Rivista "IBC" XXVII, 2019, 3
musei e beni culturali / didattica, restauri
Progettare insieme, mettendo in condivisione competenze, saperi e risorse per il recupero conservativo e la valorizzazione di patrimoni delle istituzioni culturali del territorio emiliano-romagnolo.
È questo il principale obiettivo della lunga e consolidata collaborazione fra l’IBC e l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Due istituzioni con differenti vocazioni: da una parte una istituzione regionale con il compito di promuovere e sostenere la conoscenza e la conservazione del patrimonio storico, artistico e naturale diffuso; dall’altra una scuola di antica e prestigiosa tradizione, dedita alla formazione teorica e pratica della disciplina del restauro e capace di mostrare quella dinamicità richiesta oggi nella formazione di giovani operatori di beni culturali.
Una
liaison che nasce da lontano e che ha nella figura di Andrea Emiliani – fra i padri fondatori dell’IBC e uno dei presidenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna – con la sua visione rivoluzionaria di una nuova “Politica dei beni culturali”, avviata nei primi anni Settanta.
Da qui prende vita la collaborazione
Tre Istituzioni e un Patrimonio, che si è concretizzata nei percorsi focalizzati sullo sviluppo di azioni, intitolati a manutenzione e restauro e conoscenza e valorizzazione di patrimoni. Ogni progetto, organizzato in forma di cantiere-scuola sotto la direzione tecnica dei docenti, è diretto a beni culturali spesso inediti o poco conosciuti individuati da IBC, d’intesa con l’Accademia e la Soprintendenza di competenza fra le emergenze conservative sul territorio, poi sviluppato in collaborazione con una terza istituzione, quella titolare del ‘patrimonio’ sul quale si interviene.
Il progetto mette in campo differenti competenze e pratiche laboratoriali, anche al di fuori delle aule dell’Accademia, coinvolgendo studenti di differenti corsi di Restauro affiancati da quelli provenienti da corsi di Design e Grafica e Comunicazione e Didattica dell’Arte, rispettivamente occupati nello sviluppo dell’immagine coordinata e nelle iniziative di valorizzazione.
L’intento è sviluppare modelli concreti di una cultura partecipata fra istituzioni del territorio nel settore dei beni culturali, anche alla luce della più aggiornata concezione di patrimonio.
La collaborazione tra IBC e Accademia di Belle Arti di Bologna ha prodotto numerosi progetti in passato; i primi erano organizzati in regime di residenza, con allievi e docenti che si trasferivano nel luogo del cantiere per la durata dei lavori - come i cantieri a Montegridolfo sulle colline riminesi per il restauro del ciclo di affreschi della Cappellina Viviani e il restauro e il rifacimento in copia di una scultura di cartapesta decorata raffigurante
Madonna con Bambino. Un’altra importante esperienza di cantiere in residenza condotta a Forlì ha riguardato il restauro dell’intero ciclo pittorico di Amerigo Bartoli (1890-1971) eseguito negli anni Trenta sulle pareti della ‘sala del ping-pong’ a Villa Saffi. Nel 2016-2017 è stata la volta di
Ferro, Paglia e Fuoco.
Dalla donazione all’esposizione: la collezione Mizzau-Contento: circa trenta studenti con il supporto dell’antropologo africanista Cesare Poppi, si sono occupati di una collezione di circa 80 manufatti di cultura materiale e simbolica dell’Africa occidentale, un patrimonio inedito fino a qual momento, donato da privati alla Biblioteca Cabral di Bologna. L’anno accademico 2017-2018 con lo stesso format c’è stato realizzato
Fucine. Restauri in prima visione: una raccolta di manifesti cinematografici del fondo Emmer e fotografie del fondo Chikly della Cineteca di Bologna, inclusa una ricerca diagnostica sperimentale sui rodovetri, i cui esiti sono oggetto di pubblicazione e di presentazione in convegni di settore.
Da queste ultime esperienze di cantiere a tutto tondo, le cui parole chiave sono
conservazione, formazione, valorizzazione, si deve la definizione del
format operativo che ora caratterizza i progetti di
Tre Istituzioni e un Patrimonio. Collaborazione e partecipazione allargata, sperimentazione e creatività sono gli elementi che caratterizzano questo modo di operare per la restituzione di un bene comune; l’obiettivo è rinnovare lo stato di salute e potenziare la fruibilità dei patrimoni e generando stimoli nuovi fra le istituzioni coinvolte, fra i giovani e i cittadini, puntando su responsabilità e sensibilità condivise.
Un modello ben ancorato alle granitiche lezioni di Andrea Emiliani e di Ezio Raimondi.
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