Rivista "IBC" XXVIII, 2020, 1

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / interventi, progetti e realizzazioni

Rocchetta Mattei, il prima e il dopo

Stefania Fabbri e Stefania Del Moro
[Staff della Rocchetta Mattei]

Non tutti sanno che la Rocchetta Mattei, oltre ad essere sede museale (di proprietà della Fondazione Carisbo e gestita dal Comune di Grizzana Morandi), è anche una prestigiosa location per eventi. Ed è proprio durante un evento privato che, del tutto inaspettatamente, nel dicembre 2019 incontriamo l’attore hollywoodiano Michael Pitt; il fascino del castello è tale che egli ne rimane stregato e questo avvenimento, di lì a poco, porterà alla realizzazione di un concerto. Apriamo quindi un inverno che si prospetta più che promettente con un’intima serata unplugged di Michael Pitt insieme alla sua band italiana, i “Caravaggio”. L’ambientazione è unica e trasognante, nella Sala della Pace prende vita non un concerto nella sua accezione più tipica, ma qualcosa che va oltre: luce soffusa, grandi vetrate, il legno caldo, le persone sedute su un unico grande tappeto a riempire la stanza. La protagonista assoluta è lei: la Musica.
Neanche il tempo di chiudere quest’evento che siamo subito pronti per presentare le eccellenze del territorio grizzanese, su cui spicca la Rocchetta Mattei, presso Fico, Eataly World a Bologna, in occasione dell’iniziativa “Comuni in Festa”. È il 15 febbraio 2020.
Le premesse per un'ottima stagione c'erano tutte, i progetti, la programmazione e l’offerta culturale si susseguivano senza sosta, ma soltanto una settimana e avremmo dovuto letteralmente congelare tutto. Quei giorni decretarono la chiusura dei musei e da quel momento, ci saremmo trovati a fare i conti con un prima e con un dopo, con nuove regole, nuove priorità e di conseguenza, con un nuovo modo di guardare e concepire la fruizione della realtà museale.
Nei lunghi mesi in cui, inevitabilmente, tutto si è fermato, qualcosa però ha continuato a scorrere incessantemente: il desiderio di arte, di storia, di cultura e la sua comunicazione; la voglia di prepararsi a ripartire e la necessità di reinventarsi guardando inevitabilmente avanti, senza paura ma con consapevolezza ed entusiasmo, pronti ad affrontare la nuova imprevedibile sfida che ci si poneva dinnanzi. A porte chiuse i lavori non si sono mai fermati e siamo stati, con orgoglio, la prima realtà museale dell’Appennino bolognese a riaprire i battenti il 23 maggio 2020: non sempre infatti, le tempistiche dei Dpcm, hanno permesso riaperture e risposte immediate. Il riallestimento dietro le quinte è stato incessante.
Nel caso particolare della Rocchetta Mattei, non è stato per niente semplice riorganizzare il percorso museale; per le sue peculiarità architettoniche, l'accesso è consentito soltanto per gruppi con visita guidata. La prima esigenza che si è prospettata è stata quindi quella di creare un nuovo itinerario che ponesse al primo posto la tutela della salute e della sicurezza dei nostri ospiti e fosse in grado di rispettare tutte le nuove normative. Partendo da ciò, abbiamo più che dimezzato il numero massimo di partecipanti per singolo gruppo, cosa che è stata molto apprezzata, rendendo l’esperienza ancora più diretta e dedicata tra guida e utenti; ci siamo dotati di tutti i dispositivi atti alla sanificazione ed igienizzazione e abbiamo deciso, dopo diverse proposte e relative prove, di rendere, per la prima volta in assoluto, fruibile e visibile il parco.
Questo ci ha permesso, non solo di rendere la visita ancora più sicura essendo svolta prevalentemente in spazi aperti, ma anche di rivelare nuove storie di vita e della genesi della dimora ottocentesca del Conte Cesare Mattei, poiché dal parco si ha modo di osservare alcune facciate molto interessanti di aree interne non ancora accessibili.
In parallelo, abbiamo implementato notevolmente la comunicazione digitale, interagendo quotidianamente con la nostra community social con quiz, immagini, video e racconti inediti. Durante il periodo di chiusura, abbiamo poi portato avanti anche un’importante attività di Didattica a Distanza. Nel periodo da febbraio a giugno, ogni anno la Rocchetta Mattei viene infatti scelta da molte scolaresche come meta di gita; non essendo naturalmente possibile in questo particolare anno, abbiamo pensato ad un modo per coinvolgere gli istituti scolastici e da qui è nata l’iniziativa “La mia casa è il mio castello”, una vera e propria call to action, di cui si è fatto portavoce Aleksej, il soldatino che arriva dalla Russia e ormai mascotte della Rocchetta Mattei. Unico ospite del castello nel quale si è trovato ad affrontare il lockdown in solitaria, Aleksej ci ha raccontato la sua storia e ci ha chiesto di riflettere sulle nostre abitazioni, nelle quali eravamo tutti costretti in questa nuova e straniante realtà ed immaginarle come veri e propri castelli costruendoli materialmente, secondo il proprio gusto e fantasia.
La risposta è stata sorprendente. Non avendo posto limiti di tecniche, ci sono pervenuti lavori diversissimi tra loro che hanno evidenziato le singole peculiarità di chi li ha realizzati. Una seconda fase del progetto si è incentrata sulla scrittura creativa, e ha dato vita ad importanti risultati come la stesura di una favola collettiva da parte dei ragazzi e ragazze della classe V della Scuola Primaria di Gaggio Montano (Bo), che narra il seguito delle avventure di Aleksej. Attiveremo sicuramente nei prossimi mesi una nuova proposta di Didattica a Distanza.                                           
Questo il racconto dei mesi passati; tornando all’oggi, ci troviamo ad affrontare una nuova chiusura senza sapere quando e come potremo riaprire. Anche questa volta, non siamo stati con le mani in mano e abbiamo cercato un modo per poter portare le persone a vedere e scoprire il castello anche a distanza; da qui nasce la prima serie di short-documentaries interamente realizzati dallo staff della Rocchetta Mattei che andranno in onda sui nostri canali istituzionali a partire dal periodo natalizio, un regalo per futuri visitatori ed appassionati.
Dentro ogni grande crisi, si celano grandi opportunità: questo periodo unico ci ha permesso di mettere in discussione il nostro operato e di ripensare al museo e alle sue metodologie di fruizione con occhi totalmente diversi e sempre più come una parte imprescindibile ed integrante della comunità.

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