Rivista "IBC" X, 2002, 1

musei e beni culturali / convegni e seminari, didattica

Quanti sono, e quali obiettivi hanno, i progetti didattici dei musei archeologici in Emilia-Romagna? Un convegno ha fatto il punto sulle esperienze realizzate per comunicare la storia del nostro territorio ad un pubblico sempre più vasto: non solo studenti e docenti, ma anche cittadini che hanno riscoperto il valore del tempo libero.
... Ora "vedono" tutti

Fiamma Lenzi
[IBC]

Nel suo primo e celebre racconto, oggetto di una fortunata trasposizione cinematografica d'animazione attualmente sugli schermi, Michel Ende contrappone alla piccola e fragile protagonista i famigerati Signori Grigi, che sotto le sinistre spoglie di una casta di banchieri fanno incetta di tempo, privando così l'umanità del suo bene più prezioso. In qualsiasi direzione si voglia dar senso alla felice metafora del narratore tedesco, centrale rimane sempre il tema della temporalità, del significato che in tutte le sue declinazioni ed estensioni il tempo assume per l'esistenza degli uomini. Ma mentre nel sentire comune il tempo è vissuto come una risorsa che appartiene soprattutto al presente e al divenire, non si dovrebbe mai dimenticare l'affermazione di George Orwell, secondo il quale solo chi ha il dominio del passato sarà in grado di controllare il futuro.

 

Fra le molte istituzioni a cui è affidato il compito di preservare e insieme interpretare "ciò che è stato", il museo è certamente l'entità nel cui seno il binomio fra conoscenza ed educazione, fra ricerca e didattica, costituisce la migliore opportunità non solo di comprendere il passato, ma anche di traghettare la nostra identità sulla riva del domani.

Nel corso di una esistenza lunga e ricca di sfaccettature, i musei hanno conosciuto numerose e profonde trasformazioni della loro "anima culturale", assumendo con gli anni nuove capacità d'azione e compiti via via più nitidi. Si sono consolidate specialmente le prospettive di una vocazione didattica dei musei e si è esaltato il rapporto stringente che essi hanno con la scuola, luogo per eccellenza ove in gran parte prende corpo il processo di costruzione della personalità. Negli ultimi decenni - i più decisivi - le strutture della conservazione hanno visto poi definirsi il loro assetto teorico e le funzioni in termini di "servizio", di immagine della città e dell'area geografica su cui insistono e operano, di verifica delle vicende culturali delle comunità locali e di quella regionale.

L'attribuzione di finalità e ruoli sempre più incisivi nell'ambito delle politiche per la persona e nello sviluppo e diffusione della cultura ha infatti innescato un meccanismo di proiezione verso l'esterno che, calando i musei stessi nella realtà sociale, ne ha accentuato in prevalenza gli aspetti didattici e comunicativi. Il museo è divenuto - o è ritornato ad essere, come già varie volte in passato e sotto "forme" diverse - lo spazio ove si stimola e si guida ad utilizzare le diverse chiavi interpretative per conoscere il territorio, di cui le testimonianze presenti sono espressione diretta. Questo organismo è tornato anche ad essere uno strumento dell'apprendimento, che propone il superamento del livello puramente informativo, che "corregge" l'immagine precostituita e distorta del passato, che favorisce un approccio più consapevole alla storia e alle vicende degli uomini e del paesaggio, che presidia il percorso educativo cercando di riportare le tracce materiali o immateriali del tempo trascorso vicino alle loro origini e ai loro significati sociali.

 

Nella costellazione museale emiliano-romagnola, davvero variegata quanto a distribuzione geografica, consistenza patrimoniale e identità culturale ed espositiva, un segmento numericamente e qualitativamente assai significativo riconosce nel patrimonio dell'antichità il proprio elemento principale, il tratto fisionomico più connotante. Vi coesistono insieme prestigiose e avanguardistiche istituzioni municipali dalla storia ultrasecolare e nuove fondazioni, talora recentissime, che testimoniano la vitalità culturale e l'alto livello di civiltà che contraddistingue questa regione.

L'insieme delle strutture, delle attività e dei servizi che valorizzano il patrimonio archeologico e le testimonianze dell'intenso rapporto intrecciato dall'uomo con l'ambiente attraverso i secoli, porta in sé da sempre la vocazione ad essere "un sistema museale", le cui premesse risiedono non solo e non tanto in una forte specificità tematica e tipologica e in comuni linguaggi metodologici, operativi, professionali, ma anche e soprattutto nel detenere come assoluto requisito di forza la capacità complessiva di saper "parlare al proprio pubblico", di riuscire ad esprimere unitariamente, attraverso principi e modalità condivisi, una vera "didattica del passato", intesa come formazione primaria e apprendimento in ambiente esperto, con alti livelli di interazione fra museo e scuola.

Sul versante dell'educazione e della divulgazione i musei archeologici della nostra regione hanno infatti raggiunto un livello qualitativo elevato, che si combina con una rilevante ampiezza e con la varietà delle proposte formative. Dalle grandi sedi museali le attività e le iniziative si sono estese al territorio, ai musei di carattere locale, alle realtà che con il sostegno delle strutture della conservazione riscoprono e lavorano sulle molteplici valenze storiche, paesaggistiche, monumentali del loro spazio geografico e vitale.

Ne è stato eloquente testimone il seminario dello scorso novembre dedicato alle aule e ai laboratori didattici dei musei archeologici dell'Emilia-Romagna, promosso dal Museo "Luigi Fantini" di Monterenzio (Bologna) in collaborazione con il Dipartimento di archeologia dell'Ateneo bolognese e l'Assessorato alla cultura della Provincia di Bologna. L'incontro, patrocinato dall'Istituto regionale per i beni culturali e dalla Soprintendenza archeologica, ha costituito una lodevole e interessante occasione per censire e porre a confronto le tante e peculiari esperienze che muovono dai musei della regione, cercando di offrire risposte adeguate alle esigenze e alle istanze di un'utenza che non è più, o non soltanto, composta da giovani in età scolare, ma anche da docenti desiderosi di aggiornare e qualificare la propria professionalità, da cittadini che hanno scoperto o riscoperto il valore del tempo libero e del suo uso "intelligente".

 

In molte situazioni, facendo proprio il noto slogan che ha accompagnato sul nascere le prime importanti riflessioni sulla museografia italiana, la specificità patrimoniale è l'elemento ispiratore di un processo conoscitivo che sposta l'attenzione dal museo verso il territorio e avvia l'esplorazione dei contesti, dei siti, dell'organizzazione demografica e territoriale di cui il museo è riflesso esplicito.

In altri casi, le azioni didattiche si prefiggono invece l'obiettivo di offrire strumenti ed occasioni per analizzare e capire le metodologie, le tecniche operative, i sistemi di indagine che scandiscono il lavoro sul campo degli specialisti impegnati nell'ambito delle discipline dell'antichità, ricostruendo in tal modo l'intero itinerario della ricerca scientifica a partire dai momenti iniziali della scoperta sino alle fasi finali dell'interpretazione storica.

L'approccio tematico, combinato con letture di tipo spazio-temporale, rappresenta poi assai spesso il filo conduttore di attività educative che rivisitano usi, costumi, comportamenti delle civiltà passate, individuandone gli aspetti salienti della vita quotidiana e della struttura sociale ed economico-produttiva.

Altri progetti formativi ancora, scaturiti da particolari circostanze come le grandi iniziative espositive, dopo questo primo banco di prova si trasformano da opportunità temporanea in servizi educativi a carattere continuativo, consentendo perciò di ampliare considerevolmente e di moltiplicare - al di là dell'irripetibile occasione fornita dalle mostre - il potenziale informativo e culturale delle rassegne stesse.

 

Le opportunità didattiche dentro e fuori del museo, ma con il museo, sono dunque oggi molto diversificate e su un solido tessuto educativo di taglio più tradizionale, costruito su visite guidate e percorsi tematici, si sta progressivamente e sempre più celermente innestando un'ampia gamma di mature esperienze laboratoriali a tutto campo. Queste ultime, in sintonia con le esigenze educative espresse dalla scuola moderna, sviluppano da un lato gli aspetti emozionali, sensoriali e creativi, dall'altro attingono a piene mani dalla prassi dell'archeologia sperimentale e della living history, così da collocare coerentemente l'apprendimento incentrato sui temi del passato e dell'archeologia non più all'interno di un processo puramente trasmissivo del sapere, ma nel contesto esperienziale e pedagogico dell'osservazione diretta e della partecipazione personale, entrambe sostanziate dal dualismo ricostruzione/verifica e interpretazione/riappropriazione.

Non è certo casuale che le curatrici dell'incontro dianzi citato abbiano scelto ad epigrafe del convegno una bella frase di Bruno Munari, artista che ha saputo come pochi altri "prendere sul serio" i ragazzi: "La fantasia, l'invenzione, la creatività pensano, l'immaginazione vede". Solo imparando a "vedere" il nostro passato e il loro presente, i piccoli uomini di oggi saranno davvero grandi domani.

 

 

I musei e le istituzioni presenti al convegno di Monterenzio, con i loro progetti:

 

Museo civico archeologico di Bologna

"Vita da principe. Nella reggia di un principe etrusco"

 

Museo civico "Arsenio Crespellani" di Bazzano (Bologna)

L'Archeologia in Rocca: attività e percorsi dell'aula didattica del Museo "Arsenio Crespellani" di Bazzano

 

Museo civico archeologico di Budrio (Bologna)

"Dalla visita al museo archeologico all'esperienza nel 'laboratorio didattico'"

 

Musei civici di Imola (Bologna)

"Lo scavo in museo: un progetto di microscavo in laboratorio aperto al pubblico"

 

Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna

"L'attività didattica della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna"

 

Museo archeologico "Luigi Fantini" di Monterenzio (Bologna)

"Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco"

 

Museo archeologico comunale "Luigi Donini" di San Lazzaro di Savena (Bologna)

"Io tocco, io faccio, io scopro: preistoria immaginata o immaginario della preistoria?"

 

Museo di antropologia del Dipartimento di biologia evoluzionistica sperimentale dell'Universitàdi Bologna - Aula didattica del Museo di antropologia

"Tra ricerca e didattica: l'esperienza del Museo di antropologia"

 

Scuola media statale "Medicina-Castenaso" (Bologna)

"La Scuola va al Museo"

 

Istituto comprensivo di Monterenzio (Bologna)

"Insegnare storia nelle aule decentrate"

 

Museo della bilancia di Campogalliano (Modena)

"Pondera. Pesi e misure nell'antichità. Dalla mostra archeologica alla progettazione didattica"

 

Museo civico archeologico di Castelfranco Emilia (Modena)

"Caccia al tesoro nel territorio centuriato di Castelfranco Emilia"

 

Comune di Cesena - Settore cultura

"Joe Stick presenta: a scuola nel Museo. Imparare giocando"

 

Museo della nave romana di Comacchio (Ferrara)

"Museo della nave romana di Comacchio: ipertesto realizzato dalla Scuola media 'A. Zappata' di Comacchio"

 

Museo archeologico nazionale di Ferrara

"Scuola e cultura. Educazione alla conservazione dei beni culturali"

 

Museo civico di Finale Emilia (Modena)

"Tessuti, colori e vestiti del mondo antico: esperienze di archeologia sperimentale"

 

Comune di Fiorano Modenese

"Il laboratorio della ceramica - Museo della ceramica di Fiorano Modenese"

 

Pinacoteca e Musei del Comune di Forlì

"Laboratori di archeologia sperimentale dei Musei civici di Forlì"

 

Museo civico archeologico etnologico di Modena

"Il parco archeologico e museo all'aperto della terramara di Montale (Modena)"

 

Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna

"I musei archeologici del Modenese: contenuti scientifici e percorsi didattici"

 

Museo archeologico nazionale di Parma

"I giovani e l'antico"

 

Museo della terramara Santa Rosa di Poviglio (Reggio Emilia)

"Il Museo della terramara Santa Rosa di Poviglio: esperienze didattiche"

 

Civici Musei di Reggio Emilia

"Il Museo per la scuola. Didattica archeologica nei Musei civici di Reggio Emilia"

 

Museo del territorio di Riccione (Rimini)

"Un museo grande, grande come il mondo"

 

Musei comunali di Rimini

"Ad mensam. La cultura del cibo: esempi di gioco-laboratorio"

 

Comune di San Felice sul Panaro (Modena)

"Mostra archeologica permanente 'Giuseppe Venturini' - San Felice sul Panaro"

 

Comune di Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena)

"Gli dei, le donne, le armi nella Savignano romana"

 

Museo archeologico comunale di Verucchio (Rimini)

"Il Museo archeologico di Verucchio"

 

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