Rivista "IBC" XXV, 2017, 1

Dossier: Il Catalogo forma ed essenza del patrimonio

I musei della Regione: un repertorio in divenire

Isabella Giacometti
[IBC]

Terra di motori, terra di sapori, terra di scrittori e poeti, sono alcuni degli appellativi utilizzati per la promozione turistica dell’Emilia-Romagna ma rappresentano solo un accenno alla straordinaria e diversificata ricchezza culturale di questo territorio, a volte sottovalutato. Un territorio che da Rimini a Piacenza, dall’Appennino alla Pianura Padana ci racconta storie antiche e presenti, di ingegno e imprenditorialità, di guerra e ricostruzione, di scienza e natura, di fede laica e religiosa, di bellezza e passioni attraverso un patrimonio culturale conservato, valorizzato e tramandato anche grazie ai musei e alle raccolte. Proprio la consapevolezza della varietà che caratterizza l’anima multiforme di questa regione ha portato l’Istituto per i beni culturali nei primi anni del 2000 a censire e pubblicare in un volume l’insieme degli istituti museali disseminati nella regione, che allora contava circa 360 realtà museali; repertorio successivamente trasformato grazie all’apporto delle nuove tecnologie in banca dati digitale consultabile direttamente dal web. Da allora ad oggi il numero dei musei e delle raccolte similari nella nostra regione è salito ad oltre 500 unità, dimostrazione della grande vitalità di questa terra e conferma del ruolo attribuito a questi luoghi, segno tangibile di identità e di appartenenza di una comunità.

Viste in mappa queste realtà mostrano un’omogenea distribuzione su tutto il territorio regionale con maggiori concentrazioni nelle città più importanti che via via diminuisce allontanandosi dai centri urbani. Un mosaico composito fatto di musei di tradizione e nuove fondazioni, di collezioni d’arte e dimore storiche, di ecomusei, di castelli, di musei all’aperto e musei d’impresa, di luoghi e spazi nei quali rivive la memoria dei protagonisti della storia locale e nazionale. Un patrimonio prezioso capace di incontrare e soddisfare le esigenze di chi ha sete di cultura, di arte e di bellezza, dove i musei di storia, arte e archeologia costituiscono, con oltre 300 unità, il nucleo più significativo, non solo da un punto di vista numerico ma perché custodi della memoria storica del territorio.

Ma non si tratta solo di arte e archeologia, i musei della regione raccontano anche la quotidianità, quella degli oggetti d’uso, della ormai tramontata civiltà contadina, i saperi e i mestieri, le tecniche e le scienze della modernità, i manufatti scaturiti dall’altissima capacità imprenditoriale e produttiva emiliano-romagnola nelle sue molteplici manifestazioni: macchine, motori, tipicità e filiere di prodotto, ceramiche, industrie conserviere, buon cibo. Questi musei con la loro specificità disegnano un altro tratto della regione, quel del lavoro, dell’alacrità della sua gente, della buona organizzazione della cosa pubblica, delle vocazioni economiche e commerciali che rappresentano da sempre uno degli aspetti caratteristici della sua identità.

Questo insieme multiforme che compone il repertorio digitale dei musei della regione è stato recentemente oggetto di un restyling grafico che ha interessato più ampiamente tutto il portale dedicato al Patrimonio Culturale dell’Emilia-Romagna. Uno spazio, quello del portale, che si propone d’essere una cassa di risonanza per i musei, senza volersi sostituire agli strumenti già a loro disposizione ma piuttosto offrirne uno in più che si aggiunga e possa essere utile soprattutto a quelle realtà più piccole che faticano ad uscire dai confini del loro territorio, inserendole in un contesto di più ampio respiro. Un punto di accesso unificato dove gli oggetti museali e i luoghi culturali non sono entità separate ma costituiscono un complesso organico e sono elementi di un insieme di relazioni significative, che cerca di conciliare gli aspetti più divulgativi coi vari livelli di fruizione dando la possibilità di sviluppare nuove esperienze di visita. Uno strumento quindi che invita alla scoperta e che per sua natura non può essere che in continua evoluzione, come lo sono i musei stessi.

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