Rivista "IBC" XXIV, 2016, 2

Dossier: Archaeology & ME

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Saint-Denis. Archeologia, territorio, cittadinanza

Nicole Rodrigues
[Direttrice dell’Unità Archeologica del Comune di Saint-Denis, Francia]

Saint-Denis, a 9 chilometri a nord di Parigi, è uno dei siti più importanti della storia francese. Città di contrasti, territorio in evoluzione, una sorta di laboratorio sociale all’interno di una società in crisi, una società in cambiamento. Saint-Denis, e i suoi 107.000 abitanti, è una città giovane, città operaia e multiculturale (1/4 degli abitanti appartiene a nazionalità non francesi).

Nella zona meridionale della città, verso Parigi, alcune aree sono in radicale cambiamento. Attorno allo Stade de France, stanno sorgendo rapidamente vasti gruppi di edifici, sia alloggi di abitazione che palazzi per ufficio. 70.000 persone sono pendolari quotidiani dalla regione parigina per andare a lavorare a Saint-Denis.

Eppure, nonostante questa crescita economica, vi sono ancora elementi di esclusione. Precarietà lavorativa, povertà e un tasso di disoccupazione del 21% sono ancora la realtà.

Archeologia

L’attuale ricerca in Saint-Denis è in corso sin dal 1973. La città fu infatti uno dei siti “pilota” che si attivarono a seguito dello sviluppo dell’archeologia francese e alla sua professionalizzazione. Per oltre 20 anni, gli scavi sono stati condotti all’interno di un’ampia campagna di archeologia d’emergenza, focalizzata sull’area settentrionale della Basilica, in una zona di sviluppo urbano di oltre 13 ettari.
Nel 1982 la città di Saint-Denis ha costituito L’Unità Archeologica e ciò ha consentito di condurre indagini in altre aree della città. Dal 1973 al 2015, sono stati eseguiti 220 scavi di archeologia preventiva nel territorio del Comune. Queste indagini ci hanno permesso di conoscere i meccanismi di crescita urbana, dalle origini ai giorni nostri.
Come è normale nei siti urbani, gli scavi di Saint-Denis hanno prodotto un’ingente quantità di reperti archeologici. Questi archivi del terreno danno l’opportunità di studiare molto concretamente, molto tecnicamente, molti aspetti della cultura materiale, quali l’abitare, i mestieri urbani e la vita quotidiana.

Cittadinanza

In un luogo dove le nuove costruzioni e lo sviluppo urbano hanno cancellato la forma della città medievale, gli abitanti mancano spesso di punti di riferimento, sia spaziali che temporali. L’archeologia è una disciplina concreta, perfettamente adatta per stabilire un contatto diretto con un pubblico generico. A Saint-Denis è stato creato un legame solido fra il territorio e i suoi abitanti per dare punti di riferimento sul territorio e per capire le trasformazioni contemporanee.
Uno scavo archeologico è, in un certo senso, un evento. Scuote gli abitanti, vicino alle loro case e pone loro delle domande. Spesso assume una dimensione urbana e sperimentale, occupando gli spazi di progetti abitativi, periferie distanti e spazi pubblici nel territorio urbano.

1998: il programma di sensibilizzazione

Il primo approccio è costruito sulla città, l’obiettivo è di imparare a leggerla e a comprendere meglio questo spazio in continuo cambiamento e anche di “allenare” quelli che saranno i futuri cittadini. Per rendere tutto ciò possibile, l’Unità archeologica usa la sua ricerca sulla topografia storica della città per creare un insieme originale di strumenti che incoraggino il pubblico ad entrare in contatto con il territorio. Fra questi vi sono, per esempio:

• Il tour storico pedonale dalla basilica allo Stade de France.

Venti totem metallici che riportano i vari stadi di sviluppo della città, dalle prime fasi al XXI secolo. Ognuno di questi, presenta, in una sorta di vetrina, copie in resina di oggetti che simboleggiano un periodo o una attività e illustra lo sviluppo politico ed economico della città. I totem consentono agli abitanti di scoprire i punti di riferimento urbano e li aiutano a comprendere meglio i cambiamenti della loro città.

• “Il puzzle mobile del territorio”

Si tratta di una piattaforma che illustra gli stadi principali dello sviluppo territoriale. Ha la forma di una mappa-puzzle, costruita come una stratigrafia archeologica (ogni strato rappresenta un’epoca diversa) che riporta la mappa di Saint-Denis. Scopo del puzzle è aiutare gli abitanti a leggere cronologicamente lo spazio urbano, costruendolo e decostruendolo e, nello stesso tempo, offrire loro la possibilità di incontrare e discutere la loro città.
La seconda parte del programma di sensibilizzazione pubblica implicava la combinazione fra studi e ricerche di ambito archeologico con la conoscenza degli artigiani che lavorano nell’area. Il programma comprendeva sia dimostrazioni di artigiani che dimostrazioni di archeologia sperimentale.
L’Unità archeologica sta facendo archeologia territoriale, strettamente collegata alla crescita urbana, mettendosi al servizio di un progetto sul patrimonio che riveste un ruolo nello sviluppo locale. Per sviluppare questi aspetti è stata creata l’Associazione “Franciade, il gusto della conoscenza”.
Prendiamo l’esempio di una cittadina che appartiene ad una famiglia di ceramisti provenienti dalla Costa d’Avorio. Questa ceramista ha prodotto copie della ceramica neolitica provenienti da Saint-Denis con tecniche ancora oggi in uso nel suo paese. Questo prodotto, ampiamente studiato dall’etno-archeologia, è stato esposto al pubblico non lontano dalla Basilica.
Lo scopo di questo programma di sensibilizzazione può essere riassunto nella seguente affermazione: proprio come una miniera, il terreno contiene ricchezze che meritano di essere investigate, un materiale grezzo che può essere trasformato per creare sia gli strumenti di conoscenza dell’area che i prodotti derivati dallo stesso territorio.

La fabbrica della città

Un isolato urbano chiamato “isolotto Cigno” (îlot Cygne), che possiede un vero patrimonio, svelato dall’archeologia. L’area contiene differenti fasi dello sviluppo urbano dal IX al XXI secolo. In questa direzione, il programma di sensibilizzazione è tuttora in corso, dal 2009, con il sostegno dei programmi europei ACE e NEARCH. Il progetto scientifico è costituito da uno scavo archeologico che ha portato alla luce un fosso di età carolingia, un canale urbano, un edificio per abitazioni medioevale e un’area artigianale.
Lo scavo è contemporaneamente un sito didattico di archeologia urbana per studenti, abitanti, archeologi e insegnanti del progetto. Lo scavo è stato allestito per la didattica, attività di mediazione culturale e i visitatori con un progetto in partnership con società di costruzioni ecosostenibili.
Il progetto combina archeologia, architettura e urbanistica, attraverso 5 secoli di storia abitativa, dal XV al XX secolo. Due case interamente prive di rivestimenti, con la struttura a vista, sono state protette con impalcature metalliche, adatte per le visite. Tale sistemazione permette di camminare lungo, dentro e al di sotto lo scheletro di queste abitazioni urbane. Il nostro intento, in effetti, non è quello di mostrare begli edifici (questi non lo sono affatto), ma è pedagogico. Entrambe le case raccontano la storia della città e ne esprimono le ferite che ha ricevuto. Protette da una copertura “circense” bianca a macchie rosse, come una sorta di fungo urbano cresciuto nel mezzo della città.
Una torre di impalcature consente ai visitatori di osservare la città dall’alto.

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