Rivista "IBC" XXII, 2014, 2

territorio e beni architettonici-ambientali / didattica, immagini, itinerari, pubblicazioni

"Urbanreflex", 1, 2014.
Riflessi urbani

Piero Orlandi
[IBC]

"Urbanreflex" è una rivista fotografica sul paesaggio urbano realizzata dagli studenti del corso di fotografia dell'Accademia di belle arti di Bologna, sotto la direzione di Luciano Leonotti e con la collaborazione dell'Istituto regionale per i beni culturali (IBC) e della sezione emiliano-romagnola dell'Istituto nazionale di urbanistica. Il numero zero, apripista, uscito nel 2012 per effetto di una convenzione sottoscritta tra l'Accademia e l'IBC, era dedicato alle zone di via Battindarno, via Battaglia e via Scandellara. Le aree urbane bolognesi indagate nel numero 1 di quest'anno sono: quella che va da San Ruffillo oltre il ponte sul Savena fino alla Ponticella, la zona intorno allo Stadio Dall'Ara e quella del Lazzaretto, dove negli ultimi anni stanno avvenendo grandi trasformazioni urbanistiche.

"Urbanreflex" raccoglie le fotografie prodotte dagli studenti dell'Accademia di belle arti, offrendo loro un momento di confronto, di stimolo e di visibilità, e uno strumento di conoscenza del territorio di questa città. La rivista è stata presentata il 14 maggio 2014 all'Urban Center di Bologna, alla presenza degli autori dei testi - tra i quali c'è l'assessore all'Urbanistica e Ambiente del Comune di Bologna, Patrizia Gabellini - e dagli architetti Carlo De Angelis e Sandra Vecchietti, esperti di urbanistica e storia della città di Bologna.

A cosa serve una rivista di fotografia sulla città? Può servire a migliorarne la conoscenza? E a promuoverne, per conseguenza, una cura più attenta e consapevole? Questo è un obiettivo in via teorica raggiungibile, ma in larga misura dipendente dal grado di diffusione, per ora molto limitato, della rivista. Più incisiva è senz'altro la possibilità di favorire la crescita professionale degli studenti fotografi, avvicinandoli alla sperimentazione concreta della relazione da attivare con il corpo vivo della città. Le aree indagate non sono porzioni di tessuto urbano di qualità, ma aree comuni, medie, ordinarie. Questo implica un gradiente di difficoltà più elevato anche nella scelta degli elementi essenziali alla loro descrizione. La mancanza di una struttura urbana ricca di valori spaziali implica il rischio di una descrizione frammentaria, per punti.

C'è poi un problema generale, tipico dell'approccio fotografico alla città: il punto di vista da terra non garantisce vedute di larga ampiezza e a volte mortifica la capacità di interpretazione. Tutti questi problemi sono all'attenzione degli studenti e costituiscono una sfida per il loro lavoro. Quello che conta è che anche il superamento di questi ostacoli costituisce l'esercizio di un approccio critico al paesaggio urbano, che è l'elemento necessario per produrre immagini dotate di senso, naturalmente soggettive - visto che l'oggettività in fotografia è un mito irraggiungibile - ma proprio per questo capaci di trasmettere un messaggio non ambiguo. Un messaggio basato su un giusto equilibrio tra la sottolineatura dei problemi e delle contraddizioni che certo non mancano nella città contemporanea e quel sentimento di pietas - un misto di affetto e nostalgia, speranza e volontà di miglioramento - che è il tono giusto per intraprendere quasiasi progetto di trasformazione e adeguamento dell'esistente.


"Urbanreflex", 1, 2014.



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