Rivista "IBC" XXVI, 2018, 3

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni, restauri

A proposito di un recente restauro e di un libro dedicato alla Saviolina.
Scivolando sull'Adriatico

Antonella Salvi
[IBC]

Con un programma da grandi occasioni, il 21 luglio 2018 si sono celebrati i 90 anni della Saviolina presso il Club Nautico di Riccione alla presenza del Sindaco di Riccione, Renata Tosi, del Presidente del Club Nautico, Sebastiano Masetti, e del Presidente dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, Roberto Balzani.

Il novantesimo compleanno della Saviolina dal suo varo nel 1928 coincide con l’ultimazione del suo secondo restauro integrale e con la presentazione della pubblicazione curata da Stefano Medas che ne racconta la storia e le gesta La Saviolina 1928 - 2018 Storie, restauri, avventure, vicende passate e recenti di un lancione tradizionale della marineria romagnola a novant’anni dal varo.

E di vicende la Saviolina ne può veramente raccontare tante: varata nel 1928 con il nome di “Nino Bixio” è stata auto affondata nel 1942 durante la seconda Guerra Mondiale per non essere requisita dalle truppe tedesche in ritirata. Poi diventa la Saviolina nel 1959 quando viene acquistata da Saverio Savioli per divenire imbarcazione da diporto dedicata agli ospiti dell’Hotel Savioli Spiaggia. Sono gli anni in cui di personaggi famosi ne sopita tanti: da stelle del calcio come Pelé e Beckenbauer, a star del cinema come Gina Lollobrigida e Anita Eckberg. Poi la rovinosa mareggiata del 1964 ne causa il terribile naufragio e nel 1994 i Savioli la cedono al Comune di Riccione che ne affida la gestione al locale Club Nautico. E sono il Comune ed il Club Nautico riccionesi a rivolgersi all’Istituto per sostenerne il recupero strutturale e quindi la sua rinascita come natante. 

Fra questa straordinaria imbarcazione da pesca storica e l’IBC esiste un rapporto solido, quasi storico, senza dubbio unico per via del primo restauro integrale che l’Istituto ha promosso, coordinato e finanziato in toto alla fine degli anni ’90: un’occasione che ha generato una eccezionale esperienza sia conservativa, sia collaborativa con l’amministrazione di Riccione e il Club Nautico.

Il recupero della Saviolina, una delle ultime barche tradizionali ancora esistenti, è stato un impegno irrinunciabile anche per la possibilità di sviluppare tematiche legate all’ambiente di mare, ai musei della Marineria emiliano-romagnoli e ai patrimoni culturali che caratterizzano la costa adriatica: un fenomeno che sin dai tempi più antichi ha connotato l’identità della nostra regione.

Precedute da un articolato lavoro di studio e di ricerca del lancione in collaborazione con il Comune di Riccione, il Club Nautico riccionese e numerosi esperti di settore, le complesse operazioni di restauro affidate al Cantiere Navale Manzi di Riccione sono state condotte nel rispetto delle tecniche costruttive dei maestri d’ascia. L’intervento, completato dal restauro della prua e del timone originali e delle vele al terzo, ha riportato la Saviolina nel 2000 al suo assetto originario e al fascino nostalgico di poterla rivedere navigare nelle acque adriatiche.

Un’esperienza di certo unica anche per chi scrive, essendo il primo importante e singolare intervento di restauro condotto in cordata con la collega Luisa Masetti Bitelli e il fotografo di Istituto Riccardo Vlahov, i cui scatti hanno corredato gran parte degli articoli pubblicati sulla Saviolina.

Nel 1999 prendeva dunque avvio forse il primo intervento di restauro integrale di una imbarcazione storica promosso e finanziato dall’IBC. Dalla Saviolina in avanti ha preso avvio un costante impegno diretto al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale marinaresco che andava a confluire nel sistema museale regionale e che, parallelamente, attirava sempre maggior interesse di pubblico per quella varietà di aspetti della “cultura di mare” fatta di oggetti, tradizioni, imbarcazioni, ritrovamenti di navi romane e tanto altro che riconducono ad una radice comune di vita condivisa.

Nel 2000 in concomitanza con l’inaugurazione della Saviolina restaurata, che allora già contava oltre settant’anni di storia, venivano inaugurate una serie di iniziative di valorizzazione. Con un vistoso e variopinto trasporto eccezionale la Saviolina è stata portata da IBC al Salone del Restauro di Ferrara proprio quell’anno: nel suo rinnovato fascino policromo faceva mostra di sé con le vele al terzo svolazzanti negli spazi esterni del salone fieristico e un ampio ponteggio costruitole attorno per l’occasione consentiva la visita da vicino. Operazione che ha offerto l’occasione di una mostra allestita al Salone "E il navigar m'è dolce... ( 1) che abbracciava il più vasto tema delle realtà marinare della nostra costa e diventata mostra itinerante in altre sedi.

I corsi di Archeologia Navale realizzati sulla Saviolina hanno animato le estati riccionesi e hanno avuto un risalto internazionale nelle riviste e nei convegni di settore. Il dossier IBC La Saviolina già Nino Bixio, curato da Stefano Medas, in qualità di esperto di archeologia navale, descrive nel dettaglio aspetti, tecnica e segreti del mastro d’ascia Manzi, documentazione riproposta integralmente nella nuova pubblicazione curata dallo stesso esperto che oggi segue con la stessa competenza e la stessa passione le vicende del lancione e ne descrive il secondo restauro integrale (2016- 2017) - questa volta sostenuto da Romagna Acque e SGR per la cultura e realizzato dal maestro d’ascia Gori di Rimini.

Un secondo intervento di recupero integrale che consente alla Saviolina di tornare a navigare a vele spiegate con tutta la fierezza della sua storia e tradizione perché, come sottolinea il presidente Balzani in un passaggio del suo contributo, “non sono le istituzioni in sé che garantiscono al patrimonio l’“eternità”, ma i significati che si addensano intorno ad esso, i quali giustificano nel tempo lo stanziamento di risorse ulteriori per continuare la gara senza fine con il tempo”.

Di significati e valori ne condensa tanti questo straordinario oggetto, tanto da richiamare e riunire attenzioni, sensibilità e risorse della collettività e di differenti componenti pubbliche e private tessuto sociale, istituzionale ed economico del territorio per riportare la Saviolina ad una rinnovata integrità conservativa.

E poiché questa bella signora del Mare Adriatico potrebbe fra l’altro non poter più reggere data l’età un ennesimo intervento di restauro strutturale, d’ora innanzi l’attenzione prevalente deve essere diretta a mantenere il più a lungo possibile questo - forse ultimo - restauro. L’impegno dell’amministrazione locale e di tutti i partner coinvolti è quello quindi di prevedere un Piano di manutenzione ordinaria e straordinaria e fare in modo che le operazioni di conservazione dell’integrità del lancione possano diventare, anno dopo anno, occasione di nuovi eventi di partecipazione della collettività attorno alla Saviolina e ai personaggi che la animano.

1 “ E il navigar m’è dolce… Musei della marineria lungo la riviera emiliano-romagnola. Il restauro della Saviolina”, a cura di Luisa Masetti Bitelli, Orlando Piraccini e Antonella Salvi. Foto di Riccardo Vlahov

 

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