Rivista "IBC" IX, 2001, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni

Libri d'arte a Matematica

Rosella Biavati
[responsabile della Biblioteca del Dipartimento di matematica dell'Università di Bologna]
Presso la biblioteca del Dipartimento di Matematica dell'Università di Bologna si trova un fondo librario apparentemente di ben poca attinenza con la matematica. Si tratta infatti di una vera e propria biblioteca di storia dell'architettura e dell'arte, che raccoglie opere pregevoli per il loro valore storico, estetico e, in alcuni casi, per la loro rarità.
La collezione comprende 700 volumi pubblicati prevalentemente in Italia (le edizioni straniere sono circa 200), tra la seconda metà dell'Ottocento e il primo quarantennio del Novecento, annate di riviste, tavole di ornato architettonico e fotografie di monumenti. Si tratta di manuali di storia dell'arte, monografie su artisti, opere monumentali, antichità russe, maioliche e terracotte, testi di urbanistica e altro ancora. Fra le riviste, tutte dei primi decenni del Novecento, si segnalano: Architettura (1932-1939), Architettura e Arti decorative (1923-1930), Le Arti nella casa (1940), Il Palladio (1938-1942), Dedalo (1920-1931) e Rassegna di architettura (1938-1940).
Non mancano le opere antiche che sono interessanti e preziose anche per il ricco apparato iconografico: si tratta di due edizioni del XVI secolo, 2 del XVII, 23 del XVIII. In particolare spiccano i Dispareri in materia di architettura e perpettiua... di Martino Bassi (Bressa, Francesco e Pietro Maria Marchetti, 1572), Le due regole della prospettiva pratica di M. Jacomo Barozzi da Vignola con i commentarij del R.P.M. Egnatio Danti... (Roma, Stamperia del Mascardi, 1644) e fra i classici trattati-manuali settecenteschi la prima edizione in-folio de L'architettura ciuile preparata su la geometria e ridotta alle prospettive... (Parma, Paolo Monti, 1711) e le Direzioni a' giovani studenti nel disegno dell'architettura civile nell'Accademia Clementina... (Bologna, Lelio dalla Volpe, 1777) di Ferdinando Galli Bibiena.
A partire dal 1998, nell'ambito dei progetti di recupero e sensibilizzazione nei confronti delle antiche collezioni librarie scientifiche compiuti dal CIS (Centro per la storia delle università e della scienza dell'Ateneo di Bologna), la Biblioteca del Dipartimento di Matematica ha provveduto al recupero dei dati bibliografici essenziali, ora reperibili nel Catalogo del Polo bolognese SBN, e al riordino del fondo, di cui esistevano, fino ad allora, soltanto due vecchi e lacunosi cataloghi, per autore e argomento.
Recentemente, per valorizzare ulteriormente la raccolta e renderla facilmente fruibile per gli studiosi e per tutti gli appassionati, la Biblioteca del Dipartimento di Matematica ha realizzato una mostra virtuale su Web (www.dm.unibo.it/libradm/document/mostrarch/relarch1/html). Essa si apre con un'introduzione, arricchita dalla riproduzione digitalizzata di documenti d'archivio che hanno consentito di ricostruire la storia della collezione. La mostra prosegue con un'accurata descrizione bibliografica dei volumi pubblicati prima del XIX secolo, cui si affianca l'immagine digitale del frontespizio. Di qualche volume si sono poi riprodotte le illustrazioni e le tavole più belle.
Per comprendere la ragione della presenza di una collezione di libri d'arte e architettura presso il Dipartimento di Matematica, è stato necessario ripercorrere la storia degli insegnamenti per i quali essa fungeva da supporto didattico e di ricerca. Questi libri appartenevano alla Scuola di Disegno Ornato e Architettura, afferente alla Facoltà di Scienze Matematiche, che preparava gli studenti alla professione di ingegnere e architetto. La Scuola figura, fra gli Stabilimenti e Musei, negli annuari dell'Università di Bologna dal 1868-69 al 1950, ma l'insegnamento dell'Architettura civile compare già nell'annuario del 1859-60, dove leggiamo che "Fortunato Lodi nell'Accademia di Belle Arti tratterà della Storia dell'Arte, della conoscenza delle diverse qualità del terreno nel quale si deve fabbricare...della copia e composizione degli edifizi".
Senza addentrarci, per mancanza di spazio, nella complessa problematica degli ordinamenti didattici per l'abilitazione alla professione di ingegnere e architetto, che variano nel corso dell'Ottocento e da città a città, ricordiamo che i piani di studio dell'Università prevedevano a Bologna, fin dai primi del secolo, lezioni presso l'Accademia di Belle Arti e le cattedre d'Architettura Civile e Principi del Disegno erano assegnate a docenti dell'Accademia.
Un fascicolo, conservato nell'Archivio storico dell'Accademia di Belle Arti, testimonia il trasferimento, avvenuto nel 1861, dell'insegnamento dell'Architettura superiore, impartito dal Lodi, dall'Accademia alla Facoltà Matematica dell'Università. In quell'occasione, si legge nel fascicolo, furono trasferite anche "tutte le suppellettili, masserizie, esemplari, modelli". Non v'è cenno di libri e, d'altra parte, i volumi della collezione del Dipartimento di Matematica riportano soltanto il timbro della Regia Università, della Scuola d'Ornato e d'Architettura e dell'Istituto di Geometria "A. Cremona". Se ne desume che la biblioteca della Scuola abbia cominciato a formarsi solo successivamente a questo trasferimento, ad esclusione di un piccolo nucleo di libri appartenenti al titolare della cattedra, come dimostra l'etichetta "di proprietà del cav. F. Lodi", che essi riportano.
Tuttavia, siamo convinti che proprio a causa delle origini "accademiche" dell'insegnamento, la collezione rifletta maggiormente la cultura artistica caratteristica delle Accademie di Belle Arti, piuttosto che l'impianto concettuale tecnico-scientifico tipico delle scuole politecniche.
Ciò risulta ben evidente se confrontiamo i suoi titoli con quelli dei nuclei storici di altre due biblioteche dell'Università per ingegneri e architetti. Una, la centrale della Facoltà di Ingegneria, già Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, sviluppatasi a partire dal 1877, possiede un ricco patrimonio antico, riguardante tutte le discipline delle scienze matematiche pure e applicate. L'altra, la biblioteca del Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale, già Gabinetto di Architettura tecnica, le cui origini risalgono alla nascita della Facoltà di Ingegneria (1935-36), possiede una raccolta di testi della fine dell'Ottocento e dei primi del Novecento, prevalentemente di architettura tecnica.
La diversità e per certi versi complementarietà delle collezioni possedute da queste biblioteche è da ricercare nella storia dell'evoluzione degli studi per l'abilitazione alla professione di ingegnere e architetto a cavallo fra Otto e Novecento, ma anche nel lungo e tormentato dibattito coevo sulla diversità sostanziale fra ingegneria e architettura e sulla duplice natura dell'architettura, scientifica e insieme artistica.
Successivamente al trasferimento presso la Facoltà di Scienze, l'Architettura e il Disegno d'Ornato figurano fra le materie del biennio preparatorio all'ammissione al Corso Pratico per Ingegneri e Architetti, istituito nel 1862 e sostituito poi gradualmente dalla Scuola di Applicazione. Questi insegnamenti continueranno a essere presenti nel biennio, anche dopo la nascita della Facoltà di Ingegneria.
Nel 1950 una delibera del Consiglio di Facoltà stabilì che la direzione della Scuola di Disegno Ornato e Architettura fosse affidata, sulla base della comune matrice del disegno, al titolare della cattedra di "Geometria analitica con elementi di proiettiva e geometria descrittiva con disegno" e che da questo insegnamento essa assumesse il nuovo nome di Istituto di Geometria. I volumi furono così inseriti nei registri inventariali dell'Istituto nascente. Ma la biblioteca non sopravvisse al mutamento di nome e all'evoluzione di programmi didattici sempre più condizionati dallo sviluppo tecnologico. Questo passaggio istituzionale segnò la fine del suo sviluppo, interrottosi negli anni Quaranta. Quando, nel 1983, l'Istituto di Geometria e quello di Matematica si fusero, dando origine al Dipartimento di Matematica, il fondo, rimasto sempre separato dai testi di geometria, non confluì nella biblioteca vera e propria, ma fu collocato insieme ad altre collezioni storiche, divenuto ormai, da corredo didattico quale era stato, bene culturale.

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