Rivista "IBC" XXV, 2017, 2

musei e beni culturali / convegni e seminari, mostre e rassegne

A Piacenza una mostra dedicata al Guercino in occasione di un nuovo approccio alla visione dei suoi affreschi all'interno della cupola del Duomo.
A distanza ravvicinata

Elisabetta Landi
[IBC]

A mezzo secolo dalla mostra storica dedicata al Guercino da Denis Mahon (1968) e a trent’anni dagli studi di Prisco Bagni sugli affreschi della cupola del duomo (1983), Piacenza rende omaggio al centese con un grande evento, un’esposizione voluta dal Comune di Piacenza, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio. Sono una ventina le opere che tra dipinti e disegni raccontano nella cappella ducale di Palazzo Farnese l’avventura artistica di Giovanni Francesco Barbieri (Cento, 1591-Bologna, 1666), anticipando l’emozione di una visione a distanza ravvicinata degli affreschi con i quali il pittore, subentrato al Morazzone, rivestì tra il 1626 e il 1627 le superfici della cupola della cattedrale. Un anniversario, e un’occasione nuova che al godimento delle pitture animate da un impianto illuminotecnico concepito appositamente (Davide Groppi), aggiunge la possibilità di uno sguardo mozzafiato sulla navata maestosa del duomo. Così, in una full immersion, il visitatore si trova coinvolto virtualmente in un paradiso abitato da sibille e da profeti.

A Palazzo Farnese, è un Guercino tra sacro e profano che si racconta in un’antologica selezionata dai curatori della mostra, Daniele Benati e Antonella Gigli, nel ricordo di Denis Mahon. Un tributo doveroso allo studioso che nel ‘900 rilanciò l’immagine del pittore, voluto, oltre che dai curatori, dagli altri due componenti del comitato scientifico, Andrea Emiliani e David Stone. Varia la provenienza delle opere presentate: la scelta ha toccato quadri appartenenti a importanti istituzioni museali e a fondazioni, e perciò non facilmente visibili, tralasciando le tele oggetto di attribuzioni non concordi. Il pubblico potrà contare in tal modo su un percorso coerente con il Guercino “vero”, accostato, e conosciuto, in una cornice suggestiva, quella della Cappella Ducale, luogo ambivalente dove la funzione liturgica si trasforma nella “festa barocca”.

Tra le opere che si potranno ammirare, arrivano dal territorio centese la tela con la Madonna col Bambino e i santi Pancrazio e Chiara (1615) e il San Bernardino e San Francesco in preghiera davanti alla Vergine di Loreto (1618), mentre giungono da fuori provincia prestiti illustri, e tra questi l’ermetico Et in Arcadia ego di Palazzo Barberini (1618), il San Martino e l’angelo dei Musei Capitolini (1622), la Cleopatra morente di Palazzo Rosso a Genova (1648) e la celeberrima Susanna e i vecchioni della Galleria Nazionale di Parma (1649-1650).

Il 22 e il 23 marzo un convengo di studi internazionali organizzato a Palazzo Farnese e presieduto da Benati, Gigli e Stone, ha fatto il punto della situazione. Il primo giorno David Ekserdjian ha rievocato la figura di Sir Denis Mahon, storico dell’arte e collezionista, seguito da Nicholas Turner che ha tracciato il percorso di Guercino tra grafica e pittura e da Carlo Giantomassi, che ha illustrato le caratteristiche tecniche e i restauri degli affreschi della cupola. Raffaella Morselli ha illustrato Il pittore, la famiglia e la bottega: lo status sociale del Guercino, mentre Sonia Cavicchioli e Keith Christiansen hanno esaminato rispettivamente L’attività del Guercino a Modena in rapporto con la corte estense e Il Guercino a Roma e i seguaci del Caravaggio. Le riflessioni di Elena Fumagalli su Il Guercino e Firenze hanno preceduto la conferenza di Richard Spear sulla ritrattistica del centese i cui rapporti con Bonaventura Bisi sono stati oggetti dell’intervento di David Stone. A Benati è spettato un argomento bolognese, quello dei rapporti tra Il Guercino e Carlo Cesare Malvasia.

Il 23 marzo nuova sessione di studi, con le novità portate da Barbara Ghelfi ( Filippo Hercolani, Jacopo Alessandro Calvi e la riscoperta del Guercino), Babette Bohn ( “Infinità di disegni”: le raccolte di disegni a Bologna fra Seicento e Settecento) e, per tornare al nostro territorio, Fausto Gozzi che ci ha parlato de Il Guercino fra streghe, maghi e diavoli seguito da Sergio Guarino ( Il Guercino in Campidoglio) e da Massimo Pulini (" Il quadro che io deuo fare della Madona Asunta in cielo per Napoli”). Un appuntamento storico critico imperdibile, che offre un’imprescindibile aggiornamento sulla vicenda artistica del centese qualificando il 2017 come un anno memorabile, da ricordare, a Piacenza e non solo, come “l’anno del Guercino”.

Guercino a Piacenza Piacenza, Cattedrale e musei di Palazzo Farnese, 4 marzo-4 giugno 2017 http://guercinopiacenza.com/

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