Rivista "IBC" XV, 2007, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, pubblicazioni

La stagione dei Bentivoglio nella Bologna rinascimentale, Argelato (Bologna), Minerva Edizioni, 2006.
Tre passi nel Rinascimento

Carla Francesca Catanese
[Ufficio stampa della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna]

Ben ti voglio. E il gioco di parole affiora fin da subito, quasi a suggello di un legame inscindibile con la città e con la sua memoria storica, nel titolo e nel catalogo della mostra "La stagione dei Bentivoglio nella Bologna rinascimentale". Una mostra tripartita, conclusasi il 7 gennaio 2007, nata dalla collaborazione tra la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il Museo civico medievale e la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, rispettivamente luoghi e scenari di un ritrovato angolo di Rinascimento per le vie di Bologna.

Seppur di epoca non rinascimentale, ma derivate dalle sapienti mani dello scultore Giuseppe Romagnoli (1872-1966), le statue di Giovanni II e della moglie Ginevra Sforza Bentivoglio - dopo essere state utilizzate da Pier Paolo Pasolini nel set di Salò e le centoventi giornate di Sodoma - hanno ritrovato un proprio pubblico, assurgendo a simbolo concettuale della mostra e, nel contempo, a protagonisti plastici di un percorso nella Bologna rinascimentale. "Essere entrati nel cuore del Rinascimento bolognese, infatti, ha significato incontrare la storica famiglia dei Bentivoglio e avere ricordato un periodo interessante del passato della nostra città, del quale ancora oggi sono visibili tracce nella struttura urbana contemporanea". Così scrive il presidente della Fondazione del Monte, Marco Cammelli, nell'incipit del catalogo, felice di avere contribuito a dare alla città una piccola mostra-gioiello.

A cinquecento anni dal giorno in cui i Bentivoglio vennero cacciati da Bologna, a opera del papa guerriero Giulio II, la mostra non è stata concepita solo per ricordare un anniversario e ribadire la centralità e la salvaguardia della memoria storica, ma soprattutto per rendere riconoscibili, agli occhi dei cittadini contemporanei, gli elementi simbolo della tradizione bentivolesca che convivono nella città in cui essi camminano. Per questo l'evento, configurato come una rappresentazione dell'immaginario sociale di cinque secoli fa, ha contemperato l'aspetto storico e quello artistico, grazie a tre percorsi espositivi che hanno messo in luce temi e spazi recuperati dalla tradizione e dal patrimonio bentivoleschi.

Un passato ancora presente nelle vie e nelle piazze di Bologna: come nella nota via del Guasto, così denominata in seguito alla terribile cacciata dei signori di Bologna dalla loro Domus Aurea, proprio a fianco del tempio di San Giacomo Maggiore, luogo di culto dei signori di Bologna (dove ora sorge il Teatro comunale). O nella Palazzina della Viola, oggi una delle sedi dell'Università di Bologna, della quale Giovanni Sabatino degli Arienti diede una pregevole descrizione, pubblicata nel catalogo della mostra con un commento di Andrea Emiliani.

 

La stagione dei Bentivoglio nella Bologna rinascimentale, Argelato (Bologna), Minerva Edizioni, 2006, 128 p., euro 10,00.

 

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