Rivista "IBC" XVII, 2009, 3

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, storie e personaggi

"Naturalistas europeos en el paìs vasco", San Sebastian, 13 luglio - 10 settembre 2009.
Ritorno ai Pirenei

Stefano Pezzoli
[IBC]

Il botanico Pietro Bubani (1806-1888) venne ricordato nell'autunno del 2006, in occasione del bicentenario della nascita, con una mostra aperta nel Centro culturale le Cappuccine di Bagnacavallo (Ravenna), riproposta l'anno dopo al Museo del Risorgimento di Bologna, e con un catalogo curato dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Bagnacavallo e dalla Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna. Ora lo studioso romagnolo che per un ventennio batté tutta la catena montuosa fra Mediterraneo e Atlantico è ricomparso in terra basca, a San Sebastian, in una mostra aperta dal 13 luglio al 10 settembre 2009 (www.loreakasmatzen.net), in quella che fu la residenza del duca di Mandas, sede di un centro di studi e di formazione in materie ambientali coordinato dalla Fondazione "Cristina Enea".

La rassegna, curata dal Museo Zumalakarregi di Ormaiztegi e dal Museo del Risorgimento di Bologna, è stata disposta nell'ottocentesca palazzina situata nel cuore di un vastissimo parco di notevole interesse botanico, e ha accostato a Bubani il francese Didier Petit de Meurville (1793-1873), già commerciante di seta a Lione, poi viceconsole ad Alicante e dal 1857 console a San Sebastian. Questi fu pittore per diletto e nei 16 anni di permanenza in Gipuzkoa ritrasse con efficacia paesaggi e villaggi, concentrando le sue attenzioni sulla flora locale e illustrandola con grande accuratezza in tre album.

Bubani e Petit de Meurville non s'incontrarono mai, l'uno esule per motivi politici dagli stati della Chiesa, l'altro di simpatie legittimiste e carliste (quindi politicamente agli antipodi), l'uno esploratore per erborizzare e studiare, l'altro per ritrarre ambienti e piante. Furono uniti però dalla passione per il territorio, che in quel mondo di metà Ottocento, aspro e arretrato, cominciava a essere oggetto di interesse, soprattutto per gli stranieri: "Naturalistas europeos en el paìs vasco" si intitola significativamente la mostra, che ha invertito le parti, affidando l'aspetto vegetale ai vivi colori di de Meurville e utilizzando le parole tratte dai diari di Bubani per evidenziare impressioni sui luoghi e la popolazione.

L'esposizione ha messo in rilievo il contesto ambientale illustrandolo mediante cartografie e vedute, fra le quali spiccavano le fresche e vive gouaches di de Meurville, e sintetizzando le vicende storiche italiane e spagnole dei decenni dal 1820 al 1860, di fatto anche gli anni più significativi della vita di Bubani. Una grande tavola dedicata al tortuoso itinerario del romagnolo attraverso le pendici pirenaiche era completata da suoi commenti, assai duri verso la popolazione, entusiasti per l'ambiente naturale. Una seconda sezione della mostra ha scomposto le preziose illustrazioni delle piante di de Meurville a seconda dell'habitat, della valenza medica e dell'uso alimentare.

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