Rivista "IBC" XXIII, 2015, 2

musei e beni culturali / didattica, linguaggi, progetti e realizzazioni

Partendo da un intenso lavoro di indagine su fonti e documenti, due ricercatori-performer realizzano spettacoli capaci di animare luoghi e beni culturali, e di farli raccontare.
La voce del Ruggiero

Emanuela Marcante
["Il Ruggiero. Musica, storie e poesia"]
Daniele Tonini
["Il Ruggiero. Musica, storie e poesia"]

Percorrere le strade dell'arte, leggerne i segni, ricreare scenari e percorsi di interpretazione. Ricercare intrecci e sensi con la musica, la letteratura, la storia, le cose fatte dagli uomini per gli uomini. Riproporre racconti e pensieri che rivivono tra il bisogno di memoria, di radici e la necessità della bellezza. Rileggere i simboli per legarsi alla propria storia ma anche per proiettarsi nel futuro. Questo è il lavoro a cui da anni si dedica "Il Ruggiero. Musica, storie e poesia", progetto artistico e di ricerca fondato nel 1993, a Bologna, da Emanuela Marcante e Daniele Tonini ( www.ilruggiero.it).

Nella sua metodologia di lavoro, "Il Ruggiero", partendo da un intenso lavoro di ricerca su fonti e documenti, giunge a un offerta di spettacolo con architetture narrative ricche di snodi per creare conoscenza e consapevolezza culturale ma anche sorpresa, divertimento, bellezza, in contatto con l'intensità artistica, poetica, musicale degli scenari indagati.

Il nome scelto, "Il Ruggiero", è alla base del progetto e collega il Rinascimento del cantar ottave dei poemi epici - una delle arie utilizzate, ancora presenti nella musica popolare dell'Appennino, è proprio il Rugìr ( Ruggeri o  Ruggero) - alla contemporaneità, alla sperimentazione, al raccontare storie con scelte narrative attuali che elaborano creativamente gli spazi del racconto, dell'arte, della musica. Nelle produzioni del "Ruggiero" i beni culturali storico-artistici del territorio e delle città dell'Emilia-Romagna - come Bologna, Ravenna, Ferrara e piccoli centri come Portomaggiore - rivestono spesso il ruolo privilegiato di catalizzatori di coscienza e interpretazione di momenti dell'evoluzione della storia e della cultura, ampliando gli scenari a rimandi internazionali, tra identità locale e grandi percorsi del pensiero.


Scoprire Alfonso Rubbiani

L'incontro-spettacolo  Musica attorno a Rubbiani (Bologna, Biblioteca di storia e di arte di San Giorgio in Poggiale, 27 marzo 2014) - presentato nell'ambito della serie di incontri " Alfonso Rubbiani. Radici Contesti Eredità", a cura di Carla Bernardini e Angelo Mazza (Collezioni comunali d'arte e Biblioteca di storia e di arte di San Giorgio in Poggiale) - è stato uno dei momenti più intensi ed esemplificativi del lavoro di ricerca del "Ruggiero": un'occasione per mettere in scena criticamente una ricerca interdisciplinare, ma anche una narrazione costruita in modo da fare del discorso artistico un elemento riconoscibile e quotidiano della nostra esperienza di cittadini di una città, di una regione, di una nazione.

Attingendo agli scritti di Alfonso Rubbiani sulla musica, lo spettacolo rileggeva la sua fenomenologia artistica ricreando un percorso ideale attorno alla sua mente speculativa e creativa. Un apparato iconografico di grande bellezza, tratto dalle opere di restauro da lui promosse, e messo in relazione con la storia del riassetto urbanistico della città, si interfacciava con l'architettura musicale e decorativo-floreale di compositori italiani e stranieri che negli stessi anni, tra Bologna e l'Europa, dialogavano con l'estetica del simbolico, con la riscoperta dell'antico, con l'utilizzo "modernista" di nuovi materiali sonori, con la rielaborazione di antiche grammatiche ed estetiche musicali.

Muovendosi tra Wagner, Strauss, Brahms, Respighi e rileggendo il forte impatto della musica e dell'estetica tedesca e della riproposta della musica di Monteverdi e Bach a Bologna, si ripercorreva e indagava il mondo poetico/simbolico proprio del mondo di Rubbiani, illustrando inoltre il legame con le esperienze di William Morris e dell'"Arts and Crafts", indagate nella loro valenza artistica e utopico-politica che introduce all'impresa di "Aemilia Ars".


Il 1888 e L'Esposizione di Bologna

Il lavoro di montaggio dei risultati di una ricerca interdisciplinare in un saggio, e quindi in uno spettacolo, è un nodo essenziale della proposta culturale e artistica del "Ruggiero". L'ampio utilizzo di proiezioni di immagini, fotografie e filmati, storici e non, trasforma il materiale elaborato in un teatro di lanterne magiche.

Uno spettacolo di ricerca culturale deve essere rigoroso nelle fonti e nei riferimenti e creativo nella narrazione e nelle suggestioni, creando uno spaccato riconoscibile e critico, che sappia giocare contemporaneamente con i più sottili rimandi culturali e con la libertà della fantasia, senza confondere i campi, ma guidando lo spettatore in un gioco/montaggio tra stratificazioni di informazione scientifica e di sintesi narrativa. Un gioco tuttavia non impoverito da semplificazioni comunicative, dove i protagonisti agiscono sia da figure "storiche", sia da figure "simbolo".

Nei suoi spettacoli "Il Ruggiero" realizza un'architettura e una ritmica della narrazione, e quindi del montaggio, in senso teatrale/cinematografico, con un controllo di tempi e "inquadrature" che servono a mettere a fuoco i livelli di narrazione del percorso scelto, della ricerca, delle immagini, dei brani musicali. La musica non è quindi decorazione ma diviene un ulteriore "personaggio narrante". Gli spettacoli si articolano in sezioni, capitoli, "paesaggi", quadri, taccuini, romanzi... con sorpresa, varietà e "sorriso", anche nei temi di grande impegno e tensione storica e morale, con umana condivisione e ironia.

I tre spettacoli  Expo 1888: musica, avventure, utopie! sono nati nell'ambito del progetto "Il Ruggiero / Lanterne Magiche 1", finalizzato alla ricerca e divulgazione dei fondi della Biblioteca bolognese d'arte e di storia di San Giorgio in Poggiale. Dedicati all'Esposizione bolognese del 1888, regionale per l'industria e l'agricoltura, nazionale per l'arte e internazionale per la musica, gli spettacoli sono stati concepiti e realizzati in occasione della mostra "Expo Bologna 1888", a cura di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli.

La cadenza quindicinale delle rappresentazioni ha permesso di realizzare un'originale struttura narrativa in tre puntate, con montaggi molto articolati. Ogni puntata - imperniata sugli avvenimenti, sulla musica, sull'arte, sulle utopie e in generale sulla Bologna e l'Emilia-Romagna dell'Esposizione 1888 in azione verso una nuova modernità economica - era scandita dal resoconto di un narratore, dal taccuino poetico di Mademoiselle Palfy (personaggio realmente esistito del quale, utilizzando un noto espediente narrativo, si immagina il ritrovamento di un libretto nei fondi di una biblioteca bolognese) e da un movimentato feuilleton con una carrellata di personaggi storici, come il musicista Giuseppe Martucci e il poeta Olindo Guerrini, e vari personaggi internazionali. Protagonista del feuilleton è la stessa Ilona Palfy, che fu stella del  café chantant collocato nei Giardini Margherita, a pochi passi dal Palazzo della musica (lo splendido ed effimero edificio costruito per l'occasione), dai suoi tesori musicali di strumenti e partiture, e dai suoi raffinati concerti di musica antica e di musica tedesca "dell'avvenire".

Il gioco di riscritture letterarie e di riferimenti visivi e musicali ritorna nel lavoro sulla Prima guerra mondiale, a cui è dedicato un ampio progetto di lettura e narrazione attraverso la poesia, l'arte e la musica, arrivato ai primi due capitoli:  Les Poètes de la Guerre per Alliance Française di Bologna e  Il cielo di Francesco Baracca: musica, avanguardie, visioni, guerra, realizzato in occasione della mostra "Cavaliere del cielo. Il mito di Francesco Baracca nel monumento di Rambelli e nei media" allestita dall'Accademia di belle arti di Bologna.


Un teatro di relazioni internazionali

L'attività di ricerca e di spettacolo del "Ruggiero" è per vocazione un teatro di scambi internazionali. Fin dall'inizio del suo percorso ha creato attenzione internazionale verso il mondo bolognese ed emiliano-romagnolo grazie a proposte culturali e artistiche anche inconsuete. Importanti capolavori e repertori sono stati inoltre riletti nella prospettiva di bene culturale in rapporto con il territorio e quindi rilanciati al pubblico locale e internazionale con il valore aggiunto di una collocazione culturale, ma anche "ambientale" e artistica, legata a Bologna e alla regione.

"Il Ruggiero" ha operato anche grazie al patrocinio e il supporto del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero degli affari esteri, e attraverso la collaborazione con ambasciate, istituti italiani di cultura, università, istituzioni artistiche e culturali. I rapporti con l'America sono stati molto intensi (da Vancouver a New York, da Los Angeles a L'Avana) e hanno creato importanti collaborazioni.

Ricordiamo come esempio la produzione teatrale de  Il Ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi, nata per "Bologna 2000 capitale europea della cultura" (con drammaturgia, regia, elaborazione per strumenti antichi, musica elettronica, free jazz, a cura di Emanuela Marcante e Daniele Tonini) presentata nel cortile del Museo civico archeologico e riproposta in Francia, Germania e America del Nord. Punto qualificante del progetto era il focus su Bologna (e sull'Emilia-Romagna) come luogo nevralgico della diffusione dell'opera seicentesca: la rappresentazione bolognese dell'opera monteverdiana, avvenuta subito dopo la prima veneziana del 1640, si pone come un momento cardine della costruzione dell'identità culturale nazionale attraverso il melodramma, che prende forma attorno al Po e che lega Monteverdi a Verdi e va oltre.

Percorsi di studio, lettura e narrazione legati all'opera in musica come bene culturale in dialogo con l'arte e il territorio sono stati presentati in sedi internazionali nell'ambito di progetti attorno a Giuseppe Verdi (spettacoli, concerti, incontri, contaminazioni) in occasione delle celebrazioni verdiane: si segnalano in particolare i progetti di cooperazione culturale e didattici realizzati a Vancouver e a L'Avana in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. Progetti similari sono stati sviluppati attorno alla musica e alla cultura ebraica, con il patrocinio della Comunità ebraica di Bologna


Lo straordinario scenario del Palazzo Comunale di Bologna

Il Palazzo Comunale di Bologna è un luogo della memoria dove la lettura storica si trasforma in un momento propulsore di aperture culturali, narrative e visive che svelano contatti e ripercorrono momenti e avvenimenti bolognesi non per semplice rievocazione ma per ricostruzione di senso, lanciando il pensiero e le problematiche della ricerca verso proiezioni internazionali e offrendo accostamenti di grande suggestione visiva e narrativa. Leggere un palazzo o un ambiente storico, collocarvi una narrazione o un percorso visivo vuol dire ridare suono, parola, emozione attraverso un gioco di rimandi e collegamenti non didascalici, alla ricerca della valenza universale dell'arte, del pensiero e della bellezza.

Su invito e proposta di studio di Carla Bernardini, curatrice delle Collezioni comunali d'arte di Bologna, nel 2012 "Il Ruggiero" ha iniziato un progetto di ricerca e di lettura artistica attorno al Palazzo Comunale di Bologna (e quindi alle Collezioni comunali d'arte) per esplorare i suoi scenari e i suoi percorsi, innumerevoli e cangianti. Il lavoro  in progress mira a una lettura ricca di temi multidisciplinari e di indagini iconografiche e iconologiche dell'ambiente e a un'analisi degli avvenimenti storici e dei rimandi di grande respiro culturale e artistico che dal microcosmo del Palazzo Comunale si ramificano verso la storia e la cultura europea.

Il primo appuntamento -  I suoni, l'arte, la poesia di Francesco I, su spunto di Carla Bernardini e in collaborazione con Alliance Française di Bologna e la direttrice Martine Pagan, presentato nell'ambito del festival "Suona Francese" l'11 maggio 2013 in Cappella Farnese - si ricollegava alla visita di Francesco I a Bologna nel 1515 e alla presenza, nel Palazzo Comunale, dell'affresco  Francesco I risana gli scrofolosi, di Carlo Cignani. La genesi di questa ricerca e la particolare costruzione dello spettacolo (che attualmente è in fase di rielaborazione per le prossime riprese) sono stati l'oggetto di un intervento di Emanuela Marcante per il convegno "Il principe invisibile", promosso dalla Fondazione "Alberti" di Mantova nel 2014 e pubblicato negli atti.

Nello spettacolo viene presentato l'ambiente artistico del re nelle sue espressioni più forti e idiomatiche: dal mondo visivo e creativo dell'arte e architettura di Fontainebleau, dove operarono grandi artisti bolognesi come Francesco Primaticcio e Sebastiano Serlio, al mondo poetico/musicale della  chanson - forma principe dell'epoca di Francesco - con il suo poeta più significativo, Clément Marot, che fu anche esule per simpatie di riforma nella Ferrara di Renata di Francia, la cognata del re che aveva ospitato Calvino.

Intrecciando il mondo cinquecentesco di Francesco I, e della "bolognese" Fontainebleau, alla rilettura storico-artistica di quel periodo operata a inizio Novecento dagli storici dell'arte e al riutilizzo della poesia di Marot da parte di compositori come Maurice Ravel, Jean Françaix e altri, nello spettacolo si serra un forte percorso di riferimenti artistici, poetici e musicali, che portano a una narrazione avvincente del rapporto di Francesco I con Bologna, con il Palazzo Comunale e con i suoi artisti bolognesi.

Un secondo momento della ricerca legata al Palazzo e alle Collezioni comunali d'arte ha portato allo spettacolo  Arianna, Argo, l'Amore, realizzato in collaborazione con "Artelibro 2014". Si tratta di un originale percorso che, partendo dalle opere di Pelagio Palagi e Donato Creti, proseguiva verso il Novecento, riproponendo Arianna come segno e dato iconologico, letterario e musicale, in un contesto ricco di rimandi alla Bologna del mondo di Rubbiani e alle tensioni e influenze artistiche tra Vienna, Parigi, Bologna. Un mondo di lanterne magiche, che come il titolo di un progetto di ricerca del "Ruggiero", mette in moto immagini, suoni, narrazioni, per tentare di restituire un territorio di cultura e arte respirando e interrogandosi, tra storia, memoria, esperienze artistiche internazionali, fino a ritrovarsi nella contemporaneità.

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