Rivista "IBC" XX, 2012, 4

Dossier: Il monumento mette radici - Progetti per nuovi itinerari verdi a Bologna

territorio e beni architettonici-ambientali, dossier /

Gli artisti

Everybody needs a place to think


Alberi coinvolti: tutti gli alberi del concorso.


Progetto:

"Gli alberi" - scrive l'autrice - "sono osservatori silenziosi di ciò che accade intorno a loro, osservano il tempo che passa e la città che si trasforma. Alberi testimoni di passaggi, di vite e pensieri che si incontrano, che si scambiano, che cambiano. Immaginare di ascoltare la voce degli alberi per poterne cogliere racconti inauditi, divenendo partecipi e consapevoli della loro esistenza e della loro memoria, conservandola attraverso la registrazione e vivendola nell'esperienza dell'ascolto. Creare 'luoghi per ascoltare gli alberi', dando loro la possibilità di dialogare con la città attraverso un percorso immaginario/sotterraneo, come tracciato dalle loro radici, ritrovando la presenza degli stessi anche in altri luoghi, forse improbabili. Gli alberi monumentali selezionati per il concorso sono tutti inclusi nel progetto che ha il carattere formale di un'installazione permanente. Nella città sono state individuate sei diverse biblioteche nelle quali sono allestiti i 'luoghi per ascoltare gli alberi' [Biblioteca comunale Salaborsa, Biblioteca "Giuseppe Guglielmi" dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, Biblioteca italiana delle donne, Biblioteca comunale "Amilcar Cabral", Biblioteca comunale "Luigi Spina" e la Biblioteca comunale "Oriano Tassinari Clò" a Villa Spada].

La percezione della loro antica presenza, le frequenze sonore del loro esistere comporranno le voci degli alberi. Queste sono state registrate con strumenti capaci di cogliere anche le frequenze più basse e successivamente sono state rielaborate per creare delle tracce audio, una per ogni singolo albero. La durata di ogni registrazione è di quattro minuti e trentatre secondi: un omaggio a John Cage, che nel 1952 realizzò 4'33" proprio per 'ascoltare il silenzio'. Scrive John Cage: 'Il silenzio non esiste... Quello che ascoltando 4'33" alcuni credevano fosse silenzio, poiché ignoravano come ascoltare, è pieno di suoni accidentali. Alla prima esecuzione si poteva sentire, durante il primo movimento, il vento che soffiava dall'esterno. Durante il secondo movimento gocce di pioggia cominciavano a picchiettare sul tetto, e durante il terzo la gente stessa produsse ogni genere di suono interessante parlando o uscendo dalla sala...'.

All'interno della biblioteca è stato creato un angolo destinato unicamente all'ascolto: un tavolino e una sedia accanto a una finestra. Un semplice dispositivo audio con delle cuffie offre la possibilità di ascoltare queste voci; di fronte, sulla finestra, è stata fissata una tenda che riporta l'immagine velata dell'albero, una riproduzione fotografica su di un supporto tessile che genera visioni, incorniciando così l'esperienza dell'ascolto dell'albero ritratto.

Sei diverse composizioni di silenzi, quindi, ospitate ciascuna in un luogo che di per sé genera pensieri dinamici, dal quale ci si potrà spostare per ascoltare le voci degli altri alberi, nelle altre biblioteche, nella città, nei luoghi della loro presenza fisica, ovunque: a introdurre verso i percorsi possibili è stata realizzata anche una mappa, in distribuzione gratuita".


Proposto e realizzato da: Rita Correddu (progetto vincitore).

Laureata in Arte contemporanea al Dipartimento di arte musica e spettacolo e in Storia dell'arte nel corso di laurea specialistica dell'Università di Bologna, nel 2009 ha vinto il premio "Iceberg - giovani artisti dell'Emilia Romagna" per la sezione arte pubblica con il progetto "Un monumento per il Link" e nel 2011 ha rappresentato Bologna a Salonicco nella XV Biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo.

Dal 2008, con Alice Militello, è cocuratrice di "artepubblica", progetto di ricerca sulle pratiche sociali e relazionali dell'arte.



Il barone rampante.

Andar per alberi attraversando libri: rotte invisibili tra foglie e libri


Alberi coinvolti: tutti gli alberi del concorso.


Progetto:

"'Il barone rampante'" - scrivono gli autori - "è un progetto di arte pubblica che ha per obiettivo la creazione di una rete relazionale tra gli alberi monumentali oggetto del concorso, le biblioteche (e altre istituzioni) che sorgono nelle loro vicinanze, e la cittadinanza. Partendo dal presupposto che l'albero monumentale è depositario di una memoria storica, narrativa e collettiva, si è voluto formulare una proposta in grado di coniugare le molteplici metafore che accomunano i protagonisti della ricerca, Alberi e Biblioteche (Libri), creando un inedito itinerario pubblico in grado di ridefinire la topografia del contesto cittadino valorizzando l'identità dell'albero in relazione al suo ambito urbano e sociale, promuovendo la frequentazione di alcune biblioteche. Il nostro 'Intorno all'albero' è uno spazio relazionale e poetico, oltre che fisico. L'albero raccoglie la gente attorno alle proprie radici, la biblioteca intreccia le radici della gente. Nei pressi dell'albero verrà posta una segnaletica verticale con il logo e l'indicazione del gemellaggio con la biblioteca scelta. Anche qui sarà posta una segnaletica con l'indicazione del gemellaggio con l'albero. Sarà poi reso fruibile un libro d'artista con le testimonianze e le interviste raccolte durante gli incontri con il pubblico. Un sito web offrirà un'opera di net art con la mappatura completa dell'itinerario, degli alberi e delle biblioteche".


Proposto da: AvantGarden (progetto menzionato).

È un progetto artistico collettivo aperto che unisce persone con esperienze e competenze diverse (arti visive, programmazione web, audio video, illustrazione, architettura, agricoltura). Per l'occasione si avvale della collaborazione di Dora Bartolomei, Antonietta Dicorato, Luana Filippi, Pasquale Sorrentino, Mariadele Tettamanti. L'idea portante del gruppo è che "l'opera prenda forma attraverso un processo di incontro/confronto con il territorio, affinché l'atto creativo possa aprirsi a una fruizione partecipata".



In-Out, Up-Down.

Un posto in cui riflettere e riflettersi / Il contatto


Alberi coinvolti: il boschetto di querce dei Giardini Margherita, la roverella di Villa Ghigi.


Progetto:

"Io, il genere umano e l'albero" - scrive l'autrice - "condividiamo il luogo in cui viviamo, la sua storia e il suo mutamento. Loro sono secolari e hanno, racchiusi dentro di sé, segreti, racconti e informazioni: una storia che racconta l'ambiente e il clima in cui vivono e hanno vissuto, una memoria collettiva, condivisa, scritta nei cerchi di accrescimento del legno. 'In-Out, Up-Down' è un invito a creare un rapporto con l'albero, sedendoci vicino a lui, guardando da sotto in su.

'Up' (sopra): le nuvole, la pioggia, il mutare delle stagioni in funzione della temperatura, ma anche la chioma, verde, lussureggiante e imponente d'estate, l'intreccio dei rami che svela il cielo d'inverno. 'Down' (sotto): le radici, la terra, il suolo che sostiene e che talvolta trema. 'In' (dentro): gli alberi conservano e custodiscono un importante archivio di memorie, dati e informazioni. 'Out' (fuori): ci siamo noi con le nostre storie e i nostri segreti.

'Up-Down, In-Out' è una seduta circolare riflettente ('Up-Down') e una lastra di ingresso su cui sono impressi e visibili i dati climatici che ne hanno permesso lo sviluppo ('In-Out').

Il boschetto di querce dei Giardini Margherita è il luogo scelto per la realizzazione del progetto; tanti momenti della mia vita sono legati a questo luogo e questi alberi condividono con me storie e memorie. Il progetto prevede la realizzazione di una seduta semicircolare posta intorno a una quercia del boschetto; è realizzata in materiale riflettente, in questo modo rende la chioma o l'intreccio di rami immediatamente visibile senza dover alzare lo sguardo. Il cerchio della seduta non è completo, per permettere di 'entrare' e sedersi di fronte all'albero, per parlare con lui, per ascoltarlo. A terra, all'ingresso della seduta, è posata la porzione mancante del cerchio, su cui sono incisi, come gli anelli di accrescimento, i dati climatici che hanno permesso lo sviluppo della pianta dal momento in cui è stata localizzata qui fino a oggi (1887-2010).

La roverella del Parco di Villa Ghigi ha condiviso con le querce dei Giardini Margherita parte della sua vita. Le condizioni ambientali e climatiche che ne hanno permesso lo sviluppo sono le stesse e anche qui una lastra riflettente indicherà i dati climatici dal 1887 a oggi, come ai Giardini Margherita. Da qui il 'contatto' che mette in relazione questi alberi. Nel prato di fronte alla roverella c'è anche il ceppo di un albero tagliato, in cui è visibile la struttura del legno. La presenza del ceppo fornisce ulteriori elementi per un laboratorio didattico a cielo aperto".


Proposto da: Alessandra Montanari (progetto menzionato).

Laureata in Scienze agrarie e diplomata all'Accademia di belle arti di Bologna, ha seguito un corso di illustrazione botanica a Londra (Kew Garden). È illustratrice per alcune riviste scientifiche e dal 2000 partecipa a diversi progetti espositivi.



Deciduo


Alberi coinvolti: tutti gli alberi del concorso.


Progetto:

"'Deciduo'" - scrive l'autrice - "intende onorare la maestosità, il valore storico, affettivo ed ecologico di sei alberi monumentali della città di Bologna. Il termine che qui diventa titolo, utilizzato prevalentemente in botanica, è di derivazione latina e significa 'destinato a cadere' ed è solitamente impiegato per indicare le piante caducifoglie. L'invito per adulti e bambini, in occasione dell'annuale 'Festa degli alberi', è di presentarsi in un luogo specifico (si ipotizza piazza Malpighi, in prossimità di uno degli alberi selezionati) portando con sé un libro: l'artista distribuisce a ogni convenuto una foglia ingiallita caduta a terra dagli alberi selezionati (siamo in autunno) riponendola tra due veline, insieme a una etichetta da attaccare sulla seconda di copertina o da inserire semplicemente nel volume stesso. Sull'etichetta una dichiarazione: 'Questo libro e il suo lettore sono amici del Platano di Piazza Malpighi [in questo caso]. Mese di Novembre / Anno 2011'. Il giorno della distribuzione sarà presentata anche una mappa con foto che visualizzerà i luoghi in cui sono state raccolte le foglie o dove le persone stesse possono andare a raccoglierne una in coincidenza degli alberi selezionati. Il progetto mira a ricreare un'intimità, quotidianamente negata dai rumori della città, tra le persone e gli alberi, invitando a conservare una foglia tra le pagine di un libro: un gesto romantico e usuale soprattutto per i bambini, che ci trova stupiti quando, dopo tempo, ci imbattiamo nuovamente tra le pagine dei nostri libri in foglie sbiadite e sgretolate dal tempo.

La foglia, in questo senso, non è solo una parte dell'albero e della sua forza generatrice, ma è anche un frammento di tempo estrapolato nella vitale ciclicità della natura. Un atto banale viene così, grazie all'arte, reso sacro da un rito di distribuzione che si basa sul principio della condivisione, della partecipazione e anche della compassione che accomuna, nella ciclicità della vita e della sua fine, tutte le forme di vita vegetali e animali, investendo gli inconsapevoli protagonisti di questa giornata di un inatteso legame di 'amicizia' e quindi della responsabilità di custodire e farsi carico della 'cura' dell'albero. Il progetto mira inoltre a costruire un ideale e indefinito erbario collettivo nascosto tra le pagine di libri riposti su scaffali diversi, tra muri diversi, in case diverse lontane le une dalle altre, creando una sorta di opera collettiva e diffusa che unisce tra loro gli abitanti della città.

L'artista in questo senso diviene un tramite tra l'elemento naturale e le persone e si pone come giovane e provvisorio custode del segreto della vita racchiusa tra i rami di questi monumenti".


Proposto da: Cinzia Delnevo (progetto menzionato).

Ha frequentato l'Accademia di belle arti di Bologna e si è poi specializzata in Progettazione e produzione delle arti visive all'Università IUAV di Venezia. Molte sue opere prendono forma attraverso atti performativi o azioni che la coinvolgono in prima persona e che esigono un diretto coinvolgimento dello spettatore. Ha recentemente presentato una sua personale al Museo Casa Ariosto di Ferrara.

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