Rivista "IBC" XX, 2012, 1

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Il "Caffè Letterario di Lugo", rassegna di incontri con autori e personalità del mondo culturale, compie sette anni di attività.
A Lugo il Caffè è d'autore

Marcello Tosi
[giornalista]

Incontri con famosi personaggi dell'arte e della letteratura, come piccoli convivi dove si ascolta, si parla, ci si confronta. Magari con un bel bicchiere di rosso. "E per me che sono un amante della cultura classica questo calore umano e culturale è il massimo": così lo scrittore Flavio Santi, recentemente ospite della manifestazione, ha colto i motivi del grande successo riscosso ormai da otto anni dagli incontri del "Caffè letterario di Lugo" (www.caffeletterariolugo.blogspot.com). Abbiamo rivolto alcune domande a Claudio Nostri, ideatore e organizzatore della rassegna insieme a Patrizia Randi e Marco Sangiorgi.

Come mai il "Caffè Letterario di Lugo" ha scelto di situarsi laddove storicamente sono state ospitate figure come Rossini, Canova, Byron?

Un collegamento ideale è certamente dato dalla figura della contessa Cornelia Rossi Martinetti, che è nata nel 1781 nello stesso palazzo che oggi ospita l'Hotel Ala d'Oro, sede storica di questi incontri. La contessa tenne a Bologna, in via San Vitale, uno dei più importanti salotti letterari del primo Ottocento. La frequentazione con gli esponenti più noti del neoclassicismo italiano, come Foscolo, Leopardi, Monti, Giordani, e più in generale della cultura europea, poneva la contessa lughese al centro di quella "civiltà della conversazione" che da Parigi a Venezia aveva fatto dei salotti letterari i luoghi di cultura per eccellenza. Riproporre quindi, fra le stesse mura che l'hanno vista crescere, il piacere dell'incontro e della conversazione, unito alla rinomata ospitalità romagnola, ci è sembrato un buon modo di rappresentare la continuità con la migliore tradizione locale e di evidenziare quel vincolo immutabile che lega il passato al presente.

Come è nato questo modo così coinvolgente di fare cultura, dando spazio a tante diverse attività, in una continua sovrapposizione di generi e di codici?

Il "Caffè Letterario" è nato sette anni fa, quasi casualmente, dalla passione comune per i libri e la letteratura di un gruppo di amici. Marco Sangiorgi e Patrizia Randi, curatori della nostra rassegna letteraria; Massimo Berdondini, gestore della Libreria Alfabeta; Giovanni Barberini, allora assessore alla cultura del Comune, e io in qualità di titolare dell'Hotel Ala d'Oro. In una cena fra amici ci rendemmo conto che avevamo tra noi tutte le figure professionali necessarie per mettere in piedi una rassegna culturale che prevedesse una serie continuativa di incontri con gli autori: era qualcosa che, fino a quel momento, non si era mai fatta nella nostra città. Per dare un'idea di come il "Caffè Letterario" sia cresciuto in questi sette anni dal punto di vista delle presenze e della qualità degli eventi prodotti, ecco alcuni numeri della stagione 2010/2011 che si è conclusa nel giugno scorso: 48 gli eventi prodotti, tra cui 34 presentazioni di libri (18 di narrativa, 13 di saggistica, 3 di poesia), 11 le serate di lettura in cui il pubblico è stato coinvolto direttamente (di cui quattro dedicate a grandi classici della nostra letteratura come Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso), due le serate musicali e una dedicata alla fotografia. Buona, come sempre, la partecipazione di pubblico, che ha superato anche quest'anno le tremila presenze, con picchi di oltre 150 persone a serata negli incontri con Margherita Hack, Tonino Guerra, Aldo Cazzullo ed Eraldo Baldini.

Un'iniziativa caratterizzante per la città, con relatori di primo piano e di grande prestigio culturale, che hanno fatto la storia della rassegna. Quali in particolare hanno lasciato un segno con la loro presenza?

È sempre difficile fare delle classifiche, specialmente in questo campo, anche perché con molti autori nostri ospiti si sono instaurati dei veri e propri rapporti di amicizia che sicuramente hanno lasciato ben più di un segno. Penso ad autori come il critico letterario Paolo Lagazzi, il matematico bolognese Bruno D'Amore, il giornalista Salvatore Giannella, il leopardista Rolando Damiani, gli scrittori Mario Desiati, Flavio Santi, Eraldo Affinati, e tanti altri che sarebbe veramente troppo lungo elencare. Amici che sono stati nostri ospiti in più di un'occasione e che sicuramente lo saranno ancora in futuro. Poi certo un segno indelebile nella memoria l'hanno lasciato dei mostri sacri della nostra cultura, come Gillo Dorfles, Margherita Hack e lo scrittore triestino Boris Pahor. Per non parlare degli incontri con Philippe Daverio, Luciano Canfora, Ezio Raimondi, Benedetta Craveri, Folco Quilici...

Come risponde Lugo in questi tempi così difficili per la cultura?

Certamente non stiamo vivendo tempi propizi. Le risorse pubbliche destinate alla cultura in questi anni si sono sempre più assottigliate, e così quelle che l'amministrazione destinava al nostro "Caffè Letterario". Fortunatamente, fino ad adesso, siamo riusciti a supplire a questa mancanza di fondi con l'intervento di sponsor privati e con il contributo economico, e non solo, di amici e appassionati.

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