione inventariale, sostenuta tecnicamente dall’IBACN, di concerto con la Soprintendenza Archivistica. Il fondo Antonioni è un ricchissimo quanto articolato complesso di documenti, di dischi, di libri, di fotografie, di lettere, riflettenti la vita e l’attività artistica del famoso regista, nativo di Ferrara, autore di tanti capolavori della cinematografia del Novecento.

La seconda e più recente acquisizione risale, infine, al 2015, quando è pervenuto in comodato l’Archivio familiare “Tumiati-Ravenna”, dichiarato d’interesse culturale dal Ministero dei Beni Culturali, documentante il ruolo culturale e politico di quei nuclei familiari nella Ferrara novecentesca, rilevante ora per il risalto nella vita istituzionale cittadina, ora per le strette connessioni con la comunità ebraica e con le drammatiche vicende legate alle leggi razziali e alla Shoah, ora anche per l’impegno a favore di Italia Nostra svolto accanto a Giorgio Bassani, un ferrarese illustre, noto come poeta e narratore, ma altrettanto impegnato nella salvaguardia del patrimonio culturale della nazione.

Con questo primo e sommario bilancio, l’Archivio Storico ha festeggiato simbolicamente il suo primo decennale. Altri traguardi appaiono all’orizzonte, impegnativi quanto promettenti: la redazione dell’inventario generale, progettato e finanziato proprio dall’IBACN grazie alla L.R. 18/2000, rappresenta il primo e più significativo impegno del prossimo decennio che già bussa alla porta.

 

 

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