Rivista "IBC" XVI, 2008, 4

Dossier: ER_METE - Emilia-Romagna_MEmoria TEatrale

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ERT: storia di un teatro regionale

Maria Merelli
[presidente di ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione, Modena]

Riordinando il cammino percorso, l'archivio in costruzione restituisce appieno l'originalità dell'esperienza della struttura di produzione teatrale ERT - Emilia Romagna Teatro nel panorama nazionale (www.emiliaromagnateatro.com). Un'originalità figlia della "casa madre", ATER, l'Associazione teatrale Emilia Romagna, sorta nel 1964 quale organismo pubblico di promozione e coordinamento delle attività teatrali e musicali dei comuni della regione che gestiscono direttamente i propri teatri e le proprie iniziative (ater.regione.emilia-romagna.it).1 ATER, che coordina all'inizio soprattutto le produzioni liriche tra i teatri di tradizione, si rafforza ben presto nel settore prosa con la programmazione comunitaria degli spettacoli, producendo allestimenti impegnativi, frutto dei rapporti con diverse compagnie locali,2 e realizzando nel 1973 la rassegna internazionale di sperimentazione e ricerca "Domani teatro", che porta in regione i complessi teatrali più importanti del panorama internazionale: dal Living all'Open Theatre, dal Bread and Puppet al Cricot 2 di Tadeusz Kantor, fino al Re Lear di Strehler.

Nella primavera del 1977, votando l'istituzione di ERT, i soci di ATER investono su una struttura produttiva "a servizio" degli enti locali soci, un esperimento nuovo di teatro regionale a gestione pubblica. Pur dotato di strumenti organizzativi e amministrativi specifici e di una sua autonomia,3 ERT rimane inserito in ATER per mantenere un rapporto organico con le strutture amministrative e organizzative dell'associazione e con il circuito distributivo costituito dal tessuto sociale delle gestioni pubbliche dei teatri. La politica culturale dell'organismo di produzione teatrale ATER-ERT - sostenuto da 27 enti locali4 - è improntata al pluralismo delle esperienze ideali ed estetiche, al rinnovamento delle forme e dei contenuti nell'autonomia delle competenze artistiche e creative; garantisce la gestione democratica e il rigore economico insieme alla partecipazione dei comuni ai progetti produttivi, volendo evitare il rischio sia di una direzione centralistica sia di una frammentazione "campanilistica". L'originale esperienza di "teatro territoriale" viene riconosciuta come organismo a gestione pubblica, ottiene un contributo ministeriale e realizza rapporti di collaborazione produttiva, di ricerca e sperimentazione con diverse compagnie, prima fra tutte Gli Associati;5 poco dopo, ERT sceglierà registi e attori direttamente, introducendo innovazioni quali la coproduzione con un'impresa privata, l'Eliseo di Roma sotto la direzione artistica di Romolo Valli, e la coproduzione con un altro stabile pubblico, il Piccolo di Milano per L'anima buona di Sezuan con la regia di Giorgio Strehler. Gli spettacoli di ERT vengono rappresentati nei più importanti teatri e festival italiani.

Nel 1990 si compie la seconda tappa del percorso "istituzionale" di ERT, quando l'ente diventa autonomo da ATER, per volontà di ATER stesso e del Comune di Modena, soci fondatori della nuova associazione che viene aperta all'adesione di altri organismi pubblici e privati, e a cui aderisce successivamente la Regione Emilia-Romagna.6 Riconfermate le sue finalità di produzione (che si intendevano potenziare con l'autonomia del nuovo organismo) e di gestione di teatri in regione, oltre che di promozione di attività di perfezionamento e di documentazione e archiviazione dei fatti teatrali, a ERT viene assicurata una struttura organizzativa stabile e la disponibilità del Teatro Storchi, che ne diviene la sede, in convenzione con il Comune di Modena.

Successivamente, tra il 1995 e il 1996, ERT incorpora l'associazione Drama Teatri, che da oltre un decennio ha dato vita alla ricchissima esperienza del Centro teatrale San Geminiano di Modena: palcoscenico sul quale si sono succedute tutte le compagnie sperimentali e di avanguardia italiane ed europee e il cui direttore, Pietro Valenti, è divenuto nel frattempo direttore dell'ente. Da allora a oggi, la trasformazione giuridica in Fondazione nel 2001 ha consentito l'ingresso nella compagine sociale, quali soci sostenitori, di enti privati, accanto a enti locali che hanno affidato a ERT gestione e programmazione artistica del loro teatro.7

Quale teatro stabile pubblico, ERT mantiene al centro della sua attività la produzione di spettacoli, a cui si affianca un sempre più deciso interesse per l'esplorazione di un teatro del presente (da "Le vie dei festival" a "VIE - Scena Contemporanea Festival") e la collaborazione produttiva con teatri europei; la programmazione delle stagioni di diversi teatri in regione, la formazione (con la Scuola di alti studi teatrali), le attività culturali e promozionali per l'allargamento dei pubblici e la documentazione dell'attività svolta completano il quadro.8 Ma sono gli oltre 120 spettacoli prodotti a restituire, vivi, i trent'anni di storia di ERT. Il riordino dei materiali delle produzioni avviato con il progetto "ER_METE - Emilia-Romagna MEmoria TEatrale", a cui seguirà una seconda fase nell'ambito del progetto "Archivi-a-Mo",9 consente di accedere a un'esperienza singolare del teatro pubblico italiano e regionale che continua a misurarsi con i problemi che attraversano, da sempre, l'umanità.


Note

(1) La prima gestione pubblica di un teatro comunale fu a Modena, nel 1956, seguita poi da altri comuni emiliani e non: Reggio Emilia, Prato, Pisa, Pistoia, Savona, La Spezia, eccetera. Gli enti soci iniziali di ATER furono i comuni di Modena, Reggio Emilia, Carpi, Mirandola e Budrio, successivamente Sassuolo, Faenza, Guastalla, Rimini e alcune amministrazioni provinciali.

(2) Con la Comunità teatrale dell'Emilia Romagna si allestisce La vita è sogno di Calderon de la Barca con Massimo Castri fra gli interpreti (1970); con Teatro Insieme si producono, tra l'altro, La resistibile ascesa di Arturo Ui di Bertolt Brecht (1972), La morte di Danton di Georg Büchner (1976); con "Nuova Scena" il lavoro di Vittorio Franceschi L'Amleto non si può fare, vincitore del premio Riccione-ATER (1976).

(3) Il comitato di gestione nomina Alessandro Magni delegato al settore, Mario Cadalora direttore, Gianfranco Rimondi coordinatore dei laboratori di ricerca teatrale. Si veda anche: "ATER Documenti", 3.

(4) Aderirono: i comuni di Alfonsine, Argenta, Bagnacavallo, Bologna, Budrio, Carpi, Cattolica, Cesena, Conselice, Correggio, Faenza, Ferrara, Forlì, Lugo, Modena, Massalombarda, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Riolo Terme, Vignola; le province di Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, Reggio Emilia.

(5) Nel primo anno vennero messi in scena, fra l'altro: L'Uomo difficile di Hugo Von Hofmannsthal, che fece 145 recite; Il Commedione di Giuseppe Gioacchino Belli di Diego Fabbri, che fece 92 recite.

(6) La Regione aderì con la Legge regionale n. 20 del 18 aprile 1992.

(7) I soci fondatori sono: Comune di Modena (Teatro Storchi, Teatro delle Passioni) e di Cesena (Teatro Bonci), Regione Emilia-Romagna, Provincia di Modena. Soci sostenitori: comuni di Castefranco Emilia, Bagnolo in Piano, Cattolica, Correggio, Mirandola, Novellara, Pavullo, Soliera (di questi, ERT gestisce il teatro, oltre a quelli di Ostellato, Maranello e Casalecchio di Reno), Longiano, e Rimini; Drama teatri, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Banca popolare dell'Emilia-Romagna, Legacoop Modena, Fondazione di Vignola. Altre banche e imprese fanno parte dell'Albo speciale dei soci.

(8) Le finalità e gli scopi sono dichiarati nell'articolo 3 dello Statuto entrato in vigore nel 2001.

(9) Il progetto "Archivi-a-Mo" è finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena (2008-2009) e completerà i materiali relativi alle produzioni (www.regione.emilia-romagna.it/wcm/ERMES/notizie/news/2008/ott/ibc_amo.htm).

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