Rivista "IBC" XI, 2003, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, restauri, pubblicazioni

I Corali di San Giacomo Maggiore. Miniatori e committenti a Bologna nel Trecento, a cura di M. Medica e G. Benevolo, Ferrara, Edisai, 2003.
I corali di San Giacomo Maggiore

Fabrizio Lollini
[ricercatore di storia dell'arte medioevale presso l'Università di Bologna]

Nelle sale del Lapidario del Museo civico medioevale di Bologna si è aperta nel dicembre dello scorso anno una bella mostra dedicata alla serie trecentesca di libri corali provenienti dalla basilica di San Giacomo Maggiore. L'esposizione, che chiude il 31 marzo 2003, è stata curata dal direttore dei Musei civici di arte antica, Massimo Medica, e da Giancarlo Benevolo; i protagonisti dell'evento, anche se non esclusivi, sono i quindici splendidi volumi pergamenacei dell'importante chiesa bolognese sulla strada San Donato, attuale via Zamboni.

San Giacomo venne fondata il 25 aprile 1267, giorno dell'Annunciazione, dagli Agostiniani, stabilitisi da poco in città; la chiesa ebbe un andamento costruttivo assai lento, e fu consacrata solo nel 1344, poco prima del terribile periodo delle grandi pestilenze, che colpirono anche Bologna e influenzarono in negativo, come è ovvio, pure la vita del convento. Una grande rinascita, soprattutto culturale (erano forti i legami tra l'Ordine, coi suoi studi teologici, e l'Università), si ebbe negli ultimi trent'anni circa del secolo XIV, quando il complesso ebbe come Priore Andrea Artusi, che - aiutato in modo decisivo da due fratelli, entrambi procuratori generali della sede religiosa, Giovanni e Niccolò da Castel de' Britti - patrocinò l'esecuzione di numerose imprese artistiche, che coinvolsero pittori di grande fama, non solo bolognesi.

In questo ambito si decise di eseguire la serie esposta in questa occasione, che fu realizzata in due fasi: una tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio del decennio seguente, l'altra verso il 1390-1395. Nel ciclo lavorarono i due più grandi decoratori librari felsinei del Trecento, Niccolò di Giacomo e Stefano degli Azzi, entrambi attivi per un lunghissimo tratto di tempo in città, durante il quale furono, per così dire, i monopolisti della miniatura locale; sia l'uno che l'altro, in forme diverse, mostrano nelle loro opere la conoscenza della pittura monumentale del periodo, e si sforzano di trasferirla nelle ridotte (anche se in alcuni di questi casi non ridottissime) dimensioni dell'illustrazione, con esiti di grande livello, che si ritrovano anche nei volumi di questa mostra. Imprese del genere erano molto dispendiose, e i frati di San Giacomo ricevettero in questo caso l'aiuto finanziario di alcune importanti famiglie bolognesi: gli Isolani, i Calderini, i Bolognini, che, legati agli Agostiniani, contribuirono alle spese dei materiali e degli artisti coinvolti, come dimostra la presenza dei loro stemmi in alcune pagine dei volumi.

Il ciclo di corali, che si era sempre conservato in San Giacomo, pervenne ai Musei civici alla fine del XIX secolo, dopo i rivolgimenti delle soppressioni e altre vicende complesse legate all'asportazione di numerose scene miniate negli ultimi decenni dell'Ottocento. L'identificazione di queste miniature ritagliate da parte di Massimo Medica, che dieci anni fa le recuperò alla Biblioteca dell'Archiginnasio (dove erano state depositate), ha permesso l'inizio di un complesso lavoro di restauro, finanziato dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (Soprintendenza per i beni librari e documentari e Servizio musei e beni culturali). I libri, sia nelle loro sezioni di testo che in quelle a pennello, sono stati risanati, e in molti casi si è provveduto alla ricomposizione della situazione originale del rapporto tra testo e immagine, posizionando nello spazio da cui erano state asportate le scene rimosse. Questo ha permesso la restituzione ai bolognesi di un ciclo quasi integro, che per molto tempo non era stato visibile al pubblico comune, e che anche agli specialisti si presentava frammentario e pressoché ingiudicabile.

Oltre ai volumi degli Agostiniani, la mostra ha offerto l'occasione di conoscere dal vivo altre preziose pagine miniate da Niccolò di Giacomo e Stefano degli Azzi (quest'ultimo attivo solo nella prima fase dei lavori per la serie): quelle contenute nei codici che il Museo medioevale esponeva assieme ai corali di San Giacomo, tra cui figuravano altri volumi da coro, ma anche statuti e matricole, libri da studio universitario, e copie di classici della letteratura italiana e latina; alcuni provenivano dalle stesse collezioni civiche bolognesi, altri da importanti raccolte italiane, come le Biblioteche Ambrosiana e Trivulziana di Milano, l'Augusta di Perugia, o l'Archivio di Stato di Bologna; a essi si aggiungeva un corale della Parrocchiale di San Giovanni in Persiceto, dove si conserva un altro ciclo di libri liturgici di Niccolò di Giacomo (pure per breve tempo esposto nei mesi scorsi in una piccola mostra). Il confronto tra queste opere e la pittura di grandi dimensioni era assicurato dalla presenza di alcuni affreschi staccati dello stesso periodo, tra cui particolarmente gustosi, nel loro aspetto aneddotico, e quasi divertente, sono quelli di Cristoforo da Bologna.

Il volume che accompagna l'evento, oltre a includere le schede dei pezzi esposti, offre alcuni saggi di grande interesse: due, di Giancarlo Benevolo, sono dedicati rispettivamente alla fondazione e alla storia della basilica e degli Agostiniani a Bologna, e ai committenti della serie; Massimo Medica espone in un intervento un'aggiornata sintesi sulle opere artistiche di San Giacomo, mentre in un altro scritto ripercorre le specifiche vicende stilistiche dei corali, ricomponendo anche un percorso biografico e un catalogo dei due miniatori attivi nella serie; Giacomo Baroffio, il maggior liturgista italiano, esamina il ciclo dal punto di vista del suo contenuto religioso; mentre Vania Alessandri, curatrice del restauro, racconta le complesse vicende conservative della serie alla fine del XIX secolo e dà conto dei recenti interventi di ripristino materiale.

 

I Corali di San Giacomo Maggiore. Miniatori e committenti a Bologna nel Trecento, a cura di M. Medica e G. Benevolo, Ferrara, Edisai, 2003, 316 p., Ç 25.

 

Azioni sul documento

Elenco delle riviste

    Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Cod. fiscale 800 812 90 373

    Via Galliera 21, 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - [email protected]

    Informativa utilizzo dei cookie

    Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271
    Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, [email protected], [email protected]