Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3

musei e beni culturali / convegni e seminari, pubblicazioni

Il 25 e il 26 novembre 2010, a Modena, il Museo civico d'arte presenta il convegno: "Antiche trame, nuovi intrecci. Conoscere e comunicare le collezioni tessili".
Il museo ha stoffa!

Cristina Stefani
[Museo civico d'arte, Modena]

"Antiche trame, nuovi intrecci. Conoscere e comunicare le collezioni tessili": è questo il tema del convegno internazionale che si terrà a Modena, presso la Camera di commercio, il 26 e 27 novembre 2010. L'incontro è organizzato dal Museo civico d'arte della città, in collaborazione con l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) e con l'Università di Pisa. Curatori delle più importanti realtà museali italiane ed estere presenteranno la loro concreta esperienza in materia, riflettendo sui molteplici aspetti della valorizzazione: dagli allestimenti permanenti alle mostre temporanee, dalla didattica ai progetti per la comunicazione, dalle esperienze di laboratorio all'applicazione delle nuove tecnologie. Numerose e qualificate le istituzioni presenti: la Galleria del costume di Palazzo Pitti, il Museo del tessuto di Prato, il Museo di Palazzo Madama di Torino, il Centro studi tessuto e moda DVJ di Palazzo Bianco di Genova, il Museo di Palazzo Morando di Milano, il Museo della moda e delle arti applicate di Gorizia, il Museo del tessuto e delle arti decorative di Lione, il MAK di Vienna, il Museo Textil di Terrassa.

L'appuntamento riprende il filo del seminario organizzato nel 1986 dallo stesso Museo e dall'IBC: allora, direttori di musei e studiosi del settore, esperti della conservazione e del restauro, esponenti di enti pubblici e privati, si confrontarono sui metodi di catalogazione dei tessuti antichi e sui criteri museografici più idonei a favorirne la conoscenza da parte del pubblico più vasto. Gli atti di quel seminario, oltre ad arricchire di nuovi dati il quadro delle conoscenze dell'epoca, stimolarono una sempre più oculata azione conservativa sul patrimonio tessile, che si presentava particolarmente ricco di testimonianze nonostante le gravi perdite e manomissioni subìte nel corso del tempo.

Il Museo civico d'arte di Modena conserva ed espone una delle più importanti raccolte italiane di tessuti storici, frutto dell'attività collezionistica del conte Luigi Gandini. Donata alla città di Modena all'inizio degli anni Ottanta dell'Ottocento, la preziosa raccolta conta oltre tremila frammenti e offre una raffinata panoramica delle diverse tipologie di stoffe, pizzi e ricami prodotti in Europa dal Medioevo al XIX secolo. Al vasto repertorio di tecniche e schemi decorativi, si aggiunge un piccolo ma significativo nucleo di abiti settecenteschi e ottocenteschi, esposti solo in occasioni di particolari iniziative. Una selezione rappresentativa della collezione di frammenti è fruibile in Museo nel suggestivo allestimento originale di fine Ottocento, che costituisce una rara testimonianza del gusto e dei criteri collezionistici e museografici del tempo.

Nel corso degli ultimi due decenni, i manufatti della collezione Gandini sono stati oggetto di costanti attività di studio, catalogazione e restauro: questo importante e capillare percorso di conoscenza e di salvaguardia, reso possibile dall'impegno dell'IBC e del Comune di Modena, è stato condotto sotto la guida di Donata Devoti, illustre studiosa di storia del tessuto, scomparsa nell'autunno del 2007. E il convegno coincide con la presentazione di un volume - La collezione Gandini. Tessuti del Medioevo e del Rinascimento, curato da Marta Cuoghi Costantini e Iolanda Silvestri - che, concludendo questo lungo percorso della raccolta, inaugura la nuova collana editoriale dell'IBC "Emilia-Romagna Musei e Territorio".

Gli interessi del conte modenese e i rapporti che intrattenne con studiosi, collezionisti e musei, si esemplificano assai efficacemente nella Parte I e II della collezione. Più che un esaustivo campionario di tecniche e tipologie, nelle quasi 700 schede del catalogo emerge un'idea di Medioevo e Rinascimento fortemente condizionata da precisi confini economici e culturali. Così, i pezzi autenticamente bizantini o romanici si inseriscono in un contesto assai ampio di frammenti, che gli studi hanno restituito a epoche più recenti. Nondimeno, tra il Mille e la Rinascenza, troviamo preziose testimonianze relative agli esordi della lavorazione della seta in Italia, nonché al sontuoso gusto rinascimentale per i velluti. I saggi introduttivi spettano alle curatrici del volume, a Francesca Piccinini, Elisabetta Bazzani e Domenica Digilio.

Con le due giornate di novembre il Museo ricorda con stima e gratitudine Donata Devoti, pioniera appassionata della storia delle arti tessili in Italia e convinta promotrice di tutte le attività fondamentali per la conservazione e la diffusione della conoscenza di questa particolare tipologia di beni. Il convegno e la successiva pubblicazione degli atti consentiranno di approfondire sul piano metodologico la sua eredità culturale. Tra gli altri importanti eventi collaterali organizzati dal Museo si segnalano la presentazione di un nuovo percorso didattico tattile, dedicato al velluto, e l'omaggio tributato dall'artista bolognese Sabrina Mezzaqui alla raccolta Gandini, in collaborazione con la Galleria civica di Modena. L'artista darà vita a un'installazione che, in linea con la pluralità di linguaggi che da anni connota il suo universo espressivo, combina videoproiezioni e delicatissime opere su carta, frutto di un lavoro minuzioso, lento e paziente.

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