Rivista "IBC" XIV, 2006, 1

biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni

A Pavullo nel Frignano, nel Modenese, un fondo conservato nella Biblioteca comunale documenta le fonti orali della tradizione musicale sviluppatasi nelle montagne.
A ritmo di Appennino

Argia Bertoni
[IBC]
Giuliano Biolchini
[storico della musica e delle tradizioni popolari]

Il Fondo di documentazione orale conservato dalla Fonoteca dei sotterranei di Palazzo Ducale, a Pavullo nel Frignano (Modena), è costituito da un insieme di registrazioni di canti, balli, musiche e racconti della tradizione popolare raccolte nell'Appennino modenese nel periodo 1975-1990. La documentazione, nata inizialmente come insieme di materiali di ricerca per la tesi di laurea dello scrivente,1 ha trovato poi, con alcune integrazioni successive, uno sbocco naturale nel lascito in forma di comodato alla Biblioteca (sezione Fonoteca) del Comune di Pavullo. La costituzione di questo fondo ha come finalità sia la conservazione di documenti della comunicazione orale, prevalentemente di interesse etnomusicologico, che la loro consultazione. Lo studio e la comparazione di questo materiale risulta interessante per una vasta gamma di discipline quali l'etnoantropologia, la dialettologia, l'etnografia, la sociologia, la storia locale e la storia delle tradizioni popolari, permettendo di valorizzare una parte del patrimonio culturale dell'Appennino modenese.

Il fondo comprende 403 documenti audio, 95 tra libri e fascicoli di riviste, 5 volumi rilegati (relativi a fotocopie di spartiti scritti a mano, tratti dal repertorio dei suonatori popolari di inizio Novecento, per complessive 870 pagine), copie di fogli volanti di cantastorie, LP, CD e nastri di materiale pubblicato e di interesse etnomusicologico. Un accordo, stretto tra il Comune di Pavullo nel Frignano e la Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna per garantire un'adeguata salvaguardia dei materiali attraverso coerenti metodologie di trattamento, ha consentito di avviare un progetto di catalogazione sperimentale (data la particolarità dei documenti) secondo norme uniformi di descrizione e sistemi di informatizzazione consolidati. In questo modo viene offerta la possibilità a studiosi e operatori del settore, ma anche agli utenti della Fonoteca, la consultazione di questo fondo.

La ricerca ha avuto inizio nella metà degli anni Settanta, con lo scopo di raccogliere canzoni da riproporre in chiave folclorica da parte del gruppo musicale i "Viulan". In particolare la collaborazione con Gabriele Chiodi mirava a individuare "informatori" affidabili e a gestire la parte tecnica delle registrazioni; la collaborazione durò fino alla pubblicazione dell'album Luna nel 1976. È così che questi "documenti di fonte orale" iniziarono a essere registrati e conservati in modo integrale. I nostri "informatori" - personaggi del mondo appenninico, contadine e contadini, casalinghe, lavoratori in pensione, soprattutto anziani - oltre a cantare, ci raccontavano di un mondo che la nostra generazione aveva appena intravisto e che pian piano stava scomparendo.

L'incontro con gli informatori avvenne così attraverso interviste. Le prime registrazioni furono di grande importanza per qualità e originalità del repertorio, ma fu nel 1986 - grazie all'incontro con il professore Roberto Leydi al Dipartimento di arte musica e spettacolo dell'Università di Bologna - che questi documenti vennero studiati e sottoposti a una rivisitazione scientifica attraverso una metodologia più adeguata, volta ad allargare il campo di ricerca sia dal punto di vista territoriale che di repertorio, dedicando maggiore attenzione ai brani strumentali, al teatro popolare e al racconto. Con l'approfondimento e l'applicazione degli strumenti metodologici e di ricerca, il materiale reperito si svincolava da una visione puramente folclorico-locale e poteva essere inquadrato in un contesto più ampio, parte di una cultura trasversale (del mondo contadino o preindustriale) geograficamente individuabile in tutta l'Italia settentrionale, con alcune varianti e specificità territoriali, come nel caso del Maggio e del Carnevale.

La ricerca "sul campo", in senso stretto, si è poi conclusa alla fine degli anni Novanta, quando i documenti che emergevano erano oramai riferibili a una cultura dei mass media e quindi a una realtà già uniformata e riscontrabile su tutto il territorio nazionale, con riferimento a un modello originale, a un autore o a un interprete specifici o a un determinato programma televisivo. Rimane invece importante continuare la ricerca sui problemi legati alla conservazione, classificazione e comparazione di questo tipo di materiale ormai "unico", legato alla cultura e alla tradizione popolare non massificata.

È interessante osservare come, non potendoci riferire a un modello originale o primario, e quindi non potendo identificare il documento come una variante, l'attenzione della ricerca si spostò sempre più su altri fattori quali l'utilizzo funzionale del documento, l'indice di presenza territoriale, e infine sul riscontro di documenti simili, seppure indicati con altri titoli, su testi quali i Canti popolari del Piemonte, di Nigra, o Le vecchie danze italiane di Ungarelli, che poi sarebbero diventati di riferimento per la creazione dei "titoli uniformi".2

Da questa nuova prospettiva è nata poi l'esigenza di classificare il materiale raccolto, che ha reso necessaria un'attività di contatti e di scambio di informazioni con esperti del settore e responsabili di centri e archivi in Emilia-Romagna. In particolare l'esperienza di Gian Paolo Borghi del Centro etnografico ferrarese e successivamente la disponibilità del personale dell'Archivio della comunicazione orale della Regione Lombardia si sono rivelate preziose. Questi confronti hanno portato a individuare una lista controllata di termini relativa ai "generi" e un'altra relativa alla "funzione originaria" dei documenti, utile per la condivisione e l'eventuale scambio tra archivi di fonte orale. Dal punto di vista della ricerca questa classificazione ha imposto la definizione di un vocabolario comune, cioè una "lista controllata di termini" estratta dai principali repertori in uso.3 L'esperienza di lavoro che qui si presenta vuole dunque proporre un esempio di classificazione sperimentale di documenti di fonte orale scientificamente e metodologicamente adeguata e utile per una catalogazione di materiale etnoantropologico.

L'unità documentaria oggetto della classificazione e della catalogazione è una registrazione sonora in formato digitale che contiene la completa o frammentaria comunicazione sonoro/orale resa da un informatore attraverso un'intervista, durante una seduta di registrazione. La duplicazione del materiale in formato digitale ci ha consentito di preservare i documenti originali, ponendoci al riparo da eventuali problemi di conservazione del materiale analogico legati all'umidificazione e climatizzazione dei nastri. Sono quindi stati svolti interventi riguardanti:

  • la pulizia fisica del nastro magnetico;
  • la normalizzazione e l'equalizzazione audio;
  • l'eliminazione di fruscii e rumori indesiderati;
  • il riversamento su CD dei file audio con compressione "Wav-Mp3-Mpeg1-Mpeg2-Jpeg";
  • il riversamento della copia di salvataggio su disco rigido esterno da 120 GB.

I 403 documenti audio destinati alla catalogazione sono stati successivamente riversati su CD.

In conclusione, questa raccolta ha carattere documentaristico e coinvolge questioni di pertinenza etno-antropologica, storica, di cronaca e si pone come una sorta di memoria sonora e di testimonianza di momenti di vita culturale e sociale di atteggiamenti e di linguaggi di uno specifico periodo. La rilettura di questo tipo di documenti permette di dare senso e significato non solo alla musica in esame, ma contribuisce anche alla comprensione del nostro essere sociale e collettivo.

 

La lista controllata dei termini

 

Il genere

Il genere musicale è una lista controllata che raggruppa documenti significativi e autoconclusi della tradizione orale, affini per forma, individuazione storica, contenuto o stile. Il genere è univoco. Non si danno documenti associati a più generi.

BALLABILE [raggruppa: Valzer, Polka, Mazurka, Quadriglia, Onestep, Tango, Fox]. Genere individuato appartenente alla musica leggera; in virtù della sua funzione viene recepito soprattutto sotto l'aspetto ritmico; largamente diffuso nel repertorio dei suonatori popolari attivi tra la fine Ottocento e inizio Novecento, il "ballabile" o "ballo moderno" è originariamente acquisito "dall'esterno", ed è confluito poi, in anni più recenti, nel "ballo liscio".

BALLO [raggruppa: Manfrina o Monferrina, Furlana, Giga, Veneziana, Bergamasca, Contradanza, Trescone, ecc.]. Genere che raccoglie balli di derivazione rinascimentale o postrinascimentale; nell'Italia settentrionale si possono trovare con una gran varietà di nomi, ma spesso sono riconducibili a un numero limitato di modelli sia coreutici che musicali. A questo genere sono assegnati anche i "balli figurati" come il "ballo del merlo", il "ballo dell'hai", il "ballo della scopa", ecc.

CANTI DI QUESTUA [raggruppa: Befana, Presepe, Pasquella]. Questo genere raggruppa canti legati a eventi rituali strettamente connessi con lo svolgimento calendariale dell'anno agricolo; sono intonati da gruppi per lo più di giovani che, con mascherature o senza, con oggetti simbolici o senza, percorrono le strade del paese, di casa in casa. I testi dei canti di questua contengono quasi sempre un invito a offrire dei doni, soprattutto generi alimentari, destinati a rifornire il pranzo che conclude la festa. I canti di questua coincidono con alcune date assai precise del calendario: il ciclo delle feste del solstizio d'inverno e quelle primaverili.

CANTO LIRICO MONOSTROFICO [raggruppa: Strambotto, Rispetto, Strofetta, Vatoccu, alla Boara, Stornello]. Genere artificioso utilizzato per raggruppare componimenti di natura lirica, descrittiva, che concedono largo spazio alla soggettività dell'interpretazione, talora con la possibilità di improvvisazioni sul testo; ogni strofa presenta un compiuto carattere poetico ed è autosufficiente.

CANTILENA [raggruppa documenti eseguiti in relazione ritmica a una particolare attività fisica, singola o collettiva]. La cantilena è una forma espressiva che tende ad accentuare la manifestazione di certi stati d'animo associando il suono e la parola alla musica.

CANTO NARRATIVO [raggruppa: Ballata, Canto di cantastorie]. Il canto narrativo, più comunemente conosciuto come "ballata", si caratterizza per l'esposizione di una vicenda specifica autoconclusa, con stile narrativo (spesso in terza persona). Sono raggruppati in questo genere anche i canti che i cantastorie eseguivano accompagnandosi con uno strumento, nei loro spettacoli di piazza (i testi spesso erano stampati su fogli volanti e venduti al pubblico presente).

CANZONE. Genere che raccoglie le composizioni di struttura strofica (molto frequente è la quartina con metrica variabile, con o senza ritornello) che per lo più è intonata dal canto, ma può anche essere esclusivamente strumentale. Frequente ma non tassativa la concatenazione di strofe che utilizzano come primo verso la ripetizione dell'ultimo verso della strofa precedente. La canzone è un genere molto diffuso nei repertori popolari dell'Italia settentrionale, si avvale normalmente del registro italiano o italiano popolare, rari i testi dialettali.

COMPONIMENTO RELIGIOSO LITURGICO [raggruppa: Agnus Dei, Alleluia, Benedictus, Credo, Communio, Dies Irae, Gloria, Graduale, Kyrie, Introito, Magnificat, Miserere, Offertorio, Sanctus, Tratto]. Genere che raccoglie i canti della liturgia canonica in uso nella Chiesa cattolica, derivanti dai canti fissi dell'ordinarium e dai canti del propium.

COMPONIMENTO RELIGIOSO NON LITURGICO [raggruppa: Passione, Orazione, Lauda, Presepe]. In questo genere confluiscono i canti di argomento religioso che non appartengono alla liturgia canonica.

ENIGMA. Genere che raccoglie componimenti quasi sempre in versi, ma può essere anche in forma libera: vi si espone, attraverso l'ambiguità o l'allusione, qualcosa da indovinare; enigma e indovinello spesso coincidono.

FAVOLA [raggruppa: Favola, Fiaba, Novella, Storiella]. Genere che raggruppa tutti i racconti di argomento fantastico spesso (ma non obbligatorio come nel caso della fiaba) con un intento e un fine moralistico, oppure storie reali o verosimili collegate a specifici protagonisti, come nel caso della novella.

FILASTROCCA. Genere che raccoglie componimenti in versi brevi, con ripetizioni di sillabe, parole, spesso recitati in cadenza per divertire i fanciulli, con finalità di apprendimento linguistico, mnemonico o di gioco.

FORMULA MAGICA. In questo genere sono inserite le formule utilizzate in funzione magico-rituale con un fine benefico protettivo a favore di uomini e animali (sono spesso accompagnate da gesti e movimenti che lasciano immaginare il contenuto minaccioso delle parole o l'invocazione di spiriti).

IMBONIMENTO. Genere che raccoglie documenti della comunicazione spettacolare dei venditori di piazza, formulata per convincere il pubblico ad acquistare prodotti spesso di pregio inesistente; normalmente utilizza cliché comunicativi collaudati.

INNO. Sono raggruppati in questo genere i documenti cantati che trattano argomenti civili, religiosi o patriottici celebrativi di una collettività, che elogiano un'entità superiore.

LEGGENDA. A questo gruppo appartengono quei racconti tradizionali che narrano avvenimenti fantastici o molto lontani nel tempo, episodi religiosi o profani di carattere mitico, spesso arricchiti o alterati dalla fantasia popolare; sono da inserire in questo gruppo anche le leggende metropolitane ovvero le storie inventate e diffuse come vere, talvolta supportate dalla grande diffusione del fatto, come per esempio dalla pubblicazione di articoli su giornale, tanto da essere credute vere.

MAGGIO [raggruppa: Maggio drammatico, Maggio delle ragazze, Maggio lirico, Maggio delle Anime purganti]. La grande diffusione e la consuetudine di celebrare il primo giorno di maggio hanno indotto a raggruppare in un unico genere canti e rappresentazioni stilisticamente diversi che, altrimenti, dovrebbero essere inseriti in altre categorie. Questa manifestazione, connessa al rito primaverile del Maggio, è ancora oggi praticata in diverse località dell'Appennino emiliano, anche se sempre più raramente.

MOTTO. Genere che raccoglie documenti della tradizione orale caratterizzati da breve frase che sentenzia con una "verità" fondata sull'esperienza; contiene proverbi, massime, norme, consigli, sentenze.

PARODIA. Il genere comprende la reinterpretazione caricaturale o burlesca di un canto, di un'opera che riutilizza e trasforma testi e melodie preesistenti o note, realizzando in questo modo nuove composizioni ridicole o grottesche.

POESIA IN LINGUA. Genere che raccoglie i documenti della tradizione popolare espressi in versi, con una struttura metrica variabile e spesso non fissa; particolare attenzione viene data all'aspetto fonico, ritmico e timbrico del linguaggio. La lingua utilizzata è l'italiano.

POESIA DIALETTALE. A differenza della poesia in lingua, i versi sono prevalentemente dialettali; rimane un'attenta ricerca fonica, ritmica e timbrica del linguaggio.

RACCONTO. Esposizione, narrazione di episodi riferiti ad avvenimenti ritenuti veri, che descrivono una situazione, per esempio un ballo (racconto descrittivo), oppure interpretano una realtà (racconto soggettivo).

RICHIAMO. Appartengono a questo genere i richiami di animali, i richiami per segnalare la propria presenza o per comunicare messaggi a distanza, al fine di attirare attenzione, ricevere una risposta o indurre qualcuno a compiere una determinata azione.

TEATRO POPOLARE. [raggruppa: Burattini, Carnevale (compresi i testamenti), Filippa (G. C. Croce), Marionette, Zingaresca]. Genere che raccoglie spettacoli, o parti di esso, rappresentati generalmente all'aperto, in strade, piazze, prati, boschi. Spesso coincidono con particolari date o periodi (come nel caso del Carnevale), oppure possono essere le occasionali messe in scena di personaggi, situazioni, sentimenti, destinate al mondo infantile (come nel caso dei burattini e delle marionette).

 

La funzione originaria

La vita musicale popolare, generalmente, non viene esaminata come un momento a parte, staccato dal vivere quotidiano, con una funzione estetica e spettacolare specifica, ma come un tutt'uno con le condizioni di vita e di lavoro. In questo senso è importante considerare il contesto, l'occasione, la funzione che originariamente ha generato l'evento, il canto, il ballo, il racconto. Seguendo questo principio, i documenti sono stati ordinati per "funzione originaria", in modo che sia possibile svolgere una ricerca seguendo il criterio della contestualizzazione e dell'occasione a cui l'evento si riferisce (almeno in origine):

  • RELIGIOSA POPOLARE
  • MAGICO-TERAPEUTICA
  • CANTI DI LAVORO E PER IL LAVORO
  • SOCIALE-POLITICA
  • GIOCO (ludico-didattico-mnemonica)
  • RITI - FESTE CALENDARIALI

Non sono stati ricondotti a una funzione originaria specifica tutti quei documenti la cui esecuzione si riveli indeterminata o appartenente a più contesti, come per esempio i canti di veglia, di osteria, o di intrattenimento, e quindi generati e utilizzati in una occasione non specifica.

[Giuliano Biolchini]

 

La catalogazione e l'accesso

Il fondo che documenta attraverso le fonti orali le tradizioni popolari musicali dell'Appennino modenese da fine Ottocento alla prima metà del Novecento è composto di materiali eterogenei raccolti negli anni da Giuliano Biolchini durante le varie fasi della sua ricerca. Le registrazioni che raccolgono le musiche dei balli e dei canti tramandati da generazioni, e i racconti che illustrano le occasioni e le modalità di svolgimento, sono la parte più cospicua e originale della raccolta. Si è scelto per ora di catalogare i 403 documenti, in formato digitale, di stretto interesse musicale. La raccolta delle pubblicazioni, dei fogli volanti, degli spartiti, dei CD e degli LP che completano il fondo - una sorta di "materiale di corredo" alla ricerca - è stata individuata come fonte privilegiata a cui attingere per i repertori di riferimento; questa parte della raccolta viene così utilizzata per la definizione dei punti di accesso: i titoli uniformi, il genere musicale, la funzione originaria.

In accordo con la Soprintendenza regionale per i beni librari e documentari, la Biblioteca e la Fonoteca di Pavullo e l'organismo tecnico della rete bibliotecaria della provincia di Modena, si è deciso di adottare il sistema applicativo Sebina nella configurazione in uso nel polo modenese del Servizio bibliotecario nazionale (SBN). L'architettura del sistema consente infatti di trattare secondo moduli ad hoc le informazioni e i dati specifici per questa particolare categoria di materiali. Mentre gli standard descrittivi adottati sono gli ISBD (NBM) e (ER) specifici per la descrizione e l'identificazione di tali documenti [International Standard Bibliographic Description (for Non-Book Materials) - (for Electronic Resources)].

Data appunto la particolarità del materiale da descrivere e quindi il carattere di sperimentazione relativo al trattamento catalografico e alla definizione dei punti di accesso, catalogare i documenti su polo diventava la scelta più efficace. Questa decisione ha consentito una maggiore flessibilità nel trattamento delle notizie bibliografiche, un'opportunità che la catalogazione nell'indice nazionale per sua natura non può consentire. La definizione del "titolo", per esempio, ha posto alcuni problemi. Di norma questo viene individuato dai ricercatori e esperti del settore nell'incipit. Come avviene in questi casi, diversi documenti che riportano lo stesso incipit sono resi da "informatori" diversi per documentare tutte le possibili varianti di un ballo o di un canto. Oppure l'intervista resa da un unico informatore è stata suddivisa in più documenti per distinguere il momento dell'esecuzione della musica (canti, accompagnamento musicale, ecc.) da quello del racconto/narrazione.

Si è cercato di non piegare a necessità puramente catalografiche la ricchezza della ricerca ma anche di adeguare gli elementi contenutistici alle regole fissate dagli standard bibliografici. Infatti in alcuni casi, per individuare documenti diversi con uno stesso incipit, si è dovuta introdurre una numerazione progressiva dopo la formulazione del titolo. In quasi tutti i documenti il genere (ballo, ballabile, canzone, canto narrativo, racconto, ecc.) viene inserito come complemento del titolo. Questi accorgimenti ci hanno permesso di dare conto, a una prima lettura, del carattere del documento e distinguere titoli simili.

Oltre al titolo, gli altri punti di accesso creati per i documenti sono i "nomi degli autori", il "titolo uniforme" e la "funzione originaria" (religiosa popolare, gioco, riti - feste calendariali). Per quanto riguarda gli autori, in ottemperanza alle disposizioni sulla privacy e la legislazione sui diritti di copyright, si è convenuto di segnalare nella descrizione gli esecutori solo con le iniziali di nome e cognome. Diversamente chi ha condotto l'intervista è stato descritto per esteso e collegato alla notizia bibliografica con il ruolo di curatore.

Il titolo uniforme, verificato nei testi di riferimento individuati dal ricercatore, quando presente, è stato creato completando l'informazione con la citazione della fonte nell'apposito campo. La funzione originaria, anche in questo caso se individuata dal ricercatore, è stata inserita come testo in "abstract". La catalogazione viene completata compilando il campo della "rappresentazione/registrazione", dove sono segnalati la località in cui è avvenuta la registrazione, il periodo o l'anno, e infine l'occasione della rilevazione sul campo (intervista, registrazione di un evento, ecc.).

I documenti del fondo di documentazione orale sono fisicamente collocati nella Biblioteca comunale di Pavullo nel Frignano e le relative informazioni sono interrogabili attraverso l'OPAC (On line Public Access Catalogue) del Polo provinciale modenese ( sebinaweb.cedoc.mo.it/SebinaOpac/Opac). L'OPAC di Sebina permette la consultazione del fondo tramite più canali di ricerca; quelli attivati nel nostro caso sono: "titolo", "autore", "abstract" e "ricerca libera" (cioè la possibilità di effettuare una ricerca per parole sui principali elementi identificativi, descrittivi e semantici del documento). In particolare, nel campo "titolo" è possibile ricercare, oltre al titolo:

  • il genere del documento, perché inserito come complemento;
  • il titolo uniforme, che rimanderà a un elenco di tutte le notizie collegate.

Nel campo "ricerca libera", oltre ai titoli e ai generi, è anche possibile ricercare attraverso la funzione originaria assegnata ai documenti.

I risultati dell'attività di sperimentazione, in conclusione, ci sembra abbiano consentito di rispondere contemporaneamente a una duplice istanza: da una parte coniugare le esigenze informative più generali con gli standard catalografici, e dall'altra fornire una serie di puntuali elementi informativi rivolti alle richieste degli esperti e degli studiosi della comunicazione orale.

[Argia Bertoni]

 

Note

(1) "Canti e balli popolari del Frignano, Appennino modenese", tesi di laurea di G. Biolchini, relatore R. Leydi, Università di Bologna, anno accademico 1988-1989.

(2) Testi utilizzati per assegnare i titoli uniformi: N. Vitali, Briciole dello sconfinato banchetto che è la poesia folklorica raccolta nelle campagne centesi, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1991; G. P. Borghi, G. Biolchini, M.Turchi, Cantastorie e poeti popolari tra '800 e '900, Pavullo nel Frignano (Modena), Comune di Pavullo nel Frignano, 2001; M. Conati, Canti popolari della Val d'Enza e della Val Cedra, Parma, La Bodoniana, 1976; C. Nigra, Canti popolari del Piemonte, Torino, Einaudi, 1974; R. Leydi, I canti popolari italiani, Milano, Mondadori, 1973; G. Ferraro, Canti popolari piemontesi ed emiliani, Milano, Rizzoli, 1977; S. Cammelli, Musiche da ballo, balli da festa, Bologna, Alfa, 1983; P. Albertini, G. P. Borghi, G. Molinari, G. Piazza, Piazza Marino "poeta contadino", Bologna, Edizioni Calderini, 1995; R. Leydi, P. Vinati, Tanti fatti succedono al mondo. Fogli volanti dell'Italia settentrionale dell'Otto e del Novecento, Brescia, Grafo, 2001; G. Ungarelli, Le vecchie danze italiane ancora in uso nella provincia bolognese, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1983.

(3) R. Leydi, R. Mantovani, Dizionario della musica popolare europea, Milano, Bompiani, 1970; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, a cura di A. Basso, 12 voll., Torino, UTET, 1983- ; La nuova enciclopedia della musica Garzanti, Milano, Garzanti, 1983; Albatros. Documenti originali del folklore musicale europeo, a cura di R. Leydi, Milano, Sciascia, 1970-1989; E. Baldini, M. Carli, I. Missiroli, A. Sistri, "Siamo qua da voi signori". La Pasquella nel territorio cervese, Ravenna, Longo Editore, 1996; Enciclopedia italiana di scienze, lettere e arti, 57 voll., Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1929- ; Enciclopedia Zanichelli 2006, a cura di Edigeo, Bologna, Zanichelli, 2005.

 

Azioni sul documento

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