Rivista "IBC" IX, 2001, 2

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / mostre e rassegne

Lunga vita al maestro

Vera Negri Zamagni
[vicepresidente e assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna]

Dopo l'inaugurazione al Salone ferrarese del restauro la mostra "Il restauro dei luoghi verdiani: da Roncole a Sant'Agata passando da Busseto", progettata dall'architetto Pier Luigi Cervellati e realizzata dall'Assessorato alla cultura della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l'IBC e l'Agenzia di iniziative culturali dell'Emilia-Romagna - AICER, raggiungerà a fine giugno Busseto (Parma) e verrà poi allestita nei foyer di teatro e negli istituti di cultura italiana all'estero. In questa rubrica tutta verdiana pubblichiamo due dei testi che compongono il catalogo della mostra, introdotti qui di seguito dall'intervento della vicepresidente e assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna.


In occasione delle celebrazioni per il primo centenario della morte di Giuseppe Verdi, la Regione Emilia-Romagna, in accordo con il Ministero per i beni e le attività culturali e le amministrazioni provinciali e comunali competenti, ha finanziato un articolato programma di restauro e recupero dei principali luoghi verdiani.

Gli interventi più rilevanti hanno riguardato il ripristino di alcuni edifici tra i più significativi nella mappa dei luoghi verdiani: la casa natale del compositore a Roncole di Busseto (Parma); Villa Verdi, la casa della vita e della maturità a Sant'Agata di Villanova sull'Arda (Piacenza); Villa Pallavicino a Busseto destinata a diventare un contenitore culturale, un luogo per spettacoli verdiani all'aperto e sede di un futuro museo dedicato a Verdi.

Altri interventi sono stati rivolti al recupero di teatri e luoghi della cultura destinati ad ospitare le numerose manifestazioni programmate per le celebrazioni: tra questi il Teatro di Busseto, il Teatro Regio di Parma ed il Teatro Municipale di Piacenza.

L'obiettivo comune è stato quello di valorizzare, in modo durevole e non effimero, i punti salienti di un circuito verdiano della musica e della memoria che rappresenta già un segmento importante dell'offerta culturale e turistica della nostra regione e che tale vogliamo rimanga nel tempo, al di là dei clamori degli anniversari.

Gli interventi di restauro si sono rivelati anche un modo per riscoprire aspetti e temi originali del lungo rapporto di mutua fedeltà tra Verdi e la sua terra: basti pensare alla passione con cui il compositore si dedicò personalmente alla gestione delle sue terre ed alla costruzione della sua casa.

Accanto al Verdi musicista, emerge così un Verdi possidente, architetto, agricoltore o come lui stesso si definisce con qualche vezzo "contadino delle Roncole". L'opera di restauro ci ha restituito quindi, nello stesso tempo, la specificità dei luoghi e in trasparenza la presenza in essi del maestro.

Per dare conto di questo è nata l'idea di una mostra che unisce all'impatto scenografico e teatrale la scientificità del lavoro di ricerca e di documentazione e che, per le sue dimensioni, si presta ad una circuitazione nazionale ed internazionale.

All'esposizione si accompagna un catalogo che indaga, attraverso brevi saggi e testimonianze, il rapporto di Verdi con la sua terra d'origine.

Sono piccoli omaggi del "paese del melodramma" al suo più illustre genio musicale.

 

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